Effatà! Apriti! Parrocchia Sant'Antonio di Padova - Depressa Tel. e Fax. 0833 - 771299
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Carissimi,
il mese di novembre l'abbiamo iniziato con la solennità di tutti i Santi. Questa antichissima festa ci
invitava a volgere lo sguardo verso l'alto, verso il paradiso che ci attende!
Parlare oggi di Novissimi (morte, giudizio, purgatorio inferno o Paradiso) sembra andare fuori moda. Oggi è difficile sentir rintronare nelle Chiese queste tematiche. Se non parlassimo di queste realtà ultime renderemo monco il Vangelo. Tutto il Vangelo è intarsiato di frasi che ci parlano del Cielo: "chi ha fatto il bene risorgerà con il paradiso chi ha fatto il male per la dannazione"; "oggi stesso tu sarai con me in Paradiso", e così via...
Quindi tutti siamo chiamati a raggiungere il Paradiso, il Cielo.
I Santi ci incoraggiano a seguire Cristo per raggiungere questo luogo che Dio ha preparato per coloro che lo amano.
Tu vuoi diventare Santo?
Come si fa?
Il Santo è l'amico di Dio, colui che ascolta la parola di Dio e la mette in pratica.
I Santi non hanno avuto niente più di noi, creature come noi che hanno saputo prendere sul serio il Vangelo e ne hanno fatto il motivo ispiratore della loro vita.
Quella Parola che loro hanno ascoltato e li ha convertiti, li ha trasformati, è pure rivolta a noi ogni Domenica nella Messa.
La differenza tra noi e i santi è nella diversità di risposta a questa Parola di salvezza.
Noi cristiani siamo chiamati tutti a diventare santi in virtù del nostro Battesimo. Dio, il Padre, ci ha fatto dono del suo Spirito, nel quale possiamo chiamarci figli di
Dio ed esserlo veramente. San Paolo chiamava "santi" tutti i battezzati perché rinati a vita nuova.
I santi, quindi, non sono solo quelli "straordinari", cioè quelle figure gigantesche la cui vita desta ammirazione e stupore proprio per le cose eccezionali compiute. C'è tanta gente che abbiamo conosciuto durante la nostra vita e che non ha fatto nulla di straordinario e godono già la visione beatifica di Dio.
Tanti sono diventati santi vivendo con fedeltà e amare i doveri di ogni giorno. Il "quotidiano" è tanto difficile da vivere bene: dover fare ogni giorno le stesse cose, trovarsi sempre a vivere nelle stesse difficoltà, con le stesse persone, dover ogni giorno affrontare debolezze, quanto costa e quanta virtù richiede!
Di queste persone "straordinarie" nell'ordinario abbiamo bisogno!
Penso spesso alla santità nascosta e silenziosa di tante persone che ci vivono accanto e che nessuno nota.
Penso alla beatitudine che ha Gesù dedicato agli afflitti e ai perseguitati e la vedo dai figli, cresciuti, divenuti grandi ricevono parole cattive ed espressioni di bestemmia quando la mamma si permette di ricordare il dovere della preghiera o della Messa domenicale.
Penso a tanti giovani che nonostante i richiami suadenti dei mass media con la pornografia rimangono illesi da questo "cancro" che impoverisce l'anima.
Penso a tanti ragazzi che si fanno portatori di pace e di gioia nelle famiglie dando, nella loro semplicità un esempio genuino di cosa significhi amare il Signore.
Fai ogni giorno il tuo dovere alla luce di Gesù.
Allora, ci vogliamo fare santi?
Forse non è poi così difficile!
Coraggio e buon cammino!!
Inserire la firma
Accogli Davide | Marra Federica |
Ciardo Emanuele | Pantaleo Elisabetta |
Ciardo Stefano | Piccinni Marco |
De Jaco Donatella | Rizzello Chiara |
De Jaco Giustina | Rizzo Cristina |
Ingletti Dario | Rizzo Vanessa |
Ingletto A. Daniela | Russo Antimo |
Longo Gabriele | Russo Francesca |
Longo Roberta | Scarcella D. Giovanni |
Longo Valentina | Scarcella Francesco |
Martella Elisa | Zito Edoardo |
Martella Fabio |
Padre mio, io mi abbandono a te;
fà di me ciò che ti piace;
qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto,
purché la tua volontà si compia
in me e in tutte le creature;
non desidero altro, mio Dio.
Rimetto la mia anima nelle tue mani,
te la dono, mio Dio,
con tutto l'amore del mio cuore,
perché ti amo.
Ed è per me un'esigenza d'amore il donarmi,
il rimettermi nelle tue mani senza misura,
con una confidenza infinita,
perché tu sei mio Padre.
(C. De Foucaoll)