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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS 

 

La svendita della nostra cultura

Unità - 12 dicembre 2002

di Gianni Vattimo

Ma insomma, dobbiamo credere ai discorsi sui valori che ci fa continuamente, e con sospetta assiduità, una parte della destra oggi al governo oppure pensare che in realtà lo spirito di questa destra è piuttosto rappresentato dallo sguaiato secessionismo di Bossi, dal cattorazzismo di Borghezio, e dall’odio di Storace per la moderna storia dell’Italia antifascista, liberale, democratica?

Che cosa significa la presa di posizione della commissione Cultura della Camera sulla necessità di riscrivere i libri di storia per le scuole, se non appunto la volontà di buttare a mare il nostro patrimonio di valori ereditati, scritti nella Costituzione nata dalla Resistenza, e ancora vivo nel senso ingiurioso che conserva per tutti o quasi l’epiteto di fascista? Non rimane, questa, una piccola ma significativa espressione di un comune sentire di cui anche la destra di governo dovrebbe tenere conto?

I libri di storia che oggi si vorrebbe far riscrivere, hanno «funzionato» fino ad ora in quanto corrispondono appunto al comune sentire dell’Italia democratica, dell’Italia di Scalfaro e di Ciampi. Erano e sono scelti da insegnanti laureati e abilitati, che del resto avevano a disposizione anche libri cosiddetti «di destra», testi più o meno orientati nel senso che, a quanto si capisce, è preferito da questa maggioranza. Che forse - come ha ricordato Fisichella al Senato - non è andata all’università, ma si è formata nei bar sport della Padania. Disprezzo elitario per il popolo? Diremmo solo giusta difesa di quel patrimonio nazionale che è costituito, oltre che dai valori del pensiero politico italiano, della Resistenza al fascismo, della tradizione repubblicana, anche da quella intellighenzia diffusa che sono i docenti delle scuole di ogni ordine e grado. La commissione Cultura e la signora Moratti vareranno leggi anche per riciclare tutta questa intellettualità? Non dovrebbero dimenticare il fallimento a cui stanno portando quell’altra agenzia educativa e culturale del paese che è la Rai, con la sostituzione di «faziosi» come Biagi e Santoro con autori che, oltre che alla libertà, hanno rinunciato anche a farsi capire.

Ecco, stiamo di nuovo dicendo semplicemente no, invece di proporre a nostra volta una bella collana di testi revisionisti (o riformisti) collaborativi (o collaborazionisti) che rispondano costruttivamente all’appello della maggioranza per una nuova cultura, per una ennesima riforma di cui non si sente alcun bisogno. In confronto a tutto ciò, e alla distruzione della università e della ricerca che è ormai in corso, anche la vendita del Colosseo a una catena di circhi privati non sarebbe poi un grande scandalo.

 

 

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