Effatà Parrocchia Sant'Antonio Depressa

Carissimi,
l'Avvento è il tempo dell'attesa, della speranza. Si potrebbe vivere senza speranza? Si può vivere senza sperare in qualcuno o in qualcosa?...Siamo ancora convinti di quel detto popolare: chi di speranza vive disperato muore?
In realtà la speranza è un aspetto della fede. Chi non attende, chi non aspetta più niente, fa morire la sua fede o diventa più vecchio nel suo spirito.
Chi è il Cristiano? E' colui che spera!
Il periodo liturgico dell'Avvento ci sprona a sperare e ad attendere. Noi attendiamo l'attualizzazione della sua Incarnazione durante l'Avvento e celebriamo il Natale; ma speriamo e attendiamo la sua seconda venuta. Infatti, l'Avvento è una palestra in cui il cristiano si allena perché non si spenga mai il suo desiderio di attendere.
Noi attendiamo! Ma che cosa? Certamente non solo il Natale. Cristo è già venuto! L'Avvento ci fa guardare oltre, verso il fine ultimo della storia: il ritorno definitivo di Gesù. "Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con potenza grande e gloria" (Mc 13,26).
In che modo possiamo accogliere Cristo che viene? E' valido più che mai l'esortazione che il Battista fa all'inizio del suo ministero: "Preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri" (Mc 1,17).
Questa è l'esigenza più grande: la nostra conversione che ci dà la possibilità dell'incontro con il Signore che viene.
E' vero però che noi cristiani lungo l'avvicendarsi dei secoli abbiamo perso la vera dimensione dell'Avvento. Molte volte i nostri discorsi su questo periodo liturgico si riducono alla semplice esortazione a preparare il nostro cuore alla venuta di Gesù.
Dov'è andato a finire l'entusiasmo, la gioia delle prime comunità cristiane? Loro usavano l'invocazione aramaica MARANATHA', che significa: Vieni Signore Gesù! E' una preghiera semplice ma che esprime il giubilo dell'attesa.
Iniziamo allora carissimi, questo periodo di Avvento con un forte desiderio di conversione, perché solo in questo modo potremo recuperare l'entusiasmo e la gioia del vero cristiano.

SONO NATO POVERO
Sono nato nudo,
perché tu sappia spogliarti di te stesso.
Sono nato povero
perché tu possa considerarmi l'unica ricchezza.
Sono nato in una stalla
perché tu impari a santificare ogni ambiente.
Sono nato debole
perché tu non abbia paura di me.
Sono nato per amore
perché tu non dubiti mai del mio amore.
Sono nato di notte
perché tu creda possa illuminare qualsiasi realtà.
Sono nato persona
perché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso.
Sono nato perseguitato
perché tu sappia accettare le difficoltà della vita.
Sono nato nella semplicità
perché tu smetta di essere complicato.
Sono nato nella tua vita, dici o Dio,
per portare tutti alla casa del Padre.
(Lambert Noben)

Foglio di collegamento nr. 4 Dicembre 2000