Home Page
CURRICULUM
HOBBY
LINKS
NEWS
SCRIVIMI
MIRRORS
Curriculum
Hobby
Links
News
E-mail
Mirrors

Questo sito è dedicato a tutte le cose che mi piace fare, vedere, ascoltare.
E a tutte le persone che conosco e ho conosciuto con cui vale la pena vivere e dividere questa vita.
Breve storia della canzone comica italiana
Curriculum

Per sapere tutto sulla mia formazione scolastica, le esperienze di lavoro, le aspirazioni future
Links

Cinema, cucina, fantascienza, HP-UX, linux, Me10, montagna, musica, sub, turismo, ...
Scrivimi

La pagina della posta

Scrivimi subito

La pagina per commenti e suggerimenti

Ricerca

Inserisci il testo
da ricercare
powered by FreeFind


(ovvero: "Ridere ridere non fa mai male, ma può
provocare delle disfunzioni epatobiliari")
  
Quello che segue è quanto ho scritto nel 1996 per la fanzine
Autobahn con la quale ho collaborato per i primi due numeri.
I dati contenuti sono quindi relativi a quell'anno, ma dato che da
allora non è cambiato molto nell'ambito della musica comica italiana,
al momento non ho intenzione di apportare alcuna modifica.
Se proprio volete che questa breve trattazione abbia un seguito, o
volete semplicemente inviarmi commenti, consigli, inesattezze o
precisazioni, scrivetemi all'indirizzo paulreds@tin.it.

Questo lavoro non vuole essere ne' un trattato sociologico ne' un
tentativo di spiegare il come e il perché la musica comica (e in
particolare demenziale) italiana sia nata e in seguito sviluppata in varie
forme più o meno originali. Cercherò solamente, nel limite delle mie
conoscenze, di tracciare una breve storia della musica "da ridere" in
Italia, ponendo particolare attenzione agli ultimi 20 anni. Naturalmente
sono esclusi quei pezzi involontariamente comici (come non ridere,
per esempio, quando Adriano Pappalardo nel pieno della sua
performance gonfia a dismisura il collo taurino e rosso in volto, senza
fiato, conclude il suo cavallo di battaglia Ricominciamo?) o ancor
peggio ridicoli, o quelli per i quali, come suol dirsi, è meglio "ridere
per non piangere". Detto questo direi di andare a incominciare.
 

Sommario:
  • Le origini
  • 1977: nasce la musica demenziale
  • La prima evoluzione: gli anni '80
  • La seconda evoluzione: gli anni '90
  • Il ciclone Elio
  • This is the end
  • Discografia essenziale

  • Le origini

    Come nasce la canzone comica in Italia? Che io sappia non esiste una
    data o un evento particolare che delimiti temporalmente l'inizio di una
    produzione musicale in cui l'aspetto comico fosse prevalente; forse
    dovremmo rifarci alle canzonette dell'avanspettacolo, in cui regnavano
    doppi sensi per lo più boccaceschi, o agli sberleffi tipici di una certa
    canzone popolare (per lo più napoletana o romana), o ancora agli
    stornelli toscani, in cui il colorito vernacolo locale prevale sul
    contenuto puramente comico. Come non ricordare, d'altronde, le
    mitiche Osterie o i canti da camerata tramandati di scaglione in
    scaglione? Oppure, venendo agli anni '50, possiamo pensare alle
    storie tragicomiche più raccontate che cantate del geniale Fred
    Buscaglione, o alle parodie storiche del Quartetto Cetra che
    trituravano senza alcun riguardo le storie della letteratura "seria" (Il
    Conte di Montecristo, l'Odissea, I tre moschettieri, e tanti altri)
    riassemblandole su musiche popolari e canzonette dell'epoca,
    producendo comunque dei risultati, dal nostro punto di vista, forse un
    po' leggerini.
    Certo è che questo nuovo genere musicale (certo ben lungi da quello
    che oggi chiamiamo demenziale) ben si prestava ad essere passato in
    televisione, soprattutto nei primi varietà del sabato sera.
    Rimanendo sempre nell'ambito delle "origini", dobbiamo inserire
    anche quel geniaccio di Enzo Jannacci, che già agli inizi della
    carriera, intorno alla metà degli anni '60, si era manifestato come
    autore dalla vena tragicomica e in parte satirica, ben coadiuvato in
    questo da amici come Dario Fo (assolutamente indimenticabile il loro
    duetto nella famosa Ho visto un re, dello stesso Fo, autore anche di
    Vengo anch'io no tu no e Veronica, col mitico Sandro Ciotti),
    Beppe Viola (grande giornalista sportivo, e per chi non lo sapesse,
    anche grande umorista: sua la prima versione di Quelli che ...), Cochi
    e Renato (La vita la vita e Silvano), Giorgio Gaber (un pilastro
    della musica per così dire comica-ma-colta). E' in fondo come una
    grande famiglia che ruotava intorno al mitico Derby di Milano, fucina
    di tutti i comici poi esplosi negli anni '80. Val la pena ricordare
    qualcosa di più riguardo Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto, che
    proprio insieme hanno dato il meglio di sé (intendo come comici),
    non riuscendo poi a ripetersi da "single": sono da ascoltare per
    esempio Canzone intelligente, sigla dello storico programma
    "Il poeta e il contadino", oppure La cosa, Come porti i capelli bella
    bionda e La gallina, dove i nostri si occupano di argomenti
    assolutamente banali, a volte con delle conclusioni ridicole. La loro
    produzione musicale si fondava sul puro divertimento, e loro stessi
    devono essersi divertiti parecchio. Ricordiamo che siamo intorno al
    1974, e per l'epoca queste canzoni in TV dovevano risultare ben
    distanti dai canoni tradizionali (per intenderci tutto quello che passava
    ai vari Festival di Sanremo o alle varie Canzonissima) per essere
    accettate di buon grado da tutto il pubblico. Forse proprio con Cochi
    e Renato l'aspetto puramente demenziale delle canzoni prende il
    sopravvento su quello semplicemente comico: basti pensare a frasi
    quali "... la gallina non è un animale intelligente / lo si capisce, lo
    si capisce da come guarda la gente ..." oppure "... ehi tu hai visto
    gli indiani / ma quelli con le piume / no non quelli che han fame /
    ehi tu hai visto gli indiani / sembra che di indiani no non ce n'è
    più ..." per rendersene conto.
    Dobbiamo attendere un paio d'anni per l'entrata in scena di un
    personaggio che lascerà negli anni a seguire un segno tangibile nella
    musica comica italiana: Renzo Arbore. Già noto al pubblico
    televisivo come conduttore di programmi musicali, ma ancor più a
    quello radiofonico (Alto gradimento con Gianni Boncompagni &
    soci), si lancia nel 1976 in un'avventura che darà una svolta alla
    struttura dei palinsesti televisivi della domenica pomeriggio, creando il
    programma-culto degli anni '70, il mitico L'altra domenica, sulla
    neonata seconda rete Rai. Sigla dello spettacolo era Fatti più in là
    interpretata dalle Sorelle Bandiera (tutti rigorosamente maschi) in
    cui tuttavia l'aspetto coreografico prevaleva ancora sul testo. Arbore,
    da lì in poi, non ha mai nascosto un certo piacere nell'interpretare
    pezzi che portassero al sorriso; fra gli altri: le sigle di Quelli della
    notte (1985) (Ma la notte no e Il materasso) e le canzoni di
    Indietro tutta (1987) (La vita è tutto un quiz, Grazie dei fiori bis,
    Vengo dopo il TG). Ma la canzone con cui Arbore rimarrà nella
    memoria di noi "aficionados" della musica comica è senz'altro Il
    clarinetto, con cui (molto prima di Elio) rischiò di sbancare il festival
    di Sanremo, prendendosi gioco della più pomposa e anacronistica
    delle manifestazioni musicali italiane.


    1977: nasce la musica demenziale

    Arriviamo finalmente al momento centrale di questa breve storia: in
    quel di Bologna nasce, si evolve e per certi versi muore, dopo una
    breve stagione, quello che verrà contraddistinto come il movimento
    del Rock demenziale, inteso nel senso più ampio del termine (il mio
    amico Max lo definirebbe, giustamente, a 360 gradi), quindi non solo
    un movimento musicale, ma anche culturale e artistico.
    Mentre in Inghilterra divampa il punk dei Sex Pistols bruciando gli
    ultimi mozziconi del progressive anni '70, a Bologna nascono
    tantissimi gruppi che fanno della demenzialità la loro bandiera e del
    minimalismo formale quasi una virtù. La musica non interessa più di
    tanto, che si sappia suonare non importa, ma sono le parole non
    usuali, che non ricalcano in alcun modo la tradizione musicale italiana,
    a prendere il sopravvento. I temi cari ai cantautori nostrani sono qui
    sostituiti da problemi più terreni e quotidiani, e vengono espressi con
    forme più "colloquiali", piene zeppe di modi di dire e, quando serva,
    anche di parolacce e versi gutturali. Non esistono più i doppi sensi,
    ma si va dritti all'argomento parlandone il più chiaramente possibile.
    Freak Antoni viene unanimamente considerato l'inventore del rock
    demenziale, dando vita sul finire del 1977 al progetto Skiantos, gli
    unici sopravvissuti, con i Gaznevada, alla fine di questa felice
    stagione.
    Ma cosa è il demenziale? Se andiamo a cercare sul vocabolario più
    o meno troveremmo: "Demenziale, che riguarda la demenza.
    Demenza, stato di infermità mentale caratterizzato dalla perdita
    progressiva delle facoltà intellettuali e morali; più
    genericamente: stoltezza, insensatezza" (dal dizionario Garzanti
    della lingua italiana).
    Leggiamo invece, dal libro Badilate di cultura, cosa ne pensa
    Freak Antoni sullo stesso argomento: "... il demenziale, inteso come
    genere comico artistico, è un cocktail di pseudofuturismo, dada,
    goliardia, improvvisazione, animazione pirotecnica,
    provocazione con ironia d'avanspettacolo, poesia surreale
    soprattutto cretina ... Il demenziale non deve convincere
    nessuno: non è un partito politico, non è un'avanguardia da
    passare al vaglio di valutazioni critiche, non è un'ideologia, e
    nemmeno una fede o una religione ...".
    E da queste poche righe si capisce il significato di certe performance
    degli Skiantos sui palchi di mezza Italia (primo fra tutti la famosa
    serata al festival "Bologna Rock" in cui Freak e compagni si misero a
    cuocere la pasta sul palco, scatenando le ire del pubblico che
    indispettito interruppe brutalmente l'esibizione col lancio di vari oggetti
    e prodotti organici). Dopo il primo lavoro datato 1977
    (Inascoltabile) gli Skiantos realizzano i due album Mono tono
    (1978) e Kinotto (1979), due pietre miliari della musica demenziale.
    Fra i pezzi-hit ricordiamo:
    Pesto duro (I kent get no satisfaction), Diventa demente (la
    cultura poi ti cura), Io sono uno skianto, Ti amo da matti (sesso
    e karnazza), Vortice, Mi piaccion le sbarbine, Ti rullo di cartoni,
    Gelati, Kinotto, Sono buono, veri e propri manifesti dell'intero
    movimento. Dopo un periodo di temporanea sospensione dell'attività
    (durante il quale Freak Antoni approda al progetto Beppe Starnazza
    e i Vortici), gli Skiantos tornano in studio nel 1984, e da allora
    producono con costante assiduità numerosi dischi, fra cui Signore
    dei dischi (1992), da cui l'omonimo pezzo, che a un certo punto così
    recita: "... signore dei dischi / servirebbe un miracolo / come hai
    fatto con Zucchero / vuoi tentare con noi?". Oppure da Italiano
    terrone che amo: "Ti amo terrone / ti amo terrone / ti amo / con
    la catena d'oro / la pasta al pomodoro / tondo / basso e moro / di
    sicuro un uomo vero / ... / cordiale e pasticcione / buono e
    chiacchierone / tenero e padrone / furbo e intrallazzone / ... / non
    gli togli la pancetta, la vendetta, la cenetta, / la pasquetta,
    l'italietta, la mamma, la pizza, l'insalata, / la canottiera bucata /
    ... / l'amichetta, la porchetta, / Elisabetta, la macchinetta, il
    cappuccino, il bicchierino, / la sorella, la fidanzata, la maglietta
    sudata / ...", con cui ironizza in maniera intelligente e soprattutto non
    qualunquista il problema del razzismo.
    E' di recente uscita la raccolta Skiantologia vol. 1, con cui Freak e
    compagni festeggiano il raggiungimento della maggiore età (i 18 anni
    di attività artistica).
    Da qui in poi tutto ciò che riguarda la musica comica appare in Italia
    sempre un po' derivativo, quasi si voglia imitare ciò che è già stato
    fatto; ben pochi sono infatti i gruppi che riescono a distinguersi per
    una produzione originale, non tanto come contenuti, di cui, come si è
    detto, poco importa, ma soprattutto di idee nuove. Negli anni
    successivi assistiamo per lo più a delle ondate periodiche di
    produzioni demenziali, in cui basta che un gruppo riesca ad emergere
    a livello nazionale per far sì che le cantine si riaprano ad un certo tipo
    di canzoni (in fondo le mode sono vecchie quanto il mondo). Ci sono
    dei momenti in cui il genere comico tira di più, e altri in cui, come
    reazione quasi naturale, sembra afflosciarsi su se stesso.
    Io distinguerei due periodi distinti: una prima evoluzione (intorno alla
    metà degli anni '80) e una seconda (verso i primi del '90) che si
    protrae come un'onda lunga fino ad oggi.


    La prima evoluzione: gli anni '80

    In questo periodo pochi gruppi riuscirono ad emergere dal mucchio,
    e in molti rimasero per lo più circostanziati ad una notorietà regionale
    se non addirittura cittadina, alimentando una certa cultura
    underground e una sorta di culto per pochi fedeli.
    Da ricordare Lino e i Mistoterital e gli stessi Elio e le storie tese
    che, nati ufficialmente intorno al 1985, ma già attivi nei primi anni '80,
    prima di giungere al successo commerciale come tanti si dilettavano a
    cantare per il solo divertimento, arrangiandosi un po' alla meglio con i
    pochi mezzi a disposizione. Le prime uscite di Elio & co. sono forse
    più vicine alla tradizione cabarettistica del Derby o dello Zelig di
    Milano, che alla loro produzione attuale: infatti i pezzi erano intercalati
    da momenti comici in cui veniva introdotto il pezzo seguente o
    approfondito con colorite spiegazioni il precedente (qualcosa di simile
    già era stato sperimentato da Cochi e Renato): sono di questo
    periodo, mai pubblicate su disco, Alfiere (simpatica nenia in 4 quarti
    in cui il gruppo si presenta, coloritamente, al pubblico), Bidè (versione
    italiana di Beat it di Michael Jackson, sui problemi dell'igiene intima),
    Tenia (sul motivo musicale di Flashdance, una dissertazione sul
    grave problema dei vermi solitari). Si trattava comunque di un
    successo molto limitato. Per quanto riguarda Lino e i Mistoterital,
    invece, la produzione vira verso contenuti più vicini alla semplice
    ironia che alla dissacrazione demenziale, ma dopo un paio di dischi a
    cavallo degli anni '80-'90 e la partecipazione a Sanscemo '90 col
    pezzo Sussidiario, il gruppo si scioglie e i componenti prendono altre
    strade (Grassilli ad esempio diventa vignettista per il settimanale
    Cuore). Altri gruppi degni di nota di questo periodo di passaggio
    sono i Camaleunti, Edipo e il suo complesso (autori di un'
    esilarante versione di Jeeg robot cantata imitando Piero Pelù dei
    Litfiba), i Powerillusi (come si vede l'aspetto demenziale si manifesta
    da subito a partire dai nomi, a volte pittoreschi, altre volte al limite del
    puro non-sense).


    La seconda evoluzione: gli anni '90

    La nascita di manifestazioni esclusivamente rivolte alle produzioni
    demenziali (fra tutte il festival di Sanscemo, giunto quest'anno alla
    sua settima edizione) da' nuova linfa al genere e provvede alla crescita
    dei gruppi demenziali, spesso destinati a durare giusto il tempo per
    pubblicare un 45 giri o entrare in qualche compilation ad essi
    dedicata. Nasce anche un altro filone prolifico e fortunato: quello dei
    cantautori demenziali, a cui si accoda un certo gruppo di cabarettisti
    che non disdegna una certa produzione satirica in musica.
    A questo boom ha certamente dato un contributo notevole la
    trasmissione Maurizio Costanzo Show, grosso contenitore di varie
    umanità e amenità, in cui, da gran volpone, Costanzo riesce a piazzare
    con una certa periodicità nuovi personaggi vincenti. Come dimenticare
    ad esempio i vari Marco Carena (amante di un certo humour nero,
    vincitore della prima edizione di Sanscemo nel 1990 con Io ti amo),
    Dario Vergassola (saggio espositore di varie sfighe personali,
    soprattutto con le donne, vincitore dell'edizione 1992 di Sanscemo
    con Mario), Enzo Iacchetti (il cantante bonsai), Stefano Nosei
    (assemblatore di pezzi a tema tratti da canzoni di successo) e da
    ultimo Federico Salvatore ('Azz).
    Sempre attraverso la televisione nascono (musicalmente) Rokko e i
    suoi fratelli, una costola derivata dal gruppo di Tunnel/Avanzi
    (Guzzanti, Fassari, Loche, Masciarelli): da questa esperienza
    escono i dischi Sopravvoliamo e il live a nome Avanzi Sound
    Machine tratto dall'estemporanea quanto doverosa turnèe estiva
    dopo la chiusura di Avanzi. Fra le cose migliori Scusa ti tocchi,
    Fallo e (Ri)Sopravvoliamo, contraddistinte da un certo tono
    sarcastico evidentemente ispirato dai personaggi della trasmissione.
    Fra gli autori invece non prettamente musicali, ricordiamo Paolo
    Rossi (che spesso usa le canzoni nei suoi spettacoli come lame
    taglienti trattando argomenti che vanno dalla politica al sociale,
    sempre però con il sorriso sulla bocca: Hammamet, Setto nasale in
    fiamme ed Era meglio morire da piccoli - sigla fra l'altro di Su la
    testa - le sue cose migliori), Claudio Bisio (momentanea quanto
    furtiva la sua apparizione sul mercato discografico con Rapput,
    fortunato hit dell'estate '92), e David Riondino (autore raffinato e
    intelligente, che non disdegna però saltuariamente certi temi musicali:
    godibilissimi gli inediti (?) di De Gregori - Giuseppina che
    cammina sul filo - e di Battiato - Franco a Catania).
    Altri gruppi degni di nota in questi anni: gli Aeroplanitaliani (con
    influenze pop, fusion e rap: li ricordiamo al festival di Sanremo '92,
    premio della critica con Zitti zitti), gli Articolo 31 (autori di un
    genere raggamuffin e hip hop furbescamente ammiccante verso un
    pubblico di giovanissimi), gli Statuto (Abbiamo vinto il festival),
    Sergio Messina e Radiogladio (La vendetta del mulino
    bianco), i Karamamma (Siamo tanti), i Pitura Freska (autori di
    un raggae in veneziano), i Niù tennici (Affitta una ferrari), gli Ufo
    piemontesi (interessanti, ma non di più, con Buonanotte ai
    suonatori, raccolta di canzoni famose remixate), i Latte e i suoi
    derivati (con una produzione molto vicina al cabaret).


    Il ciclone Elio

    Non si può fare a meno di tornare su Elio e le storie tese,
    all'indomani del successo al Festival di Sanremo (addirittura premio
    della critica!), forse i maggiori interpreti dello spirito demenziale,
    dopo ovviamente i maestri Skiantos, a cui penso debbano molto.
    E' necessaria quindi una breve storia di questo gruppo che, dopo gli
    inizi incerti in cui riesce a crearsi un seguito di fedelissimi, approda nel
    1989 al primo disco, secondo me il migliore, Elio samaga hukapan
    karijana turu, in cui raccolgono parte dei pezzi prodotti negli anni di
    gavetta (altri vecchi pezzi verranno ripresentati nei dischi successivi):
    fra questi John Holmes (una vita per il cinema) (doveroso tributo
    ad un mito del cinema hard), Cara ti amo (freddo campionario delle
    frasi fra giovani uomini e giovani donne), Silos (sull'immagazzinamento
    dei prodotti corporali). Ma Elio e co. acquisteranno notorietà grazie
    soprattutto a degli happening particolari, in puro stile demenziale (in
    cui ritroviamo lo spirito che aveva animato il '77 bolognese): da non
    dimenticare ad esempio la serata del Controfestival, organizzata in
    contemporanea alla quarantesima edizione del vero Festival di
    Sanremo, in cui Elio si fa beffa dei vari Mango, Fogli, Cutugno,
    Minghi/Mietta, Marcella Bella, reinterpretandone, a modo suo, i
    pezzi (serata in parte ripetuta in diretta televisiva a Villaggio
    globale, la trasmissione presentata da Massarini), oppure il record
    della canzone più lunga (12 ore), in cui successe di tutto (ospiti, tra gli
    altri, Ligabue, Eugenio Finardi, Tullio De Piscopo, Mauro
    Pagani), e di cui rimane un breve documento filmato da Red Ronnie
    per Be bop a lula. Rimarrà nella storia della musica demenziale anche
    ciò che accadde durante la festa del primo maggio del 1991, quando,
    eludendo i controlli del delegato Rai, sostituì all'ultimo momento il
    pezzo pattuito con un'invettiva rivolta ad alcuni dei politici dell'epoca,
    documentato in seguito sul CD-single Pippero dell'anno successivo.
    In verità la cosa non piacque molto, e in qualche modo, tagliando la
    diretta e portando via Elio dal palco, l'esibizione fu interrotta, mentre
    un imbarazzatissimo Mollica dietro le quinte non sapeva che pesci
    prendere. Degno di nota anche il mix Born to be abramo,
    velocemente ritirato dal mercato a seguito delle proteste dei testimoni
    di Geova. Dopo un disco poco fortunato di canti natalizi, The los Sri
    Lanka Parakramabahu brothers, le Storie Tese tornano a colpire
    con Italian, Rum Casusu Cikti, in cui compaiono come ospiti
    Diego Abatantuono, Claudio Bisio, Riccardo Fogli, Enrico
    Ruggeri, e addirittura The Chieftains e Le mystere des voix
    bulgares, contenente le hit Servi della gleba (a conclusione di cui
    viene proposto un uso improprio della scopa) e Pippero ("un ballo
    a misura d'uomo, più umano, più vero, un ballo sincero"). Nel
    1993 esce una raccolta di inediti del periodo sommerso (1979-1986)
    dal titolo Esco dal mio corpo e ho molta paura, di cui ricordiamo
    La saga di Addolorato (storia tragicomica di un ragazzo soggiogato
    dai suoi fratelli) e Amico uligano (sigla della trasmissione TV Mai
    dire gol, per la quale hanno prodotto anche Nessuno allo stadio e
    la sigla di quest'anno). E' di quest'anno infine l'approdo al Sanremo,
    di cui già si è parlato, che porta all'uscita di Eat the Phikis, che, a
    parte un paio di pezzi, delude un po' le aspettative.


    This is the end

    Cosa ci aspetterà nei prossimi anni? Probabilmente di tutto,
    soprattutto oggi che questa fetta di mercato sembra essersi allargata a
    seguito di una maggiore richiesta del pubblico. Voglio concludere
    ricordando ai futuri emuli dei vari Freak o Elio, ma soprattutto a tutti
    quei gruppi e cantanti che si prendono così spesso troppo sul serio
    che:

    Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti
    (Roberto "Freak" Antoni, naturalmente)


    Discografia essenziale
    Cochi e Renato "Il poeta e il contadino" (1974) - cassetta
    Skiantos "Mono tono" (1978) - CD
    Skiantos "Kinotto" (1979) -  CD
    Enzo Jannacci "30 anni senza andare fuori tempo" (1989) - CD
    David Riondino "Racconti picareschi" (1989) - CD
    Marco Carena "Serenata (il meglio di ...)" (1991) - CD
    Claudio Bisio "Patè d'animo" (1991) - CD
    Rokko e i suoi fratelli "Sopravvoliamo" (1992) - CD
    Elio e le storie tese "Elio Samaga Hukapan Karijana Turu" (1989) - CD
    Elio e le storie tese "Pippero" (1992) - CD Single
    Paolo Rossi "Hammamet e altre storie" (1994) - CD
    Cochi e Renato "Il meglio di Cochi e renato" (1995) - CD


    Hobby

    Cinema
    I film più brutti degli ultimi 20 anni, film e sport, cinema da salvare

    Musica
    La musica da salvare e la musica comica in Italia

    Sport
    Sci, tennis e attività subacquee

    News

    Controlla le ultime modifiche al sito
    Mirrors & Friends

    Gli altri miei siti e quelli di alcuni miei amici
    Accessi

    Numero visite

    dal 10/11/1999
    a oggi
    CURRICULUM
    HOBBY
    LINKS
    NEWS
    SCRIVIMI
    MIRRORS