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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

 

Scuola, i conti non tornano

Cifre diverse sulle risorse per il contratto

Il Sole 24 Ore -  7 marzo 2003


ROMA - Guerra di cifre tra i ministri Moratti e Tremonti sul contratto della scuola. Ieri si è svolto un vertice Istruzione-Economia per definire le nuove risorse disponibili. Le posizioni dei due ministeri sono piuttosto distanti, ma non si può escludere una soluzione rapida del conflitto. Il punto di partenza riguarda i tagli fatti l'anno scorso al personale docente. Per il ministro Letizia Moratti sono 8.500 in meno, come chiedeva la Finanziaria approvata alla fine del 2001. A quella riduzione, la legge di bilancio collega un risparmio di 240 milioni di euro da investire nel contratto. E questi dati sono stati ribaditi ieri dal ministro dell'Istruzione nella riunione con il ragioniere generale dello Stato, Vittorio Grilli. Il dicastero del l'Economia, invece, sostiene che i tagli effettivi sono stati pari a 5mila unità. Le somme di conseguenza disponibili ammonterebbero a circa 140 milioni di euro. Si tratta, in ogni caso, di cifre da aggiungere a quelle previste per l'inflazione programmata. Un'altra questione delicata riguarda le riduzioni del personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario): secondo l'Istruzione sono state pari a 4mila in meno, mentre per il Tesoro sarebbero soltanto poche centinaia. A dispetto della distanza sulle cifre, le posizioni in campo non sono del tutto inconciliabili. A Letizia Moratti, infatti, è stato riconosciuto di aver effettivamente ridotto, da una parte, 8.500 posti di insegnamento. Dall'altra parte, però, il Tesoro sostiene che su diversi fronti il personale insegnante è cresciuto, come nel caso dei docenti di sostegno. Per questo, nel bilancio finale, l'ammontare effettivo degli stipendi pagati in meno ammonta a 5mila unità. Il confronto tra i tecnici dei ministeri prosegue nei prossimi giorni. Non si può escludere che la questione finisca all'esame di uno dei prossimi Consigli dei ministri. I sindacati, intanto, sono in agitazione. «Finché non arriva una convocazione dell'Aran e al tavolo negoziale ci confermeranno che le risorse già decise sono disponibili - osserva Daniela Colturani (Cisl Scuola) - siamo solo alle chiacchiere. E non abbiamo intenzione di fare sconti». Per Fedele Ricciato (Snals) «i contratti non si fanno con dichiarazioni di intenti, ma con la disponibilità effettiva delle risorse». Antonio Foccillo (Uil) sostiene che «è necessario accelerare. È giunto il momento di mettere la firma anche su questo contratto». Gian Paolo Patta (Cgil) afferma invece che «con i reiterati ritardi del Tesoro ci avviamo a una fase di crisi nelle relazioni sindacali. Non sarà evitabile lo sciopero del 24 marzo». In tema di scuola, ieri al Senato è proseguita la discussione sul disegno di legge per il riordino degli ordinamenti scolastici. A causa della mancanza del numero legale, l'iter del Ddl è andato avanti a fatica. Si prosegue martedì, che potrebbe essere il giorno della definitiva trasformazione in legge della riforma Moratti. MARCO LUDOVICO

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