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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS 

 

Tagli del 15 per cento al bilancio dell'Istruzione

Tecnica della Scuola - 9 dicembre 2002

di Giuseppe Guzzo

Tempi duri per il futuro della scuola italiana. Continua da parte del governo la richiesta di sacrifici. Mentre si attende la definizione del contratto dei docenti da tempo scaduto, altri tagli sono stati annunciati al bilancio della scuola.

Il decreto taglia spese del Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha ridotto bilancio dell'istruzione, del 15%, quasi 800 milioni di euro.
Al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, il bilancio per il 2003 è stato perciò ridotto di conseguenza sulla base della delle disponibilità.
In particolare la spesa per il funzionamento amministrativo e didattico, prevista in 286 milioni di euro, è stata ridotta di 56 milioni di euro. Quella per l'igiene e la sicurezza, prevista in 20,76 milioni di euro è stata ridotta di 17,88 euro. Quella per l'aggiornamento e la formazione che era di 64,99 milioni di euro, è stata ridotta di 44,79 milioni di euro.
È stato anche dimezzato il capitolo relativo ai contributi alle scuole non statali che era di 418 milioni di euro.
I tagli creeranno non pochi problemi atteso che molte scuole, ad anno scolastico abbondantemente iniziato, avevano già impegnato le spese e che si vedranno costrette a rivedere, per indisponibilità di finanziamenti, quanto programmato nel campo dei capitoli relativi.
I tagli alle spese della scuola non statale, inoltre, compromette i finanziamenti soprattutto alle scuole materne non statali, la maggior parte delle quali oggi sono divenute paritarie.
Viene, come è facile intuire, compromesso il funzionamento e l'efficacia della legge sulla parità scolastica, approvata dalla maggioranza legislativa di centro sinistra, ma fatta propria anche dall'attuale maggioranza governativa.
Viene compromesso, in definitiva, il diritto alla libertà di scelta dei genitori.

 

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