I MIEI RACCONTI

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" Pronto signorina, mi scusi, a che ora aprite la biblioteca domattina?" Superato il momento di stupore per quella telefonata che le giungeva alle 23, 45 proprio mentre si accingeva ad ultimare il terzo capitolo dei Promessi Sposi per poi addormentarsi, Erminia Zaniboni, responsabile della biblioteca "Non è mai troppo tardi" di Barbugnano di Sotto , fu presa da una sorta di eccitazione mista a felicità che la rese piu' simile ad un'Alkaseltzer che una rispettabile operatrice culturale. Un intenso brivido le zigzagò lungo la schiena. La pelle d'oca insorse con tale evidenza, da trasferirsi anche all 'opera manzoniana ' trasformandola in edizione braille.

Per comprendere questa intensa reazione, va detto che la biblioteca del paese aveva un utenza pari a quella di un chiosco di granite al Circolo Polare Artico. Culturalmente parlando, Barbugnano era da considerarsi zona disastrata. Nonostante l'autostrada lambisse l'abitato, sarebbe stato perlomeno azzardato sostenere la presenza di una qualche forma di vita intelligente. Anni di bombardamento massmediale d'infimo ordine aveva prodotto effetti devastanti. La gente, privata d'ogni dignità, sopravviveva come concorrente, famiglia campione Auditel o vittima di candid camera. La massiccia e capillare diffusione di fax, modem, cellulari, avrebbe potuto trarre facilmente in inganno chiunque. I contenuti concettuali trasmessi infatti, erano di livello talmente elementare che una comunicazione di tipo feromonico sarebbe risultata piu'che sufficiente.

I rari utenti fino a quel giorno si sarebbero potuti contare sulla punta delle dita di una mano sola (priva di pollice e indice). Esordì tale Ferraruzzi Gino che chiese in prestito dieci volumi dell'enciclopedia Treccani. Il fatto coincise stranamente con l'inizio del lavoro d'imbiancatura in casa dello stesso.

Seguì Trombetti Jole che si portò a casa "Il nome della rosa". Il libro non fu più restituito poiché, credendolo una videocassetta, fu spinto con una tale ostinazione, da rimanere incastrato a vita nel videoregistratore.

Ultimo nell'ordine di tempo: Athos Gutenberg, tipografo del paese. Motivato da una sorta di dovere civico nei riguardi del nome che portava e del mestiere che esercitava, il 5 settembre 1975, osò varcare la fatidica soglia tra due ali di folla plaudente. Uscì un'ora dopo impettito e a testa alta con un bel volume sotto il braccio. Purtroppo, per un tragico errore di rilegatura, la copertina de "Le cento migliori barzellette spinte di Gino Bramieri" (con spiegazioni a piè di pagina) era stata applicata al " Principia Mathematica " di B. Russel. Lo sventurato se lo lesse in un'ora, con una tale foga e una tale buona fede da sostenere davanti a tutto il paese che almeno una decina erano vecchie e le conosceva già. La reazione durò circa quattro ore , dopodichè ridendo in modo isterico e sudando come un equino , si chiuse in tipografia . Qui pose termine ai suoi giorni ingoiando tre confezioni di caratteri Bodoni.

Da allora la biblioteca rimase inesorabilmente deserta e silenziosa. Un obitorio, al confronto, risultava il Casino de la Vallè di San Vincènt. Tra le pagine dei volumi ormai biscottati dal tempo crescevano inclementi vistosi ciuffi d'erba.

Si tentò di tutto per promuovere il libro. Si cercò di divulgarne l'utilità, esponendone gli aspetti più pratici: "Il libro quale sistema per occupare il posto in treno". "Il libro quale deterrente contro i furti d'appartamento." La Croce Rossa Italiana paracadutò sulla zona testi super divulgativi, nei quali:

a) Il termine "Capitolo era sostituito da " puntata".

b) Ogni pagina era intervallata da consigli per gli acquisti.

c) Una prefazione di Eco smentiva la credenza popolare "Chi si addormenta leggendo un romanzo, al risveglio rischia di trovarlo già finito."

Considerata inoltre l'atavica inesperienza della popolazione all'uso di volumi, su ogni copertina fu stampata la scritta "Per aprire, tirare "

Purtroppo le iniziative non spostarono di una virgola la drammatica situazione. Dai corridoi del palazzo comunale iniziarono a trapelare inquietanti voci inerenti il futuro della biblioteca. L'indagine di mercato voluta dall'assessore alla cultura su: "Quanto pagano la carta al chilo? " e i frequenti contatti con un'impresa di demolizioni, insinuò nella Zaniboni un atroce sospetto . Da molto tempo infatti in paese si vagheggiava il sorgere di una imponente struttura adibita per meta' a sala giochi e per metà al T.G.P ( Tombola Geriatrica Permanente " Mike Bongiorno". Purtroppo il sopralluogo effettuato quello stesso giorno dal geometra del comune in biblioteca, aumentava notevolmente le probabilita' sull 'avverarsi dell'inquietante ipotesi.

"Pronto... mi sente?"

Quella voce telefonica però......................era come se avesse spazzato in un'istante tanti anni bui, tante quotidiane angosce!

Finalmente una luce di speranza! Finalmente un segnale che qualcosa era ancora vivo!

Maria Zaniboni riappoggiò all'orecchio il microtelefono che fino ad allora aveva tenuto stretto al cuore modulando un emozionato " Si?".

"...allora, posso sapere a che ora aprite domattina ?"

"Chi parla. ?"

"Sono il geometra Degli Esposti! Si ricorda che oggi sono venuto da lei fare un sopralluogo?".

"Sì geometra ! anzi, alla chiusura volevo parlarle ma poi non l'ho più vista.."

"Ci credo che non mi ha più visto! Sono rimasto chiuso dentro!"

Quelle parole capitozzarono di colpo il bel sogno della povera bibliotecaria che si sgonfiò come una camera d'aria.

La notte si richiuse su quell'ultima speranza.

L'olocausto culturale era giunto a compimento.


 

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