Pesca a
Fondo: cefali al tocco
Il cefalo, se dal punto di vista culinario non rappresenta sicuramente il
massimo, dal punto di vista sportivo, invece, è un ottimo combattente che dà
sicuramente filo da torcere al pescatore non esperto. Ha, per alcuni versi,
dei consimili anche in acqua dolce, come il cavedano o la carpa. Il muggine
o cefalo, della famiglia dei mugilidi, è reperibile in tutte le zone
d’Italia, da nord a sud. E’ sempre nelle mire e nelle attenzioni di tutti
gli specialisti i quali periodicamente trovano nuovi finali o nuove tecniche
per insidiarlo. Direi quasi che la sua fama è indirettamente proporzionale
al suo gusto, in fatto di culinaria. La tecnica che andrò ad esaminare è
sicuramente tra le più divertenti e meno sofisticare tra quelle previste per
la cattura del cefalo.
La pesca si effettua a stretto contatto con il fondo, quindi “rischieremo”
anche di catturare altre specie. In maniera particolare gioca un ruolo
importante il brumeggio in quanto questo pesce vive e si nutre sempre in
branco, composto da numerosi individui.
La
pasturazione.
Se effettuata
in maniera costante e sapiente, sicuramente alla fine della giornata la
bilancia ci darà enormi soddisfazioni. Non pubblicizzerò nessuna delle
famose marche che producono pastura in quanto ritengo che alla base di tutto
ci sono gli ingredienti. E se, con un po’ di pazienza ci si applica, il
risultato può essere anche superiore a quello che si otterrebbe usando
pasture “famose”. Con circa 6 etti di farina di formaggio, un chilo di sarde
macinate, o con 6 etti di pane grattugiato, aggiungendo anche 6 etti di
farina di riso o glutine di mais, il tutto ben mescolato, ecco pronta la
nostra “bomba” per i cari amici cefalotti.Amalgamare bene il tutto bagnando
gradatamente e si otterrà un impasto tenace tale da consentirci di
realizzare palle di pastura che si disgregheranno man mano che scendono
verso il fondo. Iniziamo, quindi, la pasturazione lanciando 4 o 5 palle di
brumeggio grandi quanto un mandarino verso il luogo ove intendiamo pescare.
Se decidiamo di usare per esca polpa si sardina, allora nel nostro miscuglio
dovrà abbondare la sardina, mentre in caso di utilizzo di pane francese per
esca, allora nella pastura dovrà abbondare il pane.
La
can na.
La canna dovrà
avere una lunghezza variabile tra 5 e gli otto metri, meglio quindi un
attrezzo lungo, ci favorirà nelle concitate fasi del recupero. Azione rigida
di punta e un buon grado di robustezza e nerbo lungo il fusto. Avremo
bisogno di canne con il vettino intercambiale e che possano gestire bene
piombature da 2 a 30 grammi, e possibilmente in fibra di vetro per evitare
rotture. Quindi canna telescopica con anelli guidafilo del tipo
teleregolabile. Il mulinello basta anche di dimensioni medio piccole,
caricato con un buon 0,18.
La cassetta con gli accessori
La montatura.
I braccioli
vanno montati a bandiera, con un diametro tra lo 0,10 e lo 0,16, quindi più
sottile del trave. Dobbiamo ricordare, infatti, che il muggine è un pesce
sospettosissimo e quindi, la percentuale di allamate è proporzionale alla
trasparenza ed allo spessore del filo: più sottile, più invisibile, più
allamate. Il bracciolo sarà lungo circa 10 centimetri. Gli ami vanno bene
dal n°14 al n°16, a seconda della marca che preferite. Questo tipo di pesca
(al tocco) non è altro che una pesca a fondo, ma che si pratica nelle acque
ferme delle banchine dei porti, dove il muggine cerca di alimentarsi
cercando cibo vicino alle barche, op al cemento delle banchine. Anche le
scogliere artificiali si addicono a questa pesca, dove però avremo
l’accortezza di usare canne più lunghe, attorno ai 7 8 metri. Al contrario
della pesca con il galleggiante avremo il vantaggio di non “incontrare”
branchi di novellame che distruggerebbero le nostre esche danneggiando
quindi tutto il buon lavoro fatto sino a quel momento.
L’abboccata.
Il cefalo
mangia in maniera delicata, anzi succhia l’esca. Si ripercuote, quindi, una
leggera abboccata sul sensibile cimino, quasi impercettibile quando mangia
dal basso verso l’alto, sollevando quindi il puntale della canna senza darci
alcun segnale.
Qui è necessaria una rapida ferrata e comincia quindi il combattimento.
Pochi secondi ma sempre in agguato è la rottura del filo, visto che il
muggine, una volta allamato si difenderà con tutte le forze. Necessario,
soprattutto per pesci di oltre il chilo, il guadino.
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