Carlo V, durante una visita a Siena , ebbe a dichiarare che la citta' sotterranea era piu' bella di quella che vediamo alla luce del sole. Si riferiva all’antico acquedotto medioevale , quasi 25 chilometri di gallerie tutte praticabili, che tuttora riforniscono le fonti, collocate nei punti strategici del centro storico. Questi splendidi cunicoli sotterranei, che vengono chiamati “bottini” per la loro particolare forma che assomiglia proprio alla botte, sono i resti di antiche condotte destinate alle fontane pubbliche. Solo dopo il 1446 assunsero l’aspetto e l’estensione moderna. Di notevole importanza la Fonte Branda, costruita prima del XI secolo. A ridosso della Rupe di S. Domenico (o Colle del Costone), si presenta con il suo severo aspetto dei tre archi ogivali, coronati da altrettanti archi ogivali chiusi, interamente costruita con mattoni, ornata di merli, sormontata da timpani e da quattro doccioni leonini con nel bel mezzo lo stemma di Siena, sembra piu' una piccola fortezza che una fonte. Questa sorgente, adesso per i due terzi interrata, gia' la troviamo nominata in documenti del 1081, mentre un suo ampliamento fu eseguito dal Bellamino nel 1198 per poi essere portata all’aspetto attuale da Giovanni di Stefano nel 1248. Racchiusa in una stretta vallata, e' stata per secoli la fonte che permetteva l’approvvigionamento idrico di gran parte della citta', con un suo fascino ed una fama che ha oltrepassato i confini senesi , anche per merito di Dante Alighieri che la rammenta nel trentesimo canto dell'Inferno.