Scuola,
il premier media sui fondi
Il
Sole 24 Ore - 13 febbraio
2003
Il riordino dei cicli - Riunione con Moratti e
Tremonti, poi Berlusconi assicura: «Sarà
garantita la copertura»
ROMA - Con la mediazione di Berlusconi, si sblocca
l'iter della riforma della scuola. Ieri, infatti,
è dovuto scendere in campo il presidente del
Consiglio per risolvere l'ennesimo conflitto tra
il ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, e il
responsabile dell'Economia, Giulio Tremonti. Dopo
l'intervento del premier, però, il Ddl dovrebbe
avere il sì di Montecitorio: forse oggi o, molto
più probabilmente, martedì prossimo. Il testo,
poi, tornerà al Senato per l'approvazione
definitiva, e dovrebbe trattarsi di un passaggio
rapido. Per Letizia Moratti, dunque, l'ok al
progetto di riordino dell'istruzione sembra più
vicino. Ma ieri la tensione è salita alle stelle.
Anche perchè, già nella tarda serata di martedì,
Tremonti ha attaccato senza tregua quando ha visto
che la riforma della scuola stava per superare il
traguardo della Camera. I problemi di copertura
finanziaria sono stati tirati nuovamente in ballo
e a Montecitorio girava perfino la voce che
Tremonti minacciasse le dimissioni. A quel punto,
Berlusconi è dovuto correre ai ripari. E ieri,
insieme al sottosegretario Gianni Letta, ha
ricevuto Tremonti e Moratti a palazzo Grazioli.
Altri due protagonisti di una vera e propria
trattativa all'interno del Governo e della
maggioranza sono stati il ragioniere generale
dello Stato, Vittorio Grilli - che ha incontrato
il ministro dell'Istruzione - e il presidente
della commissione Bilancio di Montecitorio,
Giancarlo Giorgetti (Lega). Alla fine è passata
una soluzione che garantisce la "blindatura
finanziaria" dell'attuazione della riforma
Moratti (si veda l'articolo a fianco). In pratica,
nessun decreto applicativo potrà essere approvato
se non ci saranno i soldi per finanziarlo. Ieri
l'assemblea di Montecitorio ha detto sì
all'articolo 1 del testo, composto in tutto di
sette articoli. Al dibattito è intervenuto il
ministro dell'Istruzione, che ha rilanciato tutti
i punti del suo progetto. Non vi è «nessuna
riduzione di obbligo scolastico; il disegno di
legge, al contrario, pone tra gli obiettivi
prioritari il diritto-dovere all'istruzione e
formazione per almeno 12 anni o fino al
conseguimento di una qualifica». L'ingresso
anticipato nella scuola dell'infanzia e in quella
primaria, ha ricordato Moratti, «è un'opportunità
offerta alle famiglie che decideranno liberamente
se utilizzarla». La riforma, infine, prevede
nuovi percorsi di formazione iniziale e in
servizio per i docenti. Ma l'opposizione ha
sparato a zero. Secondo Giovanna Grignaffini,
capogruppo Ds in commissione Cultura, «la
battaglia che da settimane l'opposizione sta
conducendo mette in luce i limiti di questo
provvedimento affrettato e con molte pecche». «In
concreto, la copertura finanziaria non c'è. I
fatti dicono che questa è solo una legge di
bandiera, sbagliata e soprattutto senza soldi»
afferma Giovanni Manzini, responsabile scuola
della Margherita. Da notare, poi, la particolare
proposta della leghista Giovanna Bianchi Clerici,
secondo la quale «servono più insegnanti maschi,
soprattutto dopo le medie». Troppe donne
insegnanti possono costituire «un handicap nei
processi educativi e di maturazione degli
adolescenti, soprattutto maschi, a cui vengono a
mancare modelli di riferimento e di imitazione
necessari nella loro crescita». In tema di
insegnanti va registrata anche la trattativa in
corso al ministero dell'Istruzione per la
revisione degli organici. Riduzione di cattedre più
consistente nelle scuole superiori ed elementari,
ma nessun taglio di posti nelle materne: sarebbero
queste le indicazioni emerse in un incontro
svoltosi ieri tra sindacati e responsabili del
ministero dell'Istruzione. Un confronto che deve
attuare le indicazioni delle ultime manovre
finanziarie e che prevede un taglio pari a 12.500
posti a partire dal prossimo settembre. Letizia
Moratti ha già dichiarato di aver ridotto le
cattedre di 8mila500 posti nel 2002. I tagli agli
organici sono decisivi per un'altra vertenza:
quella sul contratto dei docenti, che può
sbloccarsi solo se il Tesoro convaliderà i tagli
dichiarati dalla Moratti. MARCO LUDOVICO
Giovedí 13 Febbraio 2003
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