Oggi e' una piazza intitolata a Jacopo della Quercia ma in realta' avrebbe dovuto essere lo spazio coperto dalle tre navate del Duomo Nuovo. Il "facciatone", incompiuto ma ugualmente splendido, e un colonnato altissimo restano a ricordare il fallimento di un'idea tanto grandiosa da sembrare imprudente. Per quantificarne la portata, basti pensare che il Duomo attuale avrebbe dovuto fare da transetto alla nuova costruzione. A cose fatte, dal portale all'abside si sarebbero misurati 110 metri. Arrivati nel 1339, i lavori subirono un arresto dopo pochi anni: i piani dei sensi furono scombinati dall'arrivo della peste che paralizzo' la citta' per vari decenni, ma neppure questo valse a distoglierli dal loro sogno. I nipoti continuarono a costruire cio' che i nonni avevano vagheggiato. Ma l'avventatezza, che talvolta si accompagna alla megalomania, tra l'altro fece sbagliare grossolanamente i conti ai costruttori: le fondamenta si rivelarono inadeguate e le volte, appena iniziate, cominciarono ad aprirsi. Solo allora si rinuncio'. Quello che resta e' comunque sufficiente a farci comprendere la maestosita' che, se fosse stata compita, la cattedrale avrebbe assunto.