Ribellione o sottomissione?
Lettera aperta ai colleghi capi d'Istituto...non ancora dirigenti
di Girio Marabini

Fonte: sito web del Circolo di Pavone Canavese

3 ottobre 2000

Che strana condizione la nostra , condannati ad agire come dirigenti pur senza esserlo formalmente, rischiamo ogni giorno per provvedimenti presi in forza di un decreto del Provveditore con il quale siamo stati preposti alla nostra Istituzione scolastica, della cui validità giuridica non siamo del tutto convinti.. eppure sembriamo felici colti da una sorta di ebbrezza: quanto è bello firmarsi "il dirigente scolastico". Era nei sogni di molti...
Ci sembra infatti di vivere un sogno, e non vogliamo che qualcuno ci svegli bruscamente.
Infatti ci hanno chiesto di essere "agitati", ce lo ha chiesto la ANP , forse è un eufemismo per non dire quello che veramente qualcuno di noi pensa... ma ci piace sognare.
Sarebbe il caso che invece di dichiararci "agitati" lo fossimo davvero e dimostrassimo la nostra "rabbia" con una valida azione di sciopero... Perdonatemi ho usato un vocabolo ormai fuori tempo ...avrei dovuto dire con una valida azione di ...concertazione.
Illusi, abbiamo accettato il dimensionamento, abbiamo accettato la farsa, in alcuni casi, dei corsi di formazione, abbiamo accettato questa sorta di autonomia controllata, subiremo tra breve le RSU le quali vorranno avere competenza su tutto comprese le materie che la legge riserva per il dirigente e per gli organi collegiali, alla faccia anche della libertà e della libertà di insegnamento.
Abbiamo accettato anche la riforma dei cicli senza batter ciglio, nel silenzio totale...
Tra parentesi...qualche voce di dissenso si muove, anche se in ritardo, perfino dal mondo accademico...anche vicino al potere dominante,. A chi non vuole acquistare il libro di Alberto Granese - Lettera a un Ministro della P.I - Scuola, Formazione e "ricapitolazione" pedagogica. Editrice Anicia - Roma , è sufficiente leggerne la recensione apparsa sull'ultimo numero de "Il Dirigente Scolastico" . E' illuminante.
E noi, noi capi d'Istituto quasi dirigenti? Nulla.
Speravamo che assumendo noi maggiori responsabilità avremmo potuto ottenere un ampio riconoscimento economico.
A quanto pare ogni sacrificio è stato inutile, considerato che sul contratto il silenzio è assoluto...
Non vorrei essere considerato un menagramo , ma non è per caso che nella testa dei nostri governanti è passato il seguente pensiero: " molti di costoro(leggi capi d'Istituto) in passato hanno diretto scuole con 600 e più alunni con personalità giuridica ( leggi Istituti professionali ecc..) molti di costoro hanno retto da reggenti anche altre direzioni didattiche raggiungendo un numero di alunni pari a 1000 e più alunni, ...hanno , è vero qualche responsabilità in più ma... e allora, se così è basta un piccolo contributo economico e che continuino ad essere quel che sono...senza contratto da dirigenti".
E' un pensiero sciocco , lo riconosco e vi chiedo scusa!
Il senso di questa storia è però uno solo.
Di fronte a questa nostra condizione sembriamo avere due vie da percorrere: la ribellione o la sottomissione.
Voglio dare una spiegazione di questa condizione con le parole del compianto filosofo urbinate Italo Mancini:" Provate a vivere con la sola sottomissione , mancando di quel camminare eretti e decisi, che anche la Bibbia esprime come segno della dignità dell'uomo. Polemizzando con il teologo Schleiermacher che aveva posto il segno distintivo della vera religione nel "sentimento della dipendenza", Hegel ebbe facile il sarcasmo quando osservò che allora il cane deve dirsi il miglior cristiano perché nessuno è più ubbidiente di lui.
Vita da cani oppure vita tragicamente comica come quella di Sancio Pancia, l'eroe più inglorioso di una sottomissione senza nessuna riserva critica. Non meno tragicamente comica è l'altra metà della verità, quella di don Chisciotte, che combatte contro tutto, e non salva niente dell'esistente. Come Sancio era il simbolo della sottomissione allo stato puro. Entrambi falliti. (...) Condannare queste cose è facile. Il loro eccesso è evidente. Più difficile è trovare la via di mezzo che ci salvi dalle follie dell'estremismo..." (Italo Mancini in "Tre Follie" Edizioni Camunia, Milano, pagg.157,158)
Occorre dunque ora un discernimento pensoso e responsabile da parte nostra.
La nostra condizione è come un foglio di carta su cui possiamo scrivere un capitolo dignitoso di persone che hanno dedicato la loro vita all'educazione chiedendo il rispetto dei nostri diritti , o che possiamo ridurre in tanti pezzettini rinunciando a lottare e continuando a sognare
Il sottoscritto , intanto continuerà a firmarsi ...il preside

INDIETRO