Cosma e Damiano, Santi Martiri.
I SS. Cosma e Damiano subirono il martirio a Ciro città episcopale, di Teodoreto (m. 458), che gli ricorda e gli chiama illustri atleti e generosi martiri (cf. ed. I. L. Schulze, V, Halles 1774, pp. 786-87). Ivi era la loro basilica, celebre nell'antichità, dalla quale il culto si diffuse per tutto il mondo: e per molti luoghi in misura così larga da fargli considerare santi locali. Progressivamente presso gli orientali si perse la nozione dell'unitarietà di questo "gruppo" e furono quindi celebrati molti "gruppi" fittizi, ognuno con una propria festa. Martirologio Geronimiano sono commemorati come martiri in giorni e luoghi diversi, ma si tratta sempre degli stessi. Presso i latini la festa è il 27 settembre: tale data si basa sui sacramenti romani e sembra che origine fosse il giorno commemorativo della dedicazione della basilica a loro intitolata nel Foro Romano. L'elogio riportato nel Martirologio Romano ha per autore Usuardo, il quale, a sua volta, lo ha ripreso da un passio che non gode di maggior credito rispetto alle altre che riferiscono le vicende dei due santi. Sono considerati protettori dei medici e tale credenza proviene dal fatto che furono santi guaritori anargici, cioè che prestavano cure mediche senza farsi pagare.
Secondo la passio C. e D., nati in Arabia, si sarebbero recati in Siria per apprendere le scienze e in special modo la medicina. Stabilitisi in Egea, città della Cilicia, vi esercitarono l'arte medica, mostrandosi cristiani coraggiosi e utilizzando la loro professione per fare proseliti. Durante la persecuzione di Diocleziano, nel 303, furono arrestati da Lisia, governatore della Cilicia, il quale, dopo aver fatto loro soffrire molti tormenti, li fece decapitare. I corpi furono portati in Siria e sepolti a Ciro. L'imperatore Giustiniano, guarito da una pericolosa malattia per l'intercessione dei due martiri, fece ingrandire e fortificare la città di Ciro.