Pur non esistendo testimonianze dirette sull’origine del Palio di Siena, si sa pero' che esisteva gia' prima del 1310, tale testimonianza e' provata da un documento del Consiglio Generale di Siena che ne benediva la corsa svoltasi il 16 agosto di quello stesso anno. L’importanza di tale corsa dopo la vittoria di Montaperti (1260) assunse maggior importanza anche nel campo politico. La seconda gara fu riconosciuta ufficialmente nel 1656 (Il Palio delle contrade che si svolge il 2 luglio). Le Contrade senesi, che all’inizio erano in numero molto superiore di quello attuale (le informazioni sono molte e spesso contraddittorie, comunque il numero era compreso tra 70 e 80) e che con il passare del tempo si sono ridotte alle 17 attuali, non hanno solo una funzione rappresentativa, ne la loro vita si esaurisce esclusivamente nella preparazione e nella realizzazione del Palio. Il  Palio infatti e' qualcosa di piu' di un semplice spettacolo folcloristico o di una rievocazione storica in costume. Oggi come ieri il Palio e' la festa di Siena e delle sue Contrade che si contendono tra loro, nemiche o alleate, l’ambito drappo di seta dipinta: e' una specie di rito in cui Siena, dal momento del sorteggio delle Contrade rivela il suo volto piu' vero e rivive con entusiasmo e passione nostalgica, un meraviglioso sogno di passata grandezza .  Ma cos’e' che funzione ha una contrada? La contrada e' l’elemento aggregante della vita sociale Senese. Chi nasce nel territorio (delimitato con precisi confini sin dal XVIII sec.) di un dato rione restera' legato a quel simbolo per sempre. La vita nelle contrade attuali, nate immediatamente dopo la fine della Repubblica, trascorre avendo come modello le Compagnie militari dei rispettivi rioni. Ognuna svolge una continua attivita' per tutto l’anno: ma nei giorni del Palio l’animazione e il coinvolgimento e' totale, soprattutto se quel determinato rione partecipa alla “Carriera”, ovvero alla corsa di uno dei due Palii che si svolgono ogni anno rispettivamente il 2 luglio (in onore della Madonna di Provenzano) e il 16 agosto (per la festa dell’Assunta). Ogni contrada ha una sua sede , con la Chiesa, il museo, una societa' adibita al ritrovo e allo svago, e una stalla che custodisce il cavallo avuto in sorte durante i quattro giorni del Palio. La citta', fin dai tempi antichi, e' divisa in tre Terzieri (o Terzi), all'interno dei quali v'e' la "suddivisione" in contrade, che rappresentano tutto l’antico nucleo storico. Al primo terzo chiamato di Citta' appartengono le contrade dell’Aquila, Chiocciola, Onda, Pantera, Selva e Tartuca. Nel  secondo chiamato di San Martino troviamo Civetta, Leocorno, Nicchio, Valdimontone, e Torre. All’ultimo terzo chiamato di Camollia vi sono Bruco, Drago, Giraffa, Istrice, Lupa e Oca. Un grandioso Corteo storico precede la corsa, piu' di ottocento “comparse” ricostruiscono fedelmente le antiche cerimonie dette “del cero e dei censi”. Ogni contrada e' riccamente rappresentata nel Corteo storico: un tamburino cadenza le evoluzioni delle bandiere dei due alfieri, un “capitano o duce” e' scortato da due paggi d’armi, seguono i paggi vessilliferi o porta insegne, conclude la rappresentanza del rione il cavallo da parata, con sopra il fantino che correra' il Palio, e lo stesso barbero (cavallo) in cui i contradaioli ripongono tutte le speranze di vittoria. Il Corteo, volutamente lungo, vede in primo piano i rappresentanti dell’antico Comune senese che sfilano al suono dei trombetti del Palazzo che intonano la trascinante Marcia del Palio. E per ultimo in un crescendo da opera lirica entra l’antico  “carroccio": un carro cinquecentesco trainato da buoi bianchi, dove e' issato il “Palium”, ovvero il drappellone in seta che sara' consegnato alla contrada vincente: questo ambito premio e' affettuosamente chiamato dai Senesi “il Cencio”, ed ogni volta e' dipinto da un artista diverso, molti dei quali di livello internazionale.  L’anello di tufo che circonda Piazza del Campo e' adesso sgombro dai figuranti del corteo: dall’Entrone (il portone che da sul Cortile del Podesta') escono i cavalli ed i fantini delle dieci Contrade . Ad ogni cavaliere viene consegnato un nerbo di bue che gli servira' per ostacolare i suoi rivali. Con un nuovo sorteggio si decide l’ordine della Mossa (cosi' si chiama la partenza del Palio), con l’ultima delle partecipanti che entra velocemente “di rincorsa”. E' il momento fatidico: i dieci protagonisti si gettano nella giostra che per tre giri coinvolge tutti i presenti. Tre giri difficili, fra i sali e scendi della stessa piazza, con due curve micidiali: la prima in discesa detta di San Martino, e la seconda in salita chiamata Il Casato. Nel Palio tutto e' permesso: ostacolare la Contrada rivale, gettare a terra il suo fantino sebbene il cavallo possa vincere anche “ scosso” , cioe' liberato dal peso del suo cavaliere. La nube di fumo del  Mortaretto”, lo scoppio che segna l’arrivo, segna la fine della corsa. Solo ora si riesce a capire cosa rappresenta per un Senese questa corsa. La gioia e' incontenibile, il “Cencio” viene portato in trionfo dal popolo, e restera' nel museo della Contrada a perenne ricordo di una grande giornata. E a settembre, in una calda ed invitante serata, tutto il Rione sara' addobbato ed illuminato per salutare la recente vittoria. Una grandiosa cena, con piu' di duemila invitati, che il contradaiolo ricordera' per il resto dei suoi giorni, anche perche' l’amore per la Contrada e' una malattia dalla quale non si guarisce. Per comprendere a fondo la gioia di una vittoria o la delusione per una sconfitta e' necessario cercare di essere coinvolti nel vivo del rione o della sua festa, partecipando ad una delle spontanee cerimonie che fanno della vita contradaiola una cosa unica, come ad esempio il Battesimo” con il quale i bambini entrano nel grande mondo dei propri colori. Il Palio, come si legge in molti saggi, e' vita. E questo lo si puo' capire solo attraversando, anche per un attimo, l’esistenza di questi straordinari Sensi, molto simili alla visione artistica ed architettonica della loro citta', un palcoscenico che riesce ad essere immutabile nel corso dei tempi.
 
 

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