"Aiuto,
strangolano la scuola" per l´assessore è
allarme rosso
Finanziaria taglia un miliardo di euro:
ripercussioni pesantissime
"Difenderemo con le unghie l´assistenza agli
handicappati, i prof di sostegno e i
cantieri"
Il Comune di Genova spende il 18 per cento dei
propri fondi nel mondo dell´istruzione
La
Repubblica – Edizione di Genova – 9 gennaio
2003
RAFFAELE
NIRI
Nella
classifica stilata l´altro ieri da Lega Ambiente,
delle grandi città italiane Genova è quella
maggiormente "a misura di bambino". «Eppure
- spiega Luca Borzani, assessore alla Città
Educativa - siamo ben lontani dalla situazione
ottimale. E, visti i tagli della Finanziaria, la
prospettive sono tragiche». Borzani è uno
studioso, una persona pacata. Prima di lanciare un
allarme ci pensa dieci volte, valuta i pro e i
contro, analizza tutti i dettagli. Così, quando
dice "allarme rosso", significa proprio
che è "allarme rosso".
«C´è un´emergenza scuola che vedo non ancora
compresa in tutte le sue conseguenze. Dal 2002 al
2004 la scuola italiana perderà circa un miliardo
di euro. E´ una cifra enorme che si traduce in
tagli agli organici, all´offerta formativa all´inserimento
dei portatori di handicap, nell´assenza di
finanziamenti per l´edilizia scolastica. Tra il
2000 e il 2002 l´investimento per l´istruzione e
la ricerca è già sceso - dati Sole 24 ore - dal
4 al 2,1 del PIL. E´ la prima volta che si
verifica una riduzione così forte di risorse in
un settore sempre più strategico nell´età della
globalizzazione».
Luca
Borzani non è l´assessore alla scuola, è
assessore alla "Città Educativa":
sembra una sfumatura, eppure quando Pericu
distribuì le cariche assessorili per il suo
secondo mandato la scelta di fare della "Città
Educativa" uno dei punti di forza del Comune
fu confermata in pieno. E oggi, anche dei fronti
ai tagli della Finanziaria, Pericu conferma a
"Repubblica" che «non taglieremo una
lira dai servizi: faremo i salti mortali, i
miracoli, ma dai servizi offerti alla collettività
non distrarremo nemmeno un euro». Borzani
ringrazia, ma lancia ugualmente l´allarme: «Della
scuola fuori dalla scuola si riesce a parlare
poco. Emergono solo i fatti eclatanti i casi
limite. Non si guarda la quotidianità fatta di
eccellenze, ma anche di crescita del disagio, di
svuotamento dei processi educativi. La crisi di
futuro che vivono gli adolescenti comincia tante
volte dentro le aule scolastiche. E nelle aule
scolastiche si misurano le nuove povertà, il peso
delle riduzioni dei servizi, delle opportunità
per tutti».
Scendiamo nel concreto, assessore.
«Mi spaventa il processo di doppio impoverimento
del sistema educativo: la riduzione delle risorse
dello stato alle scuole e delle risorse dello
Stato ai Comuni. In questi anni il Comune di
Genova ha investito sempre di più e lo Stato
sempre di meno. Ma questo investimento del comune
è sempre più a rischio. La scuola corrisponde al
18% degli investimenti comunali cosa di cui è
legittimo essere orgogliosi, ma sempre più alta
sarà l´impossibilità di svolgere supplenza alla
riduzione di risorse dello stato e mantenere
contemporaneamente i servizi comunali così come
sono oggi. Ricordo che nessun finanziamento
proviene al Comune per gli asili nido e che i
trasferimenti sulle attività (mense, trasporti,
multicultura) da parte dello Stato o della Regione
o è inesistente o come una percentuale che non
supera il dieci per cento».
Tradotto in genovese, cosa significa?
«Faccio solo due esempi: il Comune garantisce l´assistenza
specialistica per i portatori di handicap, ma sono
ridotti dallo Stato gli ausiliari (a Genova 200 in
meno) e gli insegnanti di sostegno. Nell´edilizia
scolastica il Comune ha investito negli ultimi due
anni cento miliardi e le criticità rimangono
alte. Lo Stato nella finanziaria dopo le
drammatiche vicende del terremoto di S. Giuliano
ha stanziato per il 2003, 10 milioni di euro (20
miliardi) per tutto il paese. Questo mentre si
discute di riforma Moratti e di devolution».
Brutalmente,
Borzani: chiede più soldi per la scuola genovese?
«Credo che la città debba fare tutti gli sforzi
possibili per non ridurre il proprio investimento.
Ma è necessario aprire un dibattito nuovo sul
ruolo del sistema di educazione e istruzione oggi,
sul significato strategico che la scuola ha per le
politiche di sviluppo e di crescita civile.
Bisogna essere consapevoli che la crisi della
scuola diventa anticipazione di uno scenario di
declino sociale. E che è necessario resistere a
questo».
|