Samuele 2 - Capitolo 9
3. LA FAMIGLIA DI DAVIDE E GLI INTRIGHI PER LA SUCCESSIONE
A. Merib-Bàal
Bontà di Davide verso il figlio di Gionata
[1] Davide disse: "E' forse rimasto qualcuno della casa di Saul, a cui io possa fare del bene a causa di Giònata?". [2] Ora vi era un servo della casa di Saul, chiamato Zibà, che fu fatto venire presso Davide. Il re gli chiese: "Sei tu Zibà?". Quegli rispose:
"Sì". [3] Il re gli disse: "Non c'è più nessuno della casa di Saul, a cui io possa usare la misericordia di Dio?". Zibà rispose al re:
"Vi è ancora un figlio di Giònata storpio dei piedi". [4] Il re gli disse: "Dov'è?". Zibà rispose al re: "E' in casa di Machìr figlio di Ammièl a Lodebàr". [5] Allora il re lo mandò a prendere in casa di Machìr figlio di Ammièl a Lodebàr. [6] Merib-Bàal figlio di Giònata, figlio di Saul, venne da Davide, si gettò con la faccia a terra e si prostrò davanti a lui. Davide disse: "Merib-Bàal!".
Rispose: [7] "Ecco il tuo servo!". Davide gli disse: "Non temere, perché voglio trattarti con bontà per amore di Giònata tuo padre e ti restituisco tutti i campi di Saul tuo avo e tu mangerai sempre alla mia tavola". [8] Merib-Bàal si prostrò e disse: "Che cos'è il tuo servo, perché tu prenda in considerazione un cane morto come sono io?". [9] Allora il re chiamò Zibà servo di Saul e gli disse: "Quanto apparteneva a Saul e a tutta la sua casa, io lo dò al figlio del tuo Signore. [10] Tu dunque con i figli e gli schiavi lavorerai per lui la terra e ne raccoglierai i prodotti, perché abbia pane e nutrimento la casa del tuo signore; quanto a Merib-Bàal figlio del tuo signore, mangerà sempre alla mia tavola". Ora Zibà aveva quindici figli e venti schiavi. [11] Zibà disse al re: "Il tuo servo farà quanto il re mio signore ordina al suo servo". Merib-Bàal dunque mangiava alla tavola di Davide come uno dei figli del re. [12] Merib-Bàal aveva un figlioletto chiamato Micà; tutti quelli che stavano in casa di Zibà erano al servizio di Merib-Bàal. [13] Ma Merib-Bàal abitava in Gerusalemme perché mangiava sempre alla tavola del re. Era storpio di ambedue i piedi.