STRENNA 2006

 

 

Alcune motivazioni e spunti per il commento alla Strenna:


1. Il tema vuole partire dal vissuto positivo della vita e dello spirito di famiglia, proprio della nostra tradizione salesiana, per arrivare alla “famiglia oggi” come campo di missione; in questo modo l’esperienza carismatica vissuta può illuminare la realtà familiare e può indicarci il modo di intervenire dal punto di vista educativo e pastorale a favore dei ragazzi e della società.

2. La figura di Mamma Margherita è molto amata, ammirata e venerata da tutti i gruppi della Famiglia Salesiana, che attendono con ansia la sua beatificazione. La ricorrenza del 150º anniversario della sua morte è una data per farla conoscere meglio.

3. E’
fuori dubbio il ruolo svolto da Mamma Margherita nella formazione umana e cristiana di Don Bosco, come pure nella creazione dell’ambiente educativo di Valdocco. Si confronti per questo la biografia di G. Joergensen su Don Bosco edita dalla SEI che inizia con le parole: «In principio era la madre».

4. La sua presenza materna a Valdocco ha certamente molto contribuito a rendere “familiare” il clima di Valdocco: “L’eroico trasloco a Valdocco di Mamma Margherita servì ad impregnare l’ambiente di quei poveri giovani dello stesso stile familiare da cui è sbocciata la sostanza del Sistema Preventivo e tante modalità tradizionali ad esso legate. Don Bosco aveva sperimentato che la formazione della sua personalità era vitalmente radicata nello straordinario clima di dedizione e di bontà (dono di sé) della sua famiglia ai Becchi e ha voluto riprodurne le qualità più significative all’Oratorio di Valdocco tra quei giovani poveri e abbandonati” (D. E. Viganò, Nell’anno della famiglia. ACG 349, giugno 1994, pag. 29).

5. Per noi la “famiglia” è dunque innanzitutto esperienza carismatica prima che campo della missione, esperienza vissuta prima che apostolato. Certo essa è anche missione, perché l’educazione dei giovani è inseparabile della famiglia. Lo richiamava don Viganò nel suo commento al Sinodo dei vescovi del 1980 sulla famiglia, che ha prodotto l’Esortazione Apostolica Familiaris Consortio: “L’impegno della nostra vocazione salesiana dovrà venire attuato con gli umili e i poveri. Sono essi che hanno bisogno, anzitutto della famiglia e per essi Don Bosco arrivò, come scrive Pietro Braido, alla sua più geniale invenzione, l’amorevolezza che educa nel clima di una famiglia gioiosamente unita” (D. Viganò, Appelli del Sinodo ‘80. ACG 299, dicembre 1980, pag. 29).

6. Nel suo programma pastorale per la Chiesa degli inizi del terzo millennio, Giovanni Paolo II fece della famiglia uno dei suoi punti prioritari: “Un’attenzione speciale, poi, deve essere assicurata alla pastorale della famiglia, tanto più necessaria in un momento storico come il presente, che sta registrando una crisi diffusa e radicale di questa fondamentale istituzione… Occorre fare in modo che, attraverso un’educazione evangelica sempre più completa, le famiglie cristiane offrano un esempio convincente della possibilità di un matrimonio vissuto in modo pienamente conforme al disegno di Dio e alle vere esigenze della persona umana: di quella dei coniugi, e soprattutto di quella più fragile dei figli” (NMI, 47).

7. Anche Benedetto XVI attribuisce una grande importanza a questa realtà: “Una questione nevralgica, che richiede la nostra più grande attenzione pastorale, è quella della famiglia… (essa) è profondamente radicata nel cuore delle giovani generazioni e si fa carico di molteplici problemi, offrendo sostegno e rimedio a situazioni altrimenti disperate. E tuttavia … la famiglia è esposta, nell’attuale clima culturale, a molti rischi e minacce che tutti conosciamo. Alla fragilità e instabilità interna si assomma infatti la tendenza, diffusa nella società e nella cultura, a contestare il carattere unico e la missione propria della famiglia fondata sul matrimonio”. (Udienza ai partecipanti alla LIV Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana, OR 30-31 maggio 2005, p. 5).

8. Si tratta di un tema che era già stato assunto nella Carta della missione della Famiglia Salesiana: «I membri della Famiglia Salesiana, laici e consacrati, si assumono un impegno specifico per dare dignità e saldezza alla famiglia, perché diventi, in maniera sempre più evidente, “piccola Chiesa, Chiesa domestica”» (art. 17 e art. 18).

9. Inoltre, nell’anno 2006 ricorre provvidenzialmente anche il 25 anniversario della “Familiaris Consortio”, che ci sprona e ci guida nel rilancio della nostra pastorale familiare.

Se guardiamo al contesto, vediamo come il clima secolarizzato e laicista, che si sta imponendo in molti paesi, soprattutto in Occidente, colpisca direttamente la famiglia; essa già ne risente nella sua capacità di giustificare la sua propria natura e di svolgere la sua missione in favore della società. In tal modo essa mette a rischio qualsiasi intervento educativo, efficace nella misura che ricrea l’ambiente di famiglia, luogo naturale di socializzazione e di personalizzazione dei valori umani.

Oggi si parla di diversi modelli di famiglia, tutti con uguali diritti, al punto che sembra che non ci sia più alcun punto oggettivo di riferimento, ma che tutto dipenda dalle scelte personali. In tal modo si realizzano modelli familiari sostitutivi, fatti su misura propria. Vediamo affacciarsi il riconoscimento dei matrimoni omosessuali, il diritto di questi a adottare figli, l’introduzione di un divorzio “veloce”, la progressiva estensione della possibilità di eutanasia, la libertà di ricerca sull’ embrione.

Davanti a questo clima culturale, soprattutto nelle società occidentali, non si può non ricordare la scena sul problema del matrimonio riportata da Marco e da Matteo: “E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «E’ lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?» Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto» (Mc 10, 2-9).

Si tratta, a mio avviso, di un testo molto illuminante, perché si riferisce al tema della famiglia, ma soprattutto perché ci fa vedere la forma di ragionare di Gesù, il quale non si lascia intrappolare nelle reti del legalismo, su ciò che è permesso e ciò che è proibito, ma si colloca di fronte al progetto originario del Creatore, e nessuno come Gesù conosce qual era il disegno originale di Dio.

La strenna è molto pregnante, per tutti i risvolti che ha con la nostra missione. Per questo la voglio accompagnare con una proposta pastorale.


Don Pascual Chávez V.
Roma – giugno 2005


PROPOSTA PASTORALE PER I SALESIANI

La strenna del 2006 dà l’opportunità di offrire alla Congregazione alcuni suggerimenti pastorali, da attuare in modo speciale quest’anno, in continuità e come sviluppo particolare della Proposta Pastorale che accompagnava la strenna dell’anno 2004. L’impegno per la famiglia è in sintonia con le stesse nostre Costituzioni, che dicono: «Dedichiamo la nostra attenzione…. alla famiglia, nella quale le diverse generazioni si incontrano e costruiscono il futuro dell’uomo» (Cost. 29).

Assicurare una speciale attenzione alla famiglia nella nostra proposta educativa ed evangelizzatrice richiede, tra l’altro, di:

- Garantire uno speciale impegno di educare all’amore nell’ambito dell’azione educativa salesiana e nell’itinerario di educazione alla fede proposto ai giovani.
Il CG23 presentava l’educazione all’amore come uno dei nodi in cui si manifesta l’incidenza della fede sulla vita o la sua irrilevanza pratica. L’esperienza tipica di Don Bosco e il contenuto educativo e spirituale del Sistema Preventivo ci orientano a:

  dare una speciale importanza all’impegno di creare attorno ai giovani un clima educativo ricco di scambi comunicativo-affettivi,

  apprezzare i valori autentici della castità,

  promuovere i rapporti tra ragazzi e ragazze nel rispetto di sé e degli altri, nella reciprocità e arricchimento vicendevole, nella gioia di una donazione gratuita,

  assicurare nell’ambiente educativo la presenza di testimoni limpidi e lieti di amore, in modo speciale attraverso la donazione nella castità.

- Accompagnare e sostenere i genitori nelle loro responsabilità educative, coinvolgendoli pienamente nella realizzazione del Progetto educativo-pastorale salesiano.
Il CG24, parlando del coinvolgimento dei laici nella missione salesiana, riconosceva l’impegno dei genitori e il ruolo delle famiglie nelle nostre presenze, ma richiedeva anche di intensificare la collaborazione con la famiglia, in quanto prima educatrice dei suoi figli e delle sue figlie (Cfr. CG24, 20. 177). Per questo proponeva di valorizzare l’apporto insostituibile dei genitori e delle famiglie dei giovani, favorendo la costituzione di comitati e associazioni che possano garantire ed arricchire con la loro partecipazione la missione educativa di Don Bosco (Cfr. CG24, 115). La famiglia cristiana è anche un agente importantissimo dell’evangelizzazione, attraverso la sua testimonianza di vita cristiana, il suo impegno per l’educazione alla fede dei figli, e il suo contributo alla costruzione della comunità cristiana.

- Promuovere e qualificare lo stile salesiano di famiglia nella propria famiglia, nella comunità salesiana, nella comunità educativo-pastorale.
Lo spirito salesiano di famiglia costituisce una caratteristica della nostra spiritualità (Cfr. CG24, 91-93) e si esprime:

  nell’ascolto incondizionato dell’altro,

  nell’accoglienza gratuita delle persone,

  nella presenza animatrice dell’educatore tra i giovani,

  nel dialogo e nella comunicazione interpersonale e istituzionale,

  nella corresponsabilità attorno ad un progetto educativo condiviso…

- Crescere nello spirito e nella esperienza di Famiglia Salesiana al servizio dell’impegno educativo e pastorale tra i giovani.
La Famiglia Salesiana ci chiede in modo speciale un impegno convergente per offrire ad ogni giovane una proposta e un accompagnamento vocazionale adeguato ed esigente (Cfr. CG25, 41 e 48). Per questo occorre crescere come Famiglia attraverso:

  il buon funzionamento della Consulta della Famiglia Salesiana,

  l’inserimento di giovani in essa,

  iniziative ed attività che portino ad operare sempre più come famiglia spirituale apostolica.

Alcuni suggerimenti

· Preparare, nell’itinerario di formazione dei giovani, un cammino graduale e sistematico di educazione all’amore, che aiuti gli adolescenti e giovani
- a cogliere il valore umano e cristiano della sessualità,
- a maturare un rapporto positivo e aperto tra ragazzi e ragazze,
- ad affrontare, secondo i valori della dignità della persona umana, i valori della vita e i criteri del Vangelo, le diverse questioni moderne sulla vita e sulla sessualità umana,
- ad aprirsi al progetto di Dio come cammino concreto per vivere la propria vocazione all’amore.
Si dovrà dare una speciale importanza a questo aspetto nei percorsi formativi proposti nei gruppi e associazioni del Movimento Giovanile Salesiano e nell’accompagnamento personale dei giovani.

· Promuovere tra i giovani adulti dei nostri ambienti (animatori, volontari, collaboratori giovani…) percorsi concreti di formazione, accompagnamento e discernimento della vocazione al matrimonio cristiano. In questo impegno si cercherà di suscitare la collaborazione di matrimoni dei gruppi laicali della Famiglia Salesiana.

· Suscitare nelle nostre presenze gruppi, movimenti e associazioni di coppie e di famiglie che li aiutino a vivere e ad approfondire la propria vocazione matrimoniale e le loro responsabilità educative.
Nella Famiglia Salesiana esistono i gruppi di “Famiglie Don Bosco”, “Hogares Don Bosco”, promossi ed animati dai Cooperatori Salesiani; ma anche esistono parecchie altre associazioni familiari come “Movimento Familiare Cristiano”, “Incontri Matrimoniali”, ecc.

· Appoggiare i genitori dei ragazzi /ragazze delle nostre opere nella loro responsabilità educativa attraverso la creazione di associazioni di genitori, scuole di genitori, ecc. con una proposta concreta e sistematica di formazione e condivisione su tematiche educative.

· Irrobustire in ogni presenza salesiana la Comunità educativo-pastorale, con una particolare attenzione ai rapporti personali e al clima di famiglia, alla partecipazione più abbondante possibile e alla condivisione dei valori salesiani e degli obiettivi del progetto educativo-pastorale. In questo modo l’opera salesiana diverrà una casa per i ragazzi e anche un appoggio per le famiglie coinvolte.

· Coinvolgere le famiglie nel cammino di educazione e di evangelizzazione che proponiamo e animiamo tra i giovani, attraverso iniziative come incontri di condivisione tra genitori e figli, catechesi familiare, coinvolgimento di genitori nell’animazione dei gruppi del MGS, celebrazioni e incontri insieme, comunità cristiane familiari come punto di riferimento per il cammino di fede proposto ai giovani, ecc.

· Incoraggiare, preparare e accompagnare i nostri laici perché promuovano e difendano nella società i diritti della famiglia, di fronte a leggi e situazioni che la danneggiano.

· Approfondire il senso di Famiglia Salesiana tra i diversi gruppi presenti in uno stesso territorio mediante la conoscenza e la condivisione della “Carta della comunione” e della “Carta della missione” e l’attuazione della “Consulta della FS” ai diversi livelli.

 

Aggiornato martedì 28 febbraio 2006

  a cura della Segreteria MGS Puglia