È stato firmato ieri all'Aran l'accordo per il primo contratto dei
dirigenti scolastici. Ora il testo passerà al vaglio della Corte dei Conti e,
se non ci saranno osservazioni da parte della magistratura contabile, fra
poco meno di un mese i presidi potranno avere definitivamente il contratto.
I sindacati della scuola sono soddisfatti. "Questo risultato - ha
affermato Enrico Panini, segretario generale della Cgil scuola - è merito
esclusivo dello sciopero dichiarato per l'11 gennaio dai sindacati e dalla fortissima
adesione che si stava registrando ovunque da parte dei dirigenti
scolastici". Dopo nove mesi di attesa "termina una
"contrattonovela" insopportabile - ha proseguito Panini - perché
abbiamo firmato ciò che sarebbe stato possibile firmare il 7 maggio del
2001". "Ma i 40 miliardi di lire aggiuntivi previsti da questo
accordo - afferma Armando Catalano, portavoce dei dirigenti scolastici Cgil -
non bastano a equiparare i presidi agli altri dirigenti pubblici. Ne
servirebbero almeno il triplo. Il nuovo contratto sarà firmato e subito
disdettato, perché è scaduto il 31 dicembre. Ora inizieremo - ha concluso
Catalano - la contrattazione integrativa, ma bisogna già pensare alla
trattativa per il prossimo quadriennio".
I capi di istituto attendono un contratto dal 1º settembre del 2001 quando
sono entrati a far parte della dirigenza pubblica. Dopo il pre-accordo
firmato il 17 ottobre scorso, le associazioni di categoria avevano
sollecitato il Governo a perfezionare immediatamente l'intesa, fino ad
arrivare alla proclamazione dello sciopero. Ma la situazione si è risolta e
l'agitazione è stata revocata.
"L'intesa - ha sottolineato l'Aran in un comunicato - è stata firmata da
tutte le organizzazioni presenti al tavolo della trattativa: Anp, Cgil
scuola, Cisl scuola, Uil scuola e Snals. La parte normativa è stata
profondamente innovata, con un forte avvicinamento alla disciplina della
restante dirigenza pubblica" con l'obiettivo di valorizzare la
professionalità dei capi di istituto anche con "verifiche sul campo".
Inoltre i dirigenti scolastici, pur mantendendo un rapporto a tempo
indeterminato, ricopriranno l'incarico per un periodo di tempo da 2 a 7 anni.
Secondo l'Aran questo contratto è "un ulteriore tassello per la
costruzione di una reale autonomia delle istituzioni scolastiche".
Anche il sottosegretario all'Istruzione, Valentina Aprea, si è detta
"molto soddisfatta per la positiva conclusione del primo contratto dei
dirigenti scolastici, che ha visto un forte impegno del Governo. Il
riconoscimento della piena dirigenza dei presidi - dice l'Aprea - rappresenta
una svolta per l'attuazione dell'autonomia ed è uno strumento prezioso per
l'avvio dei nuovi ordinamenti scolastici". Commenti positivi anche
dall'Anp (l'Associazione nazionale presidi) per una "vicenda durata ben
al di là dei tempi ordinari" visto che il contratto è scaduto il 31
dicembre scorso. Ora L'Anp attende "la contrattazione integrativa
regionale e l'avvio della trattativa per il secondo contratto".
LE
NOVITA' PUNTO PER PUNTO
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Gli stipendi: con il nuovo contratto il
preside percepirà 36.151 euro all'anno (70 milioni di lire). L'aumento
medio lordo è di circa 723 euro al mese (1.400.000 lire). La retribuzione
dipenderà dalla posizione, cioè dal livello di responsabilità dell'incarico,
e dai risultati raggiunti.
L'incarico sarà temporaneo: da un minimo di due a un
massimo di sette anni, ma rinnovabile. Le richieste di trasferimento
saranno accettate solo in casi limitati.
La valutazione: il dirigente verrà sottoposto a verifica annuale
e sarà responsabile dei risultati del suo lavoro e del mancato
raggiungimento degli obiettivi.
Casi di licenziamento: potrà essere licenziato per
"giusta causa" o "giustificato motivo" (per es. scarso
rendimento o valutazione negativa).
La carriera: la progressione non sarà più automatica.
Gli orari: scompare l'obbligo delle 36 ore di lavoro
settimanali: il dirigente scolastico potrà organizzare la propria attività
in piena autonomia.
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11 gennaio 2002
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