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Ore
09:15: Tutti davanti al Castello Aragonese per una visita
guidata in uno dei luoghi più belli che da secoli caratterizzano
la città di Taranto.
Ad accoglierci alcuni sottufficiali della marina che ci
accompagnano in una delle sale e già incominciamo a intravedere
l’evoluzione che nei secoli ha caratterizzato la storia del
Castello. In questa sala, che conserva tutto il fascino e le
caratteristiche originarie, attraverso una moderna televisione a
schermo piatto incastonata nella roccia, viene proiettato un dvd
che ci spiega le tappe fondamentali che hanno contraddistinto la
storia del Castello dalle sue origini, come torre di
avvistamento contro i pirati arabi, alle conseguenti modifiche
apportate dagli Angioini prima e dagli Aragonesi poi che resero
il Castello uno dei più importanti baluardi difensivi del loro
impero, felice intuizione, ripresa, poi, dal Regno di Italia e
da Mussolini, in particolare, che si fece promotore di una serie
di importanti interventi per rendere inaccessibile il Mar
Piccolo attraverso il Castello che venne, naturalmente,
fortificato. Il Comandante del Castello che, oggi, appartiene al
Ministero della Difesa, quindi, alla Marina Italiana, animato,
indubbiamente, da uno spirito mecenate e da un grande interesse
storico che è, certamente, riuscito a infondere anche ai suoi
collaboratori, ha dato il via a una serie di lavori effettuati,
per lo più, dagli stessi militari o da operai specializzati
dell’Arsenale. Questi lavori hanno portato alla luce luoghi del
Castello dimenticati o sviliti da conquistatori privi di
scrupoli.
Terminato il dvd, inizia, finalmente, il giro vero e proprio del
Castello; uno dei sottufficiali presenti ci fa da guida
attraverso le gallerie che collegano le torri, dove si notano
stili diversi: da quello normanno più grezzo, a quello angioino
e infine a quello aragonese più raffinato, piu geometrico,
influenzato anche dalla cultura araba; stili che si fondono in
un singolare processo architettonico che rende il Castello
Aragonese unico nel suo genere.
La guida ci mostra le geniali idee difensive predisposte dagli
Aragonesi a difesa del Castello, nelle torri, per esempio, sono
presenti finestrelle poste, naturalmente, sempre nel medesimo
ordine che consentivano agli archibugieri di avere una perfetta
visuale di coloro che attaccavano e in questi luoghi, così come
nelle casematte, che erano gli spazi riservati ai potenti
cannoni, sono previsti speciali condotti di aerazione che
servivano a non far ristagnare i fumi della polvere da sparo.
Il militare ci fa ammirare, con giusto orgoglio, il frutto del
prezioso lavoro che la Marina ha svolto all’interno del
Castello: anfore, vasi e monete ritrovate, corridoi e sale
riportate alle loro dimensioni e caratteristiche originarie.
Certo, molto c’è ancora da fare e molte cose sono, purtroppo,
irrimediabilmente distrutte come la torre di Sant’Angelo
demolita nel 1800 per costruire il basamento del ponte girevole
e ampliare il canale navigabile.
Quando, però, arriviamo nel punto più alto del Castello ci
guardiamo attorno con la meravigliosa sensazione di dominare
sulla città, idea simile che ha, sicuramente, accomunato i vari
dominatori che si sono succeduti nel corso dei secoli e che ci
svela il motivo per cui il Castello ha, sempre, rivestito un
importanza strategica.
Il giro si conclude nella cappella del Castello dove sembra sia
avvenuto il matrimonio tra Maria D’Enghien e il principe
Ladislao che, non riuscendo a piegare militarmente gli indomiti
castellani, ricorse a una astuzia politica come il matrimonio.
Alla fine eravamo tutti davvero entusiasti, nonostante la
stanchezza per il lungo giro, anche perché il Castello Aragonese
è sicuramente nel dna di noi tarantini.
Cristian
Tedesco
T.G.S. Delfino Taranto
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