. .

Cerca  

CLICCA PER INIZIARE

 

HOME PAGE

NEWS

EDITORIALI

DOCUMENTI

NUGAE

TARSU

POSTA

VALUTAZIONE D.S.

D.S. IN EUROPA

ARCHIVIO

FINALITA' SITO

COMMENTI EVENTI

LINKS

 

 

SCRIVICI

   
   
   
 

 

ottimizzato per I.E 6.0 e Netscape 6 a tutte le risoluzioni

 

.

Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS 

 

 

Scuola, l'incognita Tremonti

Sole 24 Ore - 16 gennaio 2003


La stagione dei contratti - L'accordo è vicino ma manca il via libera del ministro - Posizione unitaria dei confederali sul rinnovo del terziario

MARCO LUDOVICO

ROMA - Il contratto della scuola è all'esame del ministero dell'Economia. E finché non ci sarà il via libera del ministro Giulio Tremonti, l'intesa che riguarda oltre un milione di persone - tra docenti e amministrativi - non si potrà chiudere. Il confronto tra i sindacati e l'Aran (l'agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego) va avanti e anche ieri c'è stato un incontro. Ma la partita vera si svolge tra le stanze dei ministeri dell'Istruzione e dell'Economia. Forse serviranno almeno una decina di giorni, prima di capire se ci sarà la schiarita finale. A Viale XX settembre, infatti, i tecnici dell'Economia stanno verificando i conti fatti dal ministro Letizia Moratti e dichiarati all'Aran. Dopo aver visto la lettera del ministro dell'Istruzione, con cui si dichiara che sono stati effettuati i tagli previsti nell'anno scolastico 2002/2003, i sindacati hanno fatto intendere, in modo assolutamente informale, che sono pronti a firmare. Ci sarebbe stata, dunque, una riduzione pari a circa 8.500 docenti, che Viale Trastevere dimostra di aver effettuato conteggiando gli stipendi in meno pagati al personale. Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno così avuto le rassicurazioni chieste a Letizia Moratti sui soldi legati a quei risparmi sul personale, pari a circa 300 milioni di euro. Un incremento di fondi decisivo per l'ok finale delle confederazioni. Dicono pertanto i sindacati che in queste condizioni il contratto si può chiudere. Ufficialmente lo ha affermato perfino il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani che nei giorni scorsi ha detto: «Se ci sono le condizioni, il contratto della scuola si può chiudere». Ma l'Economia - che, in questo caso più che mai, deve recitare la parte del severo censore - sta controllando i conti dell'Istruzione. A via XX settembre, in effetti, c'è già la sensazione che la riduzione dei docenti e del personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) sia avvenuta. Ma i tecnici di Tremonti vogliono vederci chiaro sulla dimensione del fenomeno annunciato. E sembra che ci siano dubbi, in particolare, sui fondi che riguardano il personale Ata. Ma c'è anche un problema "politico", oltre quello tecnico sui conti, legato ai rapporti tra il ministro dell'Economia e quello dell'Istruzione, che già si sono dati battaglia senza tregua durante l'ultima Finanziaria. In questo caso, tuttavia, il gioco non sarà così facile per il ministro Tremonti. Al vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, sta molto a cuore il fatto che si chiudano positivamente le intese nel settore dei dipendenti pubblici. Perciò la chiusura del contratto della scuola sarebbe, comunque, un successo politico per il governo Berlusconi. Non solo: potrebbe anche aprire la strada al rinnovo delle altre intese nel pubblico impiego. Sarebbe la prima volta che la scuola fa da apripista agli accordi del comparto. Ma è anche vero che, nel caso dei docenti, la strada della vertenza con i sindacati è più in discesa perché ci sono più soldi. Certo non sono quelli chiesti dalle confederazioni per le buste paga "europee". Sono, però, certamente più delle risorse a disposizione dei dipendenti della sanità o degli enti locali, per esempio. I finanziamenti maggiori sono, soprattutto, quelli legati alla riduzione del personale. Un principio sancito dalla Finanziaria del 2002 e ribadito quest'anno per il settore dell'istruzione, che prevede una diminuzione del 6% del personale Ata nel prossimo triennio. Nei prossimi due anni, inoltre, ci sarà una diminuzione di altri 25mila docenti, stando alle previsioni della Finanziaria 2002. Tanto che al ministero dell'Istruzione stanno già lavorando in questo senso, tra le proteste della CgilScuola. Resta da vedere se il principio "più soldi in cambio di meno personale" potrà essere esteso anche ad altri comparti del pubblico impiego. Una partita che per il sindacato diventa decisamente difficile.

 

CHIUDI