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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

 

Arriva l'intesa per la scuola

Fonte:  Sole 24 Ore del 16 maggio 2003

  LUIGI ILLIANO

ROMA - Il nuovo contratto della scuola potrebbe arrivare oggi. La vertenza, aperta lo scorso ottobre, e proseguita a singhiozzo lungo l'arco dei sette mesi che portano a questo venerdì, è giunta al capolinea. Ieri c'è stata l'ennesima maratona sulla nuova versione della bozza di accordo presentata dall'Aran (l'Agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego). Cgil, Cisl, Uil e Snals - la Gilda ha abbandonato il tavolo - hanno passato al setaccio i 141 articoli (nella prima stesura erano 117) dell'ipotesi per il quadriennio normativo 2002/2005 e le disposizioni economiche per il biennio 2002/2003. L'intesa sul contratto arriva a pochi mesi dalla scadenza della parte economica. E per gli aumenti in busta paga, considerati i passaggi tecnici necessari, si potrebbe attendere fino al prossimo luglio. Il testo del contratto dovrà passare in Consiglio dei ministri per la verifica politica e sarà sottoposto alla Corte dei conti per il riscontro economico. Solo dopo questi adempimenti l'intesa potrà essere sottoscritta definitivamente e trovare applicazione. A cominciare dall'aumento medio di 145 euro, lordi mensili, in busta paga. Una cifra decisamente superiore ai 106 euro di aumento ottenuti dai ministeriali. Nel dettaglio, l'incremento di stipendio sarebbe distribuito in parte sulle sette fasce di anzianità dello stipendio di base ma, soprattutto concentrando le risorse nelle tre fasce dove è collocata la retribuzione professionale docente (rpd). Dai 0 ai 14 anni, dai 15 ai 27 e dai 28 ai 35 anni. Proprio queste ultime due scansioni godranno delle cifre più sostanziose. Un criterio adottato per "accorciare" la carriera dei docenti, con l'aumento massimo che non coincide più con la fine della carriera, ma arriva sette anni prima. In linea con quanto accade in Europa. Ma al centro del contenzioso ci sono soprattutto le relazioni sindacali. I rappresentanti dei lavoratori temono di perdere terreno proprio nel momento in cui si avvicina l'attuazione della riforma Moratti. Così il ruolo delle Rsu (rappresentanze sindacali) nelle scuole è balzato in primo piano, soprattutto alla luce dell'autonomia degli istituti. La contrattazione a livello di singola scuola diviene crocevia della gestione attraverso la scelta sulle retribuzioni, sull'organizzazione del lavoro e dell'orario del personale e sulla stessa retribuzione per lo svolgimento delle attività aggiuntive. La gestione del fondo della scuola, per esempio, ha provocato non poche domande. Non è sembrato chiaro a cosa debbano servire questi soldi e, soprattutto, chi decide. Così come sono apparse nebulose le indicazioni sui rapporti tra le scuole e gli enti territoriali.

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