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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

 

Un'istruzione sul modello anglosassone

 

Sole 24 ore - 20 febbraio 2003

 

La riforma Moratti - L'obbligo formativo per i giovani sarà portato in Italia a 12 anni, mentre negli altri Paesi varia da 9 a 11
M.C.D.

ROMA - Il ministro Letizia Moratti punta sul diritto all'istruzione e alla formazione per almeno 12 anni, o sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno d'età, per marciare al passo degli altri Paesi europei. In base alla riforma, approvata martedì in seconda lettura dalla Camera, dopo la scuola secondaria di primo grado, gli studenti potranno scegliere tra i licei, il sistema di istruzione e formazione professionale, o il conseguimento (dal quindicesimo anno di età) di una qualifica attraverso l'apprendistato o l'alternanza scuola-lavoro. La sfida è costituire un sistema di formazione professionale che competa, con una qualità garantita, con il sistema di istruzione, così come avviene nel resto della Ue. Impresa non semplice, visto che la formazione, di competenza regionale, finora sfugge ai sistemi di valutazione. Con questa ricetta il ministro punta a raggiungere i traguardi fissati dalla Commissione europea, "neutrale" rispetto all'architettura dei sistemi di istruzione e formazione adottati nei vari Paesi. Bruxelles raccomanda, entro il 2010, di ridurre il tasso di abbandono precoce della scuola della metà rispetto al dato 2000; di aumentare i diplomati in matematica, nelle scienze e nelle tecnologie; di migliorare tra i quindicenni le conoscenze di matematica e scienze e le capacità di lettura; di raggiungere, nella platea compresa tra i 25 e i 59 anni, almeno la quota dell'80% di diplomati. Nel quadro della formazione - coltivata lungo tutta la vita, come per altro richiama anche il Ddl Moratti - la Commissione chiede poi di innalzare la percentuale di adulti (tra i 25 e i 64 anni) che frequenta corsi di aggiornamento e formazione. Con la riforma Moratti, per altro, si farà marcia indietro rispetto alla legge 9/99 che allunga l'obbligo scolastico da otto a nove anni. Questa previsione va inquadrata nell'architettura delineata dalla riforma Berlinguer: con l'attuazione della legge 30/2000 si sarebbero resi vincolanti per tutti i primi due anni di liceo. Quindi, si "corregge" la legge 144/1999 che fissa «l'obbligo formativo» fino a 18 anni, attraverso la scuola, l'apprendistato o la formazione professionale. Nel resto della Ue l'istruzione obbligatoria varia da un minimo di nove anni (Danimarca, Grecia, Irlanda, Austria, Portogallo, Finlandia, Svezia e Liechtenstein), fino a 11 anni (Lussemburgo, Inghilterra, Galles e Scozia) e oltre (Belgio, Germania e Paesi Bassi, dove dai 16 anni l'obbligo è a tempo parziale, e l'Irlanda del Nord). La fine dell'obbligo - spiega un "quaderno" curato dall'Indire (ex Bdp) - coincide nella maggior parte dei Paesi con il passaggio dal ciclo secondario inferiore, o dalla struttura unica, a quello superiore. Fanno eccezione: Austria, Belgio, Francia, Germania e Paesi Bassi. Educazione prescolare. In quasi tutti i Paesi dell'Unione europea la "scuola dell'infanzia" è facoltativa. Nei Paesi Bassi, in Austria, e in Norvegia gli asili non hanno "ordinamenti istituzionalizzati" o dipendono dalle municipalità. In ogni caso, l'Italia (con tassi inferiori al Sud) si caratterizza per l'alto tasso di frequenza (quasi il 90%). L'istruzione primaria e secondaria inferiore. Il puzzle europeo dell'istruzione mostra come sia varia l'età in cui i bambini iniziano ad andare a scuola: in Gran Bretagna l'ingresso in aula è fissato a cinque anni (ma nell'Irlanda del Nord la primary school inizia a quattro anni); Portogallo e Norvegia fissano l'obbligo a 6 anni, mentre Danimarca e Finlandia posticipano a sette anni. In gran parte dei Paesi l'istruizione primaria ha una durata di sei anni. Invece, nella maggior parte dei Laender tedeschi e in Austria si articola in quattro anni. La scuola secondaria inferiore dura, di norma, tre o quattro anni. In Germania, però, si spinge fino a cinque-sei anni (a seconda del tipo di scuola). Ci sono Paesi dove si è preferito la struttura unica: in Danimarca, Finlandia, Portogallo, Norvegia e Svezia il ciclo di base coincide con l'obbligo di istruzione. Il livello secondario superiore. In gran Parte dei Paesi gli studenti terminano il "liceo" o gli indirizzi professionali a 18 anni, con un anno di vantaggio rispetto agli studenti italiani


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