Incontro
internazionale dei giovani della comunità di Taizé
- Barcellona 30 dicembre 2001 -
Incontro con
i ragazzi serbi.
Quest'anno l'atmosfera di fraternità e condivisione della
comunitá di Taizé si é spostata dal piccolo villaggio francese alle coste spagnole
di Barcellona.
Ci sono anche ragazzi serbi, "finalmente", dicono loro durante l'attivitá in
piccoli gruppi del mattino, dopo che, per anni, il regime dittatoriale
e la guerra gli ha impedito di varcare i confini del loro nuovo stato.
Sono cinque studenti tutti cristiani ortodossi di Belgrado. Ci
confrontiamo sulle nostre religioni; sono proprio simili. É evidente che Gesú
é uno, siamo tutti d'accordo che i cristiani dovrebbero essere uniti.
Hanno vissuto anni di sofferenza, hanno voglia di parlare non c'é quasi bisogno
di fare domande.
Ci spiegano che la guerra non é colpa loro, il popolo non l'ha mai voluta, non
erano neppure a conoscenza della situazione in Kosovo. Ci chiedono se secondo noi
é possibile portare la pace con la guerra. Quanta gente innocente é morta sotto
le bombe occidentali? Ci raccontano che la loro vita durante i bombardamenti
NATO é stata normale, hanno continuato a studiare, ad andare all'universitá
quando era possibile.
Fino a dieci anni fa nessuno di loro sapeva di essere serbo, sloveno, croato
o macedone. Nessuno di loro desiderava esserlo. Ora queste nazioni sono tutte
separate e vivono nella loro "normale" situazione di equilibrio instabile. Chi
l'ha voluto?
Per loro oggi é un giorno importante. Tutte le nazioni della ex Jugoslavia si
ritroveranno unite in un padiglione della zona fiera di Barcellona per
la Festa dei Popoli. Lo desiderano. Parlano tutti la stessa lingua, hanno
le stesse usanze...
Bono (bonox@libero.it)