Esche
per tutti i gusti
Conoscere le abitudini
alimentari della trota in funzione delle stagioni di pesca è indispensabile
per ogni trotaiolo che si rispetti e per questo, prima di iniziare ad
analizzare attentamente esca per esca, cercheremo di fare un’analisi sulla
vita alimentare delle trote da Marzo a Novembre (perché qui da noi in
Calabria la pesca alla trota sia apre al alba della prima domenica di Marzo
fino all’imbrunire della prima domenica di Novembre), cioè durante tutta la
stagione di pesca. Nel mese freddo, Marzo, la trota, sia che abiti le acque
di un torrente di montagna che di un fiume di pianura, a causa delle fredde
temperature del liquido in cui vivono non sono molto propense a perdere
energie per cibo troppo veloce o poco sostanzioso: un pesciolino, magari
malato, o qualche verme strappato alle rive durante una piena sono quanto di
meglio possa trovare.
Partendo, naturalmente, dal
verme, iniziamo dunque un’attenta descrizione delle esche impiegabili con
successo per la pesca alla trota in torrente in ogni periodo dell’anno,
fornendo anche le varie modalità di inneschi e i tipi di amo più adatti per
realizzarli.
Il verme di terra
Il verme di terra, nelle sue
molteplici varietà reperibili oggi sia sul mercato che in natura, è
indubbiamente l’esca naturale da trote per eccellenza. I vermi migliori per
la pesca su trote selvatiche sono quelli medio piccoli, rosei e che si
spezzano dopo un paio di passate, mentre per il materiale immesso o la pesca
generica è meglio scegliere anellidi un’ po’ duri e quindi più resistenti.
Il verme di terra, che sia
veronese, olandese, di prato o ibrido, si innesca su ami del n°4-8 a filo
sottile e gambo medio lungo(Toshiro 201 – Osaka 090/091- Katana
1090)scegliendo la misura secondo la taglia degli anellidi che andremo a
usare.
Il verme d’acqua
Il verme d’acqua è l’anellide
più naturale per la maggior parte dei Salmonidi. Preziosissimo, in quanto
non reperibile in commercio se non in alcuni negozi specializzati, questo
tipo di verme si trova in natura tra le foglie umide e la ghiaia di alcuni
torrentelli appenninici e prealpini. Si conserva al fresco, tra muschio e
fogliame appena inumidito, anche per lunghi periodi e si innesca su ami
simili per tipo e dimensioni a quelli impiegati per i vermi di terra.
Il verme di letame
L’anellide che vive nei
pressi o dentro i letami, molto utilizzato dai colleghi pescatori al colpo,
viene scarsamente impiegato per la pesca alla trota, se non per la pesca
ultraleggera in passata (rodolon) o quella con il galleggiante. Molto
delicato, mai grande, si innesca su ami sottili e molto piccoli a gambo
medio lungo.
Le camole del miele
Le camole del miele, oggi
reperibili sul mercato con facilità in tutti i negozi di articoli da pesca,
sono le larve di una farfalla parassiti che vive negli alveari. Giallastre,
bianche, tendenti all’arancione, nel cartone o nel truciolato, se ne trovano
di tutte le taglie, generalmente in pratiche scatoline contenenti circa 40
pezzi. Le camole si innescano su ami a filo molto sottile e gambo abbastanza
lungo, sia singole che in coppia o addirittura triple.
Il caimano
Il caimano è una larva
marrone chiaro tende al nero reperibile in tutti i negozi di articoli da
pesca in scatoline da circa 15 pezzi e non è una delle esche più utilizzate
per la pesca alla trota in torrente.
Recentemente,specie gli
agonisti, stanno utilizzando questa larva durante la fase di cambiamento
della pelle,quando cioè si presenta di un bel colore bianco e, soprattutto,
risulta molto più morbida di quella reperibile normalmente. Per “bloccare”
la larva durante questo stato, occorre metterla sottovuoto e conservarla al
fresco(si mantiene solo per pochi giorni). Gli agonisti innescano il
caimano, sia il naturale che quello bianco, su ami a filo sottile e gambo
lungo, fuoriuscendo dal corpo della larva a circa due terzi della sua
lunghezza.
Il tebo
Il tebo è il bruco di una
farfalla reperibile in natura solo nella corteccia di alcuni alberi
dell’America Latina. Si tratta di una sorta di “camole”, grosso più o meno
come una sigaretta e lungo dai 2 ai 4 centimetri, di colore arancione -
giallastro e di consistenza medio morbida. In Italia è reperibile solo
acquistando una confezione(in generale da 10 a 15 pezzi)in un negozio di
articoli da pesca. Il tebo non è un’esca classica del pescatore di torrente,
comunque può dare ottimi risultati, specialmente su trote immesse o pescando
a galleggiante. Interessante, per chi pratica agonismo o si dedica alla
pesca di trote lanciate, il possibile abbinamento con una camola del miele.
Gli insetti
Grilli e cavallette sono gli
insetti più utilizzati per la pesca alla trota in torrente anche se, a onor
del vero, non ricevono da parte di molti pescatori la considerazione che
merita. Entrambe queste esche sono reperibili nei campi con l’erba medio
alta nelle prime ore del giorno, quando cioè devono attendere il sole per
asciugarsi e poi muoversi con libertà. Si conservano bene in una
bottiglietta di plastica da mezzo litro con dentro un po’ d’erba e, se
utilizzate a dovere e nei giusti ambienti, possono regalare catture degne di
nota. Si innescano su ami a gambo lungo , molto sottili, sia con il sistema
delle due capriole che bucandoli sotto la corazza dorsale.
Il pesciolino
La pesca con il pesciolino,
sia morto che vivo dove è permessa riesce a selezionare in maniera decisa la
taglia delle catture. I migliori pesciolini da utilizzare come esca sono
quelli (3-7centimetri), meglio reperibili in loco dai Salmonidi, come
vaironi, scazzoni, sanguinerole. Per la pesca a pesce morto, ottime anche le
piccole e lucenti alborelle. Il pesciolino morto si innesca su ami del n°3-6
a gambo lungo, nel modo esemplificato dal disegno, ideato dal grande
pescatore ligure Ivo Briano. Per l’innesco del vivo vanno bene gli stessi
ami, ma occorre impiegare molta attenzione nel pungere il pescetto8sulla
bocca o sulla spalla in modo da non lederne assolutamente le funzioni.
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