Prede e ambienti del carp-Fishing
Le catture possibili con le tecniche dei carp-fishing
comprendono in primo luogo le varie specie di carpe. Ma all'amo
finiscono spesso anche altre eccellenti prede.
Fatta eccezione per alcuni classici predatori che non si
lasciano tentare di norma da impasti di alcun genere e snobbano le
boilies, le tipiche esche del carp-fishing, altri pesci, come
cavedani, scardole, carassi e barbi, cadono, più o meno spesso, nella
trappola del carp-fishing. Inoltre, raramente si ha la fortuna di
allamare in qualche laghetto-cava con ingresso a pagamento lo splendido
storione, che si produce in fughe e salti violentissimi. Con maggiore
frequenza saranno i temibili siluri a cadere nell'inganno, soprattutto nelle
acque padane. Spesso si tratterà di prede di pochi chilogrammi, ma a volte
si avrà a che fare con pesci che pesano molte decine di chili. A parte le
catture non comuni, la carpa è, ovviamente, la preda principale di questa
tecnica. La carpa comune è certamente una preda ambita per la
bellezza delle sue forme e per la sua combattività. Carpe regina di oltre 20
kg rappresentano il massimo della specie, con punte che raramente superano i
25 kg. La carpa a specchi (caratterizzata da placche che rivestono il
corpo) è certamente quella che mette più a dura prova le attrezzature
dell'appassionato a causa di una difesa a tratti violenta e al suo peso
massimo che supera i 35 kg. Un esemplare molto ambito è la carpa cuoio,
così chiamata per la totale assenza di placche lungo il corpo. Tra le
prede di più recente introduzione nelle nostre acque vi è la carpa
erbivora, o amur. Si tratta di uno splendido pesce dalla forte
combattività che mette a dura prova attrezzature e pescatori. Catture di
amur di oltre 25 kg sono possibili solo al termine di combattimenti
estenuanti e violentissimi. Rarissima, e del tutto casuale, è la cattura del
temolo russo, un innocuo bestione che può superare i 100 kg di peso e
che gli Inglesi includono tra le possibili catture sotto il nome di
Silver Carp, carpa d'argento. Per nutrirsi questa preda predilige però
il plancton e la cattura con le boilies è da ritenersi un caso
davvero unico in tutta la carriera di un pescatore. In qualche laghetto
privato è possibile catturare la carpa Koj di origine giapponese e
dalla bellissima livrea rossastra. Si tratta però di una preda di poca
rilevanza e rara. Anche qualche grossa tinca potrà cadere nell'inganno delle
boilies, soprattutto quando si utilizzano esche di diametro molto
ridotto.
Come studiare il fondale
Esiste un metodo molto semplice che permette una buona
conoscenza dei fondale, soprattutto nelle acque più basse. Il limite della
tecnica descritta sta nella necessità di effettuare un certo numero di lanci
per coprire un buon tratto d'acqua. Se però si inverte completamente la
posizione dei piombo (che sarà scorrevole) e quella dei galleggiante (che
verrà fissato alla estremità della lenza madre) in un solo lancio si potrà
scandagliare un'intera porzione di acqua. Recuperando con il mulinello si
farà affondare il galleggiante fino a fargli raggiungere il piombo.
Continuando a recuperare, si sposterà il punto da scandagliare di qualche
metro e si ricomincerà con le misurazioni. L importante individuare tutti i
cambi di profondità e i cosiddetti scalini, perché sono questi i punti di
maggiore resa.
Tipici ambientidi carp-fishing
Che i fiumi italiani siano ricchi di carpe è un fatto
assodato, anche se forse si tratta di un ambiente non facile, soprattutto
per i meno esperti. Il fiume presenta dei settori molto propizi, soprattutto
laddove la corrente rallenta o viene deviata da curve improvvise e brusche.
1 grandi ostacoli, come le rocce, creano dei luoghi perfetti nei pressi dei
quali calare la lenza con le boilies. Si scarti a priori il centro
fiume e si dedichi parte dell'attenzione all'immediato sottoriva, dove si
potranno frequentemente catturare esemplari da record. Molto propizi sono i
settori ricchi di vegetazione, quali ninfee o canneti, anche con acqua molto
bassa (meno di 1m) e dove, nelle primissime ore della mattina, si possono
effettuare buone catture. Ma il vero paradiso del carp-fishing
sono i laghetti ricchi di carpe, sparsi lungo tutto il nostro territorio
nazionale. Tutto sta a individuare dove sostano le carpe, con un'attenta
osservazione, per poi effettuare una pasturazione accurata. Il difetto dei
laghetti è spesso rappresentato dalla taglia delle carpe presenti, spesso
poco interessante. Altre volte, invece, laghi insospettabili (persino quelli
artificiali delle nostre città, come il laghetto dell'EUR a Roma) sono in
grado di regalare catture stupefacenti che toccano i 20 kg. Le cave sono un
altro degli habitat ideali anche se qui le temperature dell’acqua sono
mediamente più fredde rispetto ai laghetti e meno soggette ai periodi di
siccità. Le cave diventano luoghi importanti per il carp-angler nella
seconda metà dell'estate, dopo un lungo periodo di scarso interesse. Si
cerchi in tutti i settori con acqua medio-bassa o ricchi di vegetazione:
saranno certamente prodighi di buone soddisfazioni. Se le canne lo
permettono, si provi a pescare anche verso la sponda opposta e si tralasci
il centro del lago, a meno di non essere certi che vi siano delle piccole
secche o dei sensibili cambi di profondità. Infine ecco i luoghi più
difficili, ma maggiormente ricchi di carpe: i grandi laghi. Nelle profondità
dei laghi si nascondono infatti esemplari da record che si avvicinano a tiro
di canna solo durante le ore notturne. La ricerca del pesce è spesso molto
difficile e molti appassionati di alto livello stanno cominciando ad
affidarsi anche alla pasturazione da barca per allargare quanto più è
possibile lo spettro d'azione delle esche. 1 grandi laghi sono spesso il
regno della pesca a grande distanza, non prima però di aver studiato
attentamente il fondale alla ricerca di cambi di profondità repentini o
dossi improvvisi.
Dove stazionano le carpe
La carpa è un pesce che ama le acque lente e tranquille
per gran parte della stagione ed è evidente che tutte le acque stagnanti si
possono rivelare ricche di prede. Molto importante è, senza dubbio, la
profondità dell'acqua ed è fondamentale fare subito chiarezza su questo
punto che, da sempre, è oggetto di diverse interpretazioni da parte dei
carp-anglers. In primo luogo bisogna considerare che il pesce (e questo
non vale solo per la carpa) ha comportamenti diversi in funzione della fase
di attività che sta attraversando. Le acque profonde (oltre i 10 m) sono
certamente un luogo di totale sicurezza contro tanti possibili pericoli
(uomini, uccelli, pesci predatori e altri animali). A quelle profondità vi
sono spesso delle grosse tane create da ostacoli quali tronchi o roccia; il
fondale stesso è, di norma, poco ricco di nutrimento poiché la luce che vi
giunge non favorisce la nascita e lo sviluppo di molte specie di vita.
Questo è quindi un luogo in cui le carpe preferiscono stazionare quando non
si alimentano. Nel momento in cui avvertono i sintomi della fame, i pesci
tendono sempre a spostarsi in acque molto più basse; l'esperienza insegna
che una profondità compresa tra 1 e 5 m è l'ideale per tentare le migliori
catture anche nel periodo più freddo. Qui il fondale è ricco di forme di
vita e la corrente (presente anche nei laghi) tende a mantenerlo morbido e,
quindi, più facilmente accessibile dal pesce. Ancora meglio se sulla
superficie vi sono grosse piante acquatiche quali le ninfee o grandi salici
che poggiano le foglie sull'acqua. Il riparo dà vita a una zona in cui il
pesce può alimentarsi con continuità e in tutta sicurezza. Quando il pesce è
intento a cibarsi poche cose potranno disturbarlo. Questa sua golosità
lascia però spesso dei segnali inconfutabili quali, per esempio, colonne di
fitte bollicine create proprio dalla aspirazione del pesce. Nelle acque più
ricche di melma si vedono anche delle piccole nuvole di fango sollevarsi.