Mulinelli e gli accessori

 

Il corredo di un pescatore a passata: dai mulinelli ai piombi, ecco tutti gli accessori, da scegliere sempre in base alle proprie reali esigenze.

Quali sono, dopo le canne, le altre attrezzature indispensabili per la pesca a passata? Il mercato offre una stragrande quantità di accessori, che non sono sempre necessari o che a volte servono solo a livello agonistico. Cerchiamo quindi di orientarci di fronte a questa variatissima vetrina per cercare quello di cui un buon pescatore non può veramente fare a meno. Il mulinello è il primo tra gli accessori per chi pesca con la bolognese. E' lo strumento che al suo apparire ha rivoluzionato la pesca sportiva, in quanto consentiva due attività fino a quel momento impossibili: lanciare la lenza ben al di là della normale portata della canna e poi recuperarla, svolgendo anche un'azione di ammortizzatore durante il recupero di un pesce. La sua diffusione popolare risale agli anni '50 e oggi praticamente ogni pescatore ne possiede almeno uno. Il mulinello per la passata non deve avere caratteristiche particolari, quindi si tratta di un attrezzo che può essere impiegato per altre tecniche di pesca. Poiché stiamo parlando della passata, vediamo quali devono essere le qualità fondamentali di un mulinello in relazione a questo tipo di pesca: Non importa che sia di piccole dimensioni o particolarmente leggero, l'essenziale è che sia del tipo a bobina fissa, con una buona capienza di filo. Inoltre deve essere robusto, affidabile, e garantire una fuoriuscita del filo il più lineare possibile, cosa fondamentale, perché si tratta in genere di monofili di piccolo diametro. I modelli presenti sul mercato offrono tutti caratteristiche di affidabilità e robustezza; anche nei mulinelli hanno fatto la loro comparsa i materiali "dell'ultima generazione", come il titanio, la grafite, il whisker, che hanno sostituito il metallo nella costruzione del telaio esterno e della bobina, a tutto vantaggio della leggerezza.

I mulinelli

Abbiamo detto che per la passata si usano soltanto mulinelli a bobina fissa. Questo significa che sono dotati di un guidafilo che avvolge con regolarità e precisione il filo stesso sulla bobina, fissa sul suo asse. Ogni movimento del mulinello si sviluppa per mezzo di cuscinetti a sfere, che garantiscono la massima precisione e scorrevolezza dei diversi meccanismi. Il numero dei cuscinetti impiegati può variare da un minimo di uno, nei mulinelli più semplici, a un massimo di cinque o sei per i modelli più sofisticati. Dal punto di vista puramente meccanico non c'è stata una grande evoluzione rispetto ai mulinelli del passato. Questo perché il principio su cui si basa la loro azione, in pratica quello di moltiplicare la velocità di rotazione della manovella e trasferirla all'archetto, è piuttosto elementare e rimane per ora insostituibile. Solo le bobine, come vedremo, si sono decisamente trasformate: un tempo infatti il corpo della bobina, quello su cui veniva avvolto il filo, era cilindrico. Nei modelli più recenti, invece, esso ha forma di tronco di cono.

La velocità

La velocità di recupero di un mulinello è indicata da un rapporto espresso numericamente, che può variare da un valore di 4 a 1 fino a 6,3 a 1 (riportati come 4:1 e 6,3:1), che indica quanti giri compie il guidafilo a ogni giro completo di manovella. La quantità di filo avvolta sulla bobina a ogni giro di manovella è data dal prodotto della circonferenza media della bobina per il numero di giri compiuti dall'archetto. E' evidente pertanto come la circonferenza della bobina sia rilevante agli effetti dell'avvolgimento del filo. Un esempio: se abbiamo un mulinello molto veloce e con una bobina di diametro piccolo, la quantità di filo avvolto a ogni giro di manovella, poniamo con un rapporto di 6: l, è la medesima di quella avvolta con un mulinello più lento, cioè con un rapporto 4:1, ma con una bobina di diametro maggiore. E' poi importante conoscere il diametro del filo stesso: per la pesca a passata, che utilizza diametri minimi, la quantità di filo avvolta sulla bobina è tanto maggiore quanto minore è la sezione del monofilo. Sulle bobine sono indicate le capacità in rapporto ai diametri. Comunque nella passata la velocità di recupero non è determinante, poiché non influisce sull'azione di pesca.

La bobina

Ormai si trovano solo raramente mulinelli con bobine cilindriche. Più diffuse sono invece le bobine a tronco di cono, con diametro differenziato, che permettono una veloce e regolare fuoriuscita del monofilo durante il lancio. Hanno alla base un diametro più ampio che si restringe gradualmente verso l'alto. Questa rastrematura, che non è molto pronunciata, consente uno svolgimento più rapido e lineare del monofilo, riducendo il pericolo di garbugli o, come si chiamano in gergo, di "parrucche"; inconvenienti di questo genere erano in effetti piuttosto frequenti con i mulinelli più vecchi. Un'altra innovazione, oltre che una bella comodità, sono anche le bobine di ricambio, di diametri diversi. Infatti sono state studiate con diametri che si adattano a quelli variabili dei monofili, considerati nella lunghezza standard di 100 metri.

L'archetto

E' l'elemento più esposto agli urti e alle rotture. Viene ribaltato prima del lancio e scatta automaticamente quando si dà il primo giro di manovella. La sua funzione è quella di permettere il riavvolgimento del filo durante il recupero e di impedirne la fuoriuscita dalla bobina. In genere è dotato di un guidafilo: deve essere di materiale molto resistente e levigato. Nei vecchi mulinelli, il punto debole dell'archetto era la molla, perché il funzionamento dell'archetto la sottoponeva a trazione, mentre i nuovi mulinelli sono dotati di una molla soggetta a compressione, la cui durata è praticamente illimitata. Alla fine anni '80 sono apparsi in commercio nuovi mulinelli senza archetto ed è curioso constatare che, nel 1970 circa, un costruttore di mulinelli italiano aveva messo in produzione un simile modello senza archetto. Ci sono poi mulinelli senza archetto perché a bobina chiusa, dove il filo passa attraverso un foro posto al centro del cono che copre la bobina. La copertura della bobina offre almeno due vantaggi: il monofilo viene protetto sia dall'azione dannosa della luce solare, sia dal rischio di urti.

La frizione

Svolge una funzione molto importante nell'ambito di una azione di recupero dopo l'abboccata. Il suo compito è quello di cedere lentamente e gradualmente il filo nel momento di massima tensione, quando un pesce è stato agganciato, evitando il rischio che il filo stesso si spezzi. In un mulinello da passata è importante che la frizione sia il più possibile fluida e regolabile, e ormai la maggior parte dei modelli in commercio assolve pienamente a questa caratteristica. La frizione, che è azionata da una manopola graduata, può trovarsi nella parte posteriore del mulinello, oppure, in altri modelli, nella parte anteriore, al di sopra della bobina, incorporata nell'elemento che trattiene la bobina stessa al suo posto. Normalmente la si regola in modo che incominci a cedere filo solo quando si è appena al di sotto del limite di rottura del filo stesso (questo valore è indicato sulle confezioni dei monofili). La regolazione va fatta prima di incominciare a pescare: non conviene allentare troppo la frizione, perché la stessa entrerebbe in azione durante la ferrata, rendendo quest'ultima meno immediata ed efficace. Il sistema più semplice per regolare la frizione consiste nel chiuderla quasi completamente, quindi afferrare il filo e tirare, riaprendo la frizione finché il filo stesso non si rompe più.

L'antiritorno

E' una levetta che impedisce alla manovella di tornare indietro. Quando è inserito, il dispositivo di antiritorno normalmente emette un lieve gracidio meccanico durante il recupero. Pescando a passata è consigliabile tenerlo sempre inserito, per evitare che, in un momento in cui non si tiene la manovella in mano, un'abboccata improvvisa possa farla tornare indietro, con il conseguente allentamento del filo e la sicura perdita del pesce.

I monofili

Il filo per la pesca a passata non deve avere caratteristiche particolari, oltre a quelle di una normale resistenza e affidabilità, offerta ormai da tutte le marche in commercio. Il suo diametro, invece, è molto importante: deve essere comunque piccolo, per l'esigenza di lanciare a una certa distanza pesi assai esigui. I diametri consigliati possono andare da un min!mo dello 0,12 a uno 0,16 come massimo. Per quanto riguarda invece la parte che "lavora', la lenza vera e propria, il finale, i diametri diminuiscono ulteriormente, da un massimo dello 0,14 / 0,12 a un minimo dello 0,08. Il diametro più usato mediamente è lo 0,10. Anche in questo caso la scelta è molto ampia e i prezzi delle bobine di uguale lunghezza e diametro possono variare anche in misura cospicua. In genere sull'etichetta sono indicati la misura del filo e il suo carico di rottura e questa indicazione quasi sempre è veritiera. Accade invece, anche se questo può sembrare strano, che il diametro indicato sulla confezione non corrisponda a quello reale del filo, ma sia minore. Bisognerebbe ogni volta misurarlo con l'apposito calibro. Oppure bisognerebbe controllare l'indicazione basandosi sull'esperienza propria o su quella dei negoziante, anche perché un eventuale errore può significare la differenza tra una buona pesca e una meno favorevole. I motivi per cui pescando a passata si usano monofili di diametri così ridotti sono vari; innanzitutto una minore visibilità del filo in acqua e quindi la possibilità di vincere le naturali diffidenze dei pesci; un altro motivo altrettanto importante è che una lenza sottile pesa meno e ha quindi un'azione più morbida che permette all'esca di muoversi in acqua nel modo giusto. Infatti per quanto leggera, l'esca ha sempre un suo peso che, sommato al peso di un monofilo di diametro più grande, renderebbe la sua fluttuazione nella corrente innaturale e quindi produrrebbe un risultato poco efficace. Numerose esperienze di pescatori hanno dimostrato senza ombra di dubbio che, se si pesca per esempio con un finale dello 0,12, si ha un numero assai ridotto di abboccate: cambiando il finale con uno 0,10, le abboccate diventano molto più numerose, anche se. la differenza tra i due diametri è minima. Il che vuol dire che anche una piccolissima differenza può essere determinante. Per finire, un consiglio: in commercio esistono monofili fluorescenti e con diverse colorazioni. Per chi pesca a passata, sono da evitare: i più indicati sono quelli neutri o trasparenti.

Gli accessori utili

I panier-siège a cassetta è un accessorio insostituibile quando si pesca a passata dalla sponda, quando cioè non si hanno i piedi in acqua. Di origine francese, è un sedile che contiene tutta una serie di cassettini in cui sistemare in ordine gli oggetti indispensabili alla pesca. Ma non è solo un accessorio comodo: pescare seduti permette una maggiore visibilità del galleggiante, cosa quanto mai importante con questa tecnica di pesca. Infatti, quando è seduto, il pescatore si trova a un'altezza più vicina al pelo dell'acqua. E questo ha una grande importanza: può sembrare poco rilevante, eppure una posizione più bassa di quella eretta consente un angolo visuale completamente diverso, e migliore, con una Conseguente maggiore prontezza nello scorgere ogni minimo movimento, e perciò con la possibilità di una ferrata più tempestiva.

Il retino o nassa porta-pesci

E' sempre buona norma mantenere il pesce vivo il più a lungo possibile, sia per liberarlo alla fine della giornata, sia per mantenerlo fresco per chi se lo vuole portare a casa. Per questo bisogna disporre di un retino porta-pesci che possa rimanere in acqua tutto il giorno. I primi modelli erano piuttosto piccoli e di rete metallica, mentre oggi si usano grandi nasse di cotone o nylon, dove il pesce ha spazio per muoversi e non rischia di ferirsi contro le pareti della sua prigione, fatto questo tanto più importante quando i pesci, e fortunatamente quest'abitudine si va sempre più diffondendo, vengono rilasciati in acqua al termine della pesca. E un gesto veramente sportivo, dettato da quell'atteggiamento di profondo rispetto per la vita di ogni essere che è ormai una stabile acquisizione della nostra sensibilità moderna. Nelle gare è ormai una pratica usuale. La nassa viene calata in acqua vicino al pescatore, con l'apertura rivolta verso il pescatore stesso, che potrà così con un semplice gesto far scivolare il pesce nella rete.

Il guadino

Anche se è tecnicamente definito un accessorio, per chi pesca a passata è assolutamente necessario. Meglio scegliere i modelli lunghi, possibilmente con manico telescopico e regolabile, che ne permette l'utilizzo in qualsiasi circostanza e in qualsiasi ambiente. L'imboccatura deve essere ampia e rigida, e la rete, almeno nei modelli più recenti, è in tessuto anticorrosione, come quello delle nasse, molto più resistente e sicuro anche se rimane a lungo in acqua. Ciò mette al riparo dalle amare sorprese di un tempo, quando la rete, apparentemente solida, dopo poco si bucava. Naturalmente nel momento in cui si stava guadinando un bel pesce! Questo materiale risponde al requisito di non ferire il pesce guadinato, cosa importante quando poi si ha intenzione di liberarlo.

Il marsupio

E' una grande tasca appunto a marsupio, munita di cintura, che il pescatore a passata si fissa intorno alla vita. Indispensabile soprattutto se si pesca a piedi in acqua, contiene le esche, normalmente i bigattini (larve di mosca carnaria), e permette di averle sempre a portata di mano. Particolarmente importante proprio perché l'operazione di innesco e cambio dell'esca si ripete moltissime volte durante una giornata di pesca. Il marsupio è altrettanto utile per la pasturazione con la fionda.

I Piombi

Questi ulteriori, importanti accessori si possono suddividere in due grandi famiglie: i piombi sferici, calibrati, con una fessura in cui far passare il filo, e le torpilles. Due sono le finalità per cui si usano i piombi: portare l'esca alla profondità desiderata verso il fondo e tarare perfettamente il galleggiante. I piombi sferici hanno il pregio di offrire una scarsissima resistenza all'acqua e danno la possibilità di una distribuzione frazionata sul finale, secondo tutti i tipi di esigenze, come vedremo parlando delle lenze, e sono disponibili in diversi diametri, che variano mediamente dall'1,60 al 2,75 fino al 3,20 come massimo. I piombi per la pesca all'inglese sono classificati in modi diversi. Si trovano in commercio in varie confezioni: l'ideale è una scatolina suddivisa in quattro o cinque settori nei quali ci siano piombi di diversa grammatura e diverso diametro, così da avere immediatamente sottomano i piombi da utilizzare in ogni circostanza. Le torpilles, a forma di goccia, vanno fissate al finale della lenza con la parte più grossa orientata verso il basso, cioè verso l'amo; rispondono all'esigenza di una maggior velocità di penetrazione idrodinamica. Anche le torpilles sono in vendita in diverse grammature, identificate con una serie di numeri rispondenti ognuno a una differente grammatura. Vanno da un minimo di 0,10 g a un massimo di 15 g. L'uso di piombi sferici o di torpilles si decide in base alle esigenze del luogo e alle condizioni ambientali. Per quanto riguarda i piombi sferici, li si può distribuire lungo tutto il finale di lenza in modi diversi, a seconda delle condizioni dell'acqua e della velocità della corrente. Le torpilles servono soprattutto a far scendere a fondo più rapidamente l'esca, in modo che non resti nelle zone superiori d'acqua, particolarmente in presenza di abbondante minutaglia,, che potrebbe anche comprometterne l'integrità. Risultano quindi particolarmente adatte alla pesca degli esemplari di maggior taglia. Le torpilles si usano in particolare con la canna fissa e in acque con correnti sostenute, dove si pesca con una forte trattenuta: in questi casi è molto importante che la piombatura sia concentrata in un segmento limitato del finale; a parità di peso, una torpille avrà un ingombro inferiore a quello di una piombatura con pallini sferici. In ogni caso, esiste la possibilità di combinare sulla stessa lenza entrambi i tipi di piombatura.

Le sonde

Sono un altro accessorio indispensabile, spesso poco usato o trascurato dai pescatori a passata. La loro importanza è strettamente legata alla necessità di stabilire con estrema precisione la profondità dell'acqua. E questo è un fattore determinante per la buona riuscita della pesca a passata, da non sottovalutare, perché conoscere esattamente la profondità dell'acqua significa essere in grado di valutare con maggiore precisione dove e come pasturare e pescare. La sonda è un grosso piombo generalmente diviso in due semisfere cave unite da una molla che le tiene chiuse, che si sistema intorno all'amo, con o senza esca, per determinare la profondità del tratto di fiume in cui si vuole effettuare la passata. Eseguito il più delicatamente possibile il lancio, nel punto dove si intende pescare, la sonda si depositerà sul fondo: se il galleggiante scompare, bisogna aumentare la sua distanza dall'amo, se invece galleggia sulla superficie per tutta la sua lunghezza, si deve ridurre la distanza. Dopo aver ripetuto queste prove un po' di volte, si dovrà avere il galleggiante immerso correttamente. Le sonde servono anche a determinare in quali punti l'andamento del letto dei fiume presenta variazioni notevoli e irregolari di profondità. Un esempio classico è la pesca a passata del barbo, dove basta individuare una zona leggermente più profonda lungo il filo della corrente per incontrare proprio in quella zona una presenza più abbondante di pesci. Se l'esca passasse troppo alta non ci sarebbe neppure un'abboccata.

La fionda

Serve per la pasturazione, quando si vogliano ottenere distanza e precisione non possibili manualmente. Le fionde sono di due tipi: uno con la coppetta piuttosto piccola, per il lancio di una piccola quantità di bigattini dove si vogliono richiamare i pesci. Con questo tipo di pastura è importante non scegliere fionde con una coppa troppo grande, perché è meglio pasturare spesso con piccole quantità di bigattini che non lanciarne una quantità maggiore un numero di volte minore. Il secondo tipo di fionda è dotato di una particolare retina che serve per lanciare bigattini incollati o piccole palline di pastura. Ben conoscendo l'importanza che ha la pasturazione nella pesca a passata, è opportuno ricordare che gli elastici delle fionde non sono eterni e che si possono prima o poi rompere: un pescatore previdente, se non una fionda di ricambio, si porta sempre dietro almeno il ricambio degli elastici.

Piccoli strumenti utili

Lo slamatore, la cui funzione è chiaramente indicata dal suo nome, serve per togliere gli ami penetrati in profondità senza dover mettere le dita in bocca al pesce e senza dover effettuare dilettantistici interventi chirurgici. Strumento più che indispensabile, ha inoltre il vantaggio di essere di poco ingombro. Una pinza multiuso permette diverse funzioni, come lo schiacciamento dei piombi e lo slamamento dei pesci; funge anche da cacciavite, forbice e cesoia e presenta particolari fessure sui manici per spaccare i piombi sferici. C'è poi una speciale pinzetta, che senza ledere minimamente l'integrità del filo (non dimentichiamo che si tratta di monofili di diametro esiguo e quindi piuttosto fragili) serve ad aprire perfettamente un piombino per togliere quelli in eccedenza (nel caso che la piombatura fatta risulti troppo pesante). In più, ha anche una parte con la quale si possono fissare, schiacciandoli, i piombini sulla lenza.