Agenzia SIR |
|||
Parrocchia |
|
||
|
|||
Oliveto Citra (SA) |
|||
Home page |
In memoria di Don Peppino PALUMBO Don Peppino Palumbo nacque in Oliveto Citra il 9 aprile 1917 da Raffaele e Serafina Clemente e, fin dalla più giovane età, avvertì prorompente dentro di sé la chiamata divina, che lo indirizzò senza ripensamenti sulla strada del sacerdozio. Prese l'abito talare l'8 dicembre 1933 e fu promosso al Presbiterato il 7 febbraio 1943 da Mons. Palatucci e abilitato alle confessioni unius e utriusque rispettivamente il 1 gennaio 1944 ed il 1 febbraio 1944, sempre da Mons. Palatucci. Dopo aver conseguito la Laurea in S. Teologia alla Pontificia Università Gregoriana in Roma nel 1943, profuse tanto energicamente il suo impegno nelle attività a cui era chiamato dai Superiori che ben presto il suo valore, come uomo e come sacerdote, fu conosciuto fin nelle più alte sfere ecclesiastiche, tant'è che nella sua pur breve vita ricoprì molti incarichi prestigiosi. Collaborò sempre con stringente sinergia con i Vescovi di Campagna, Monss. Giuseppe Maria Palatucci prima e Iolando Nuzzi dopo, in quell'opera di apostolato che lui reputava tanto necessaria per Oliveto in quel preciso momento storico e seppe coinvolgerli a tal punto che entrambi furono praticamente sempre presenti in ogni iniziativa che realizzò nel paese. Fu ostinato e tenace nel perseguire i propri obiettivi una volta che si era convinto della loro necessità ai fini della riuscita della propria azione pastorale e fece ciò anche rimettendoci di proprio. Realizzò, infatti, tutte le opere che si era prefissato indebitandosi e garantendo i creditori personalmente: così per l'oratorio, così per la casa canonica, ecc..., ma riuscì prima della morte a onorare tutti gli impegni e a non lasciare una sola lira di debito. Successe all'Arciprete Don Antonio Cammardella, che decedette nell'ottobre '54, ed ebbe la nomina ufficiale a parroco di Oliveto il 1 aprile 1955. Nella breve ma intensa attività pastorale (durata in tutto sei anni) diede tutto se stesso per guidare il popolo di Oliveto (che all'inizio trovò tanto distratto da false credenze) sulla via dell'obbedienza ai dettami divini. Il suo punto di riferimento primario furono i giovani, ideò infatti molteplici iniziative che videro la gioventù olivetana attrice e protagonista. In un'epoca, quella post-bellica, in cui la pochezza dei mezzi e le ristrettezze economiche facevano da sfondo alle umane attività e gli adulti erano impegnati a costruire un futuro migliore, i giovani, senza obiettivi immediati, erano lasciati un po' a se stessi. Egli si propose, quindi, come guida spirituale, con soluzioni alternative che riscontrarono immediatamente il loro consenso. Il Signore lo richiamò a sé il 30 gennaio 1962, a soli 44 anni. Notizie tratte da: Raffaele Palumbo, "La Terra dell'Oliveto", 2002, Oliveto Citra (SA) |
|
Home page |
|