Breve Storia

L’ organo è presente nella nostra chiesa da poco meno di 120 anni.

Infatti, lo strumento è stato costruito nell’anno 1891 e riporta il numero 95 come progressivo delle opere dei F.lli Zordan di Cogollo del Cengio (VI).

A costruirlo fu, come si può trovare scritto all’interno della secreta del somiere, Zordan Gio Batta.

L’organo originariamente era situato nella cantoria sopra la porta d’ingresso. Era uno strumento ad un manuale e pedaliera di base 8’ in armonia con contrabbassi 16’, a trasmissione meccanica-sospesa, con consolle a finestra, registrazione a manette, somieri a tiro, mantice a movimento orizzontale e pressione a leva.

Questo fino all’anno 1947 quando, forse per comodità logistiche o più sicuramente per adattarlo al gusto Ceciliano in voga in quel periodo, fu pesantemente trasformato e depauperato e, inseguito all’ampliamento della chiesa, fu trasportato dietro all’altare come appariva ai nostri occhi prima di questo restauro.

Con questa trasformazione l’organo è stato privato dell’originale cassa decorativa a favore di una struttura lignea completamente scoperta, le canne di facciata sono state ricoperte di porporina, i registri ad ancia (i più costosi) sono stati eliminati per far posto ad altri di bassa qualità, la tastiera e la pedaliera venivano modificate insieme alla consolle divenuta a trasmissione pneumatica.

D

opo tantissimi anni di silenzio nel 1995 l’organo è stato riavviato da Matteo Morsoletto, organista parrocchiale, appassionato di musica e studente presso l’Istituto Diocesano di Musica Sacra e con l’aiuto tecnico del papà Lucio. Si è subito interessato per la sua pulitura o comunque per un adeguato restauro chiamando delle ditte per effettuare dei sopralluoghi e quindi dei preventivi che sarebbero stati valutati dal Consiglio Economico e dal Parroco.

Purtroppo la spesa che si è presentata era alquanto onerosa, data l’entità del restauro e questo ha fatto si che ci fossero alcune perplessità, tenendo conto la che la nostra è una piccola comunità e come del resto lo sono le entrate. Questo motivo ha fatto slittare di tredici anni l’inizio del restauro.

Poche persone si ricordano della sua voce sublime.

Poi con l’ormai stato di degrado di questo strumento ormai stonato, con perdite d’aria, con note che si bloccavano, ci si è dovuti rassegnare a spegnerlo definitivamente.

Nel 2008, grazie al nostro parroco Don Sigfrido Crestani, siamo partiti con il progetto.


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