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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS 

 

I cinque, obiettivi dell'Unione europea per l'educazione

Entro il 2010 gli Stati membri dovranno migliorare gli standard Educazione modello futuro: i cinque, obiettivi dell'Unione.

Il Sole 24 Ore – 12 gennaio 2003

di Giorgio Allulli

E' di grande interesse la proposta, presentata recentemente dalla Commissione europea al Consiglio dei ministri dell'Unione di adottare 5 obiettivi per lo sviluppo dei sistemi educativi europei per il 2010. L'interesse nasce dal fatto che per la prima volta a livello europeo non vengono proposti in materia di istruzione e formazione solo obiettivi di carattere generale (se non generici), come è avvenuto finora, ma vengono fissati dei traguardi concreti e misurabili, attraverso degli indicatori rispetto ai quali tutti gli Stati membri vengono misurati e valutati. Questi gli obiettivi proposti per il 2010.

1) Tutti gli Stati membri dovranno almeno dimezzare l'incidenza dell'abbandono precoce della scuola rispetto al 2000, così da raggiungere una media europea non superiore al 9 per cento. Attualmente il tasso europeo di abbandono precoce raggiunge in Europa il 19%, valore che si innalza per l'Italia al 29 per cento.

2) Si dovrà almeno dimezzare lo squilibrio di genere tra i laureati in matematica, scienze e tecnologie, nonché garantire un significativo incremento del numero totale di questa categoria di laureati rispetto all'anno 2000. Sotto l'aspetto dell'equilibrio di genere, l'Italia presenta una situazione più favorevole rispetto agli altri Paesi europei.

3) Almeno l'80% della popolazione di età compresa tra i 25 e i 59 anni dovrà essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore. Attualmente la media europea è del 66%, mentre l'Italia presenta un valore del 46 per cento.

4) Andrà almeno dimezzata la percentuale dei quindicenni in possesso di ridotte competenze linguistiche, matematiche e scientifiche. L'ultima indagine Ocse-Pisa segnalava che la capacità di lettura dei quindicenni europei si fermava a un punteggio medio di 498, contro 504 negli Stati Uniti e 522 in Giappone. Più alti della media europea sono il Regno Unito, l'Irlanda e la Finlandia, con un punteggio medio di 535.

5) Almeno il 10% della popolazione in età lavorativa (25-64 anni) dovrà partecipare durante l'anno a iniziative di istruzione e formazione permanente, mentre la media europea dovrà attestarsi sul 15 per cento. Attualmente la media europea è dell'8,6%, mentre i Paesi più avanzati (Regno Unito, Danimarca e Finlandia) fanno registrare una partecipazione del 19,6 per cento.

Infine la Commissione ricorda agli Stati membri l'impegno preso nell'incontro di Lisbona di aumentare ogni anno in modo sostanziale l'investimento sulle risorse umane, sulla base di criteri precisi da comunicare ufficialmente, Attualmente la spesa media per l'istruzione degli Stati europei rispetto al Pil è del 5%, con una punta del 7,4% per Svezia, Finlandia e Francia.

Probabilmente la proposta della Commissione Europea necessiterà di qualche messa a punto. Ad esempio l'indicatore relativo alle ridotte competenze linguistiche, matematiche e scientifiche andrebbe meglio precisato, mentre l'obiettivo relativo al possesso di diploma secondario dovrebbe essere contestualizzato, perché potrebbe dar luogo a confronti impropri: infatti il diploma secondario superiore si consegue in Italia a 19 anni, mentre nella maggioranza degli altri Paesi si consegue a 18 o anche prima, e questo ovviamente penalizza il nostro Paese nel confronto europeo.

In ogni caso, fatti salvi gli opportuni aggiustamenti, la proposta della Commissione europea è di grande importanza e incisività, perché fissa per tutti gli Stati membri dei traguardi precisi, il cui rilievo è difficilmente contestabile sia sotto l'aspetto quantitativo che qualitativo.

Resta il fatto che l'Italia si presenta a questa sfida in una posizione di grave ritardo. Rispetto a tutti gli obiettivi, eccettuata la femminilizzazione dei laureati tecnici e scientifici, gli attuali risultati ci pongono agli ultimi posti della graduatoria europea, con dei valori tali da far dubitare sulla possibilità di raggiungere i traguardi previsti per il 2010. Ma anche in passato, una volta fissato un obiettivo preciso, abbiamo di mostrato la nostra capacità di recuperare situazioni di svantaggio e di rimanere ancorati agli standard europei

 

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