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Parole e pensieri

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Giovani Poeti

"Io credo che una foglia d'erba non sia meno d'una giornata di lavoro compiuta dagli astri,

Egualmente perfetta è la formica e un granello di sabbia, e l'uovo dello scricciolo,

E la raganella è un capolavoro paragonabile ai più eccelsi,

E il rovo rampicante adornerebbe le sale del cielo,

E la più semplice giuntura della mia mano può irridere qualsiasi meccanismo,

E la mucca che sgranocchia a testa bassa supera ogni statua,

E un topolino è un miracolo bastante a sgominare sestilioni di increduli.

O buoi che fate tinnire il giogo e le catene, o v'attardate, in un'ombra di foglie, che mai esprimete con i vostri occhi?

Mi pare valga assai più d'ogni altra pagina a stampa, ch'io abbia mai letto in vita mia.

Odo magistrali gorgheggi d'uccelli, il brusìo del grano che germina, il chiacchiericcio delle fiamme, il crepitar dei fuscelli che mi cuociono il cibo,

Odo il suono che amo, il suono della voce umana, odo tutti i suoni che si convogliano insieme, si combinano, si fondono in fuga.

Credo che potrei voltare la schiena e andare a vivere con gli animali, così placidi e contenti,

Mi fermo e li contemplo per ore e ore.

Non s'affannano mai, non gemono per la loro condizione,

Non vegliano al buio a piangere i loro peccati,

Non mi danno disgusto discutendo dei loro doveri verso Dio,

Nessuno è insoddisfatto, nessuno impazzisce per smania di possedere,

Nessuno s'inginocchia davanti a un suo simile, nè ad altri della sua specie che siano vissuti migliaia d'anni fa.

Non vi disprezzo, preti, di qualsiasi tempo, del mondo universo,

La mia fede è la più grande delle fedi, la più piccola delle fedi.

E dico all'umanità, Non siate curiosi d'Iddio,

Perchè io, che sono curioso di tutti, non sono curioso d'Iddio.

Ascolto e scorgo Dio in ogni oggetto, e tuttavia Dio non lo capisco affatto.

Perchè dovrei desiderare di vedere Dio meglio di quanto non lo veda oggi?

Vedo qualcosa d'Iddio in ogni ora delle ventiquattro, in ogni momento di esse,

Nei volti di uomini e donne vedo Dio, e nel mio volto riflesso dallo specchio,

Trovo lettere inviate da Dio per le strade, ognuna firmata col nome d'Iddio,

E le lascio dove si trovano, perchè so che, ovunque mi rechi,

Altre puntuali verranno, per sempre e per sempre.

Se vuoi capirmi rècati su di un'altura o sulla spiaggia,

Il primo moscerino è una spiegazione; una goccia, un moto dell'acqua, una chiave,

Il maglio, il remo, la sega assecondano le mie parole.

Nè stanza chiusa nè scuola può comunicare con me,

Meglio vi riescono gli zotici e i bimbi.

Il giovane operaio è la persona che più mi è vicina e mi conosce bene,

Il boscaiolo che porta l'ascia e la brocca con sè porterà anche me tutto il giorno,

Il giovane bracciante che ara nei campi si sente bene al suono della mia voce,

Sulle navi che salpano salpano le mie parole, io vado coi pescatori, coi marinai e li amo.

Io sono un allenatore d'atleti,

E chi grazie a me sfoggia un torace più ampio del mio prova la capacità del mio,

E meglio onora il mio stile chi studiandolo impara a distruggere il suo maestro.

So che ho la meglio sul tempo e lo spazio, e non fui mai misurato nè mai lo sarò.

Sono il viandante perpetuo, (ascoltatemi tutti!)

I miei segni sono un impermeabile, un buon paio di scarpe, un bastone reciso nel bosco,

Nessun mio amico poltrisce sulla mia sedia,

Non ho cattedre, nè chiesa, nè filosofia,

Non invito nessuno a tavola, in una biblioteca, alla borsa,

Ma ogni uomo, ogni donna io condurrò in vetta a un colle,

La mia sinistra agganciata alla sua vita,

La destra che indica paesaggi di continenti e una strada maestra.

Non io nè nessun altro può percorrere quella strada per te,

Devi percorrerla tu.

Non è lontana, è facile raggiungerla,

Forse la percorri da quando sei nato, senza neppure saperlo,

Forse è dovunque, per acqua e per terra.

Accollati i tuoi quattro stracci, figliolo,io prendo i miei e affrettiamoci,

Mirabili città e libere nazioni raggiungeremo nel nostro cammino.

Se ti stanchi m'addosso i due fardelli, e tu poggiami il grosso della mano sull'anca,

E a tempo debito mi renderai un uguale servizio,

Perchè, una volta in cammino, noi non ci fermeremo.

Oggi, prima dell'alba, sono salito sul colle e ho contemplato il cielo gremito,

E ho detto al mio spirito: Quando avremo abbracciato quei mondi, e il piacere e la scienza di ogni cosa in quei mondi, ci sentiremo sazi e soddisfatti?

Rispose il mio spirito: No, perchè raggiungeremo quel termine per superarlo e procedere oltre.

Troppo a lungo hai sognato spregevoli sogni,

Ora ti detergo la cispa dagli occhi,

Devi abituarti al fulgore della luce e di tutti gli istanti della tua vita.

Troppo a lungo hai guazzato timido presso la riva, aggrappandoti a una tavola,

Ora voglio che tu divenga un nuotatore audace

Che ti tuffi nel mezzo del mare, e ne emerga, mi lanci un saluto, un grido, e che ridendo tu squassi la chioma.

Da questo momento ti seguo, ovunque tu vada,

Le mie parole ti ronzeranno nelle orecchie, finchè non le avrai capite.

Iattanza del sole, il tuo calore non m'occorre - fatti in là!

Tu illumini solo le superfici, io penetro superfici e profondità.

Terra, si direbbe che tu attenda qualcosa dalle mie mani,

Ehi, vecchia parrucca, dimmi un po': cosa vuoi?

Uomo o donna, vorrei dirvi quanto vi amo, ma non posso,

E dirvi cosa c'è in me, che cosa c'è in voi, ma non posso,

E dirvi il desiderio che provo, quell'ansia d'ogni notte, ogni giorno.

Spazio e tempo! ora m'avvedo che è vero quanto avevo intravisto,

Quanto avevo intravisto, oziando sull'erba,

Quanto avevo intravisto, giacendo solo sul letto,

O quando camminavo lungo la spiaggia, sotto le mattutine stelle che impallidivano.

Mi sciolgo da ormeggi e zavorre, i gomiti poggiano nelle fessure del mare,

Costeggio le sierre, con le palme ricopro continenti,

Ora m'adergo con la mia visione.

Credete che voglia stupire?

Forse la luce del giorno stupisce? o il mattiniero codirosso che cinguetta nei boschi?

In quest'ora vi dico, in confidenza, cose

Che non direi a tutti, ma posso dire a voi.

Vi hanno detto che è bene vincere le battaglie?

Io vi assicuro che è bene anche soccombere, che le battaglie sono perdute nello stesso spirito in cui vengono vinte.

Che cosa credi siano divenuti i giovani e i vecchi?

Che cosa credi siano divenute le donne e i bambini?

Sono vivi e stan bene in qualche luogo,

Il minimo germoglio mostra che la morte non esiste,

E che se mai esiste, essa indusse alla vita, e non attese il termine per fermarla,

E non cessò l'istante che apparve la vita.

Tutto continua e procede, mai nulla s'annulla,

Morire è ben diverso da quanto alcuno pensava, e molto più fausto.

Credo in te, anima mia, e l'altro che io sono non dovrà mai umiliarsi a te,

Come tu non dovrai umiliarti all'altro.

E so che la mano di Dio è la promessa della mia,

E so che lo spirito di Dio è fratello del mio.

Ozioso m'attardo e invito l'anima mia,

Ozioso m'attardo a mio agio e mi curvo ad osservare un filo d'erba estiva.

Il grigiolato sparviero accanto mi saetta e mi accusa, si lamenta delle mie chiacchiere, del mio indugio.

Anch'io non sono affatto domato, anch'io sono intraducibile,

E lancio il mio barbarico yawp sopra i tetti del mondo.

Mi lascio in eredità alla terra, per rinascere dall'erba che amo,

Se ancora mi vuoi, cercami sotto la suola delle scarpe.

A malapena saprai chi io sia, che cosa significhi,

Tuttavia sarò per te salutare,

Purificherò e rafforzerò il tuo sangue.

Se non mi trovi subito, non scoraggiarti,

Se non mi trovi in un posto, cercami in un altro,

Da qualche parte mi sono fermato e t'attendo"

(Walt Whitman, brani liberamente tratti)

- traduzione di Enzo Giachino/Biancamaria Tedeschini Lalli -


Sito attivo dal 28 settembre 2000


a cura di Roberto Carlini

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