Arriva
l'intesa per la scuola
Fonte:
Sole 24 Ore del 16 maggio 2003
LUIGI ILLIANO
ROMA
- Il nuovo contratto della scuola potrebbe
arrivare oggi. La vertenza, aperta lo scorso
ottobre, e proseguita a singhiozzo lungo l'arco
dei sette mesi che portano a questo venerdì, è
giunta al capolinea. Ieri c'è stata l'ennesima
maratona sulla nuova versione della bozza di
accordo presentata dall'Aran (l'Agenzia per la
contrattazione nel pubblico impiego). Cgil, Cisl,
Uil e Snals - la Gilda ha abbandonato il tavolo -
hanno passato al setaccio i 141 articoli (nella
prima stesura erano 117) dell'ipotesi per il
quadriennio normativo 2002/2005 e le disposizioni
economiche per il biennio 2002/2003. L'intesa sul
contratto arriva a pochi mesi dalla scadenza della
parte economica. E per gli aumenti in busta paga,
considerati i passaggi tecnici necessari, si
potrebbe attendere fino al prossimo luglio. Il
testo del contratto dovrà passare in Consiglio
dei ministri per la verifica politica e sarà
sottoposto alla Corte dei conti per il riscontro
economico. Solo dopo questi adempimenti l'intesa
potrà essere sottoscritta definitivamente e
trovare applicazione. A cominciare dall'aumento
medio di 145 euro, lordi mensili, in busta paga.
Una cifra decisamente superiore ai 106 euro di
aumento ottenuti dai ministeriali. Nel dettaglio,
l'incremento di stipendio sarebbe distribuito in
parte sulle sette fasce di anzianità dello
stipendio di base ma, soprattutto concentrando le
risorse nelle tre fasce dove è collocata la
retribuzione professionale docente (rpd). Dai 0 ai
14 anni, dai 15 ai 27 e dai 28 ai 35 anni. Proprio
queste ultime due scansioni godranno delle cifre
più sostanziose. Un criterio adottato per
"accorciare" la carriera dei docenti,
con l'aumento massimo che non coincide più con la
fine della carriera, ma arriva sette anni prima.
In linea con quanto accade in Europa. Ma al
centro del contenzioso ci sono soprattutto le
relazioni sindacali. I rappresentanti dei
lavoratori temono di perdere terreno proprio nel
momento in cui si avvicina l'attuazione della
riforma Moratti. Così il ruolo delle Rsu
(rappresentanze sindacali) nelle scuole è balzato
in primo piano, soprattutto alla luce
dell'autonomia degli istituti. La contrattazione a
livello di singola scuola diviene crocevia della
gestione attraverso la scelta sulle retribuzioni,
sull'organizzazione del lavoro e dell'orario del
personale e sulla stessa retribuzione per lo
svolgimento delle attività aggiuntive. La
gestione del fondo della scuola, per esempio, ha
provocato non poche domande. Non è sembrato
chiaro a cosa debbano servire questi soldi e,
soprattutto, chi decide. Così come sono
apparse nebulose le indicazioni sui rapporti tra
le scuole e gli enti territoriali.
|