Scuola,
preghiere per tutti
Lo
prevede una direttiva del ministro dell´Istruzione.
E scoppiano le polemiche
La Moratti: crocefisso nelle aule e spazi alle
altre religioni
La Repubblica - 14 dicembre 2002
MARIO
REGGIO
ROMA -Luoghi di preghiera per tutte le fedi
religiose nelle scuole italiane. Lo prevede una
direttiva del ministero dell´Istruzione, emessa
nell´ottobre del 2002, la stessa che stabilisce l´obbligo
del crocifisso nelle aule.
Nel dettaglio la direttiva precisa: «Nel rispetto
delle diverse appartenenze, convinzioni e
credenze, le istituzioni scolastiche, nell´ambito
della propria autonomia e su delibera degli organi
collegiali, renderanno disponbile un ambiente da
riservare, fuori dagli obblighi e orari di
servizio, a momenti di raccoglimento e meditazione
dei componenti della comunità scolastica che lo
desiderino». L´annuncio del crocifisso nelle
aule, reso obbligatorio da un Regio decreto del
1924, era stato dato dal ministro Letizia Moratti
lo scorso settembre alla Camera. Perché ha
evitato, in quell´occasione, di comunicare ai
parlamentari anche la decisione dei luoghi di
preghiera nelle scuole? Forse per evitare che alle
accese polemiche sul crocifisso se ne
aggiungessero altre? E ora le polemiche sono
puntualmente scoppiate.
D´accordo, oltre che sul crocifisso nelle aule,
ai luoghi di meditazione a scuola l´Associazione
genitori, di orientamento cattolico. «I bambini
di diverse etnie e credo sono già una realtà
nelle nostre scuole - afferma Maurizio Salvi,
presidente dell´Age - quindi ben vengano spazi e
luoghi da destinare a luoghi di preghiera anche
per altre religioni. Il punto vero è che a scuola
si dovrebbe insegnare la storia di tutte le
religioni, per aiutare i ragazzi a confrontarsi
nel rispetto reciproco e della diversità».
Contraria al crocifisso ma a favore dello studio
di tutte le religioni l´Unione degli Studenti. «Crediamo
che la scuola debba continuare ad essere laica e
multiculturale, ma non riteniamo assolutamente che
la multiculturalità si insegni esponendo il
crocifisso e relegando in spazi alternativi gli
studenti di altre religioni. Si pensi piuttosto a
inserire lo studio della storia delle religioni
nei programmi didattici».
Il
mondo della scuola, in gran parte, si schiera sul
fronte del no: la strada per una vera integrazione
tra gli studenti di diversi credo religiosi non
dev´essere quella disegnata dalla direttiva
Moratti. Ne sono convinti i segretari generali di
Cgil e Uil Scuola. La direttiva è un «errore»
secondo Enrico Panini della Cgil, perchè i
crocifissi nelle aule «non possono e non devono
essere imposti e, allo stesso modo, i luoghi di
culto non si decretano per circolare del ministro,
dimenticando per altro che la nostra è una
repubblica laica». Spazi di questo tipo, afferma
Massimo Di Menna della Uil, «in realtà non sono
il modo migliore per affrontare il problema, poichè
la scuola non è comunque sede di esercizio di
culto».
Secco il giudizio del leader dei presidi, Giorgio
Rembado: «Il fatto che si voglia attrezzare la
scuola anche per luoghi di raccoglimento e
meditazione rappresenta una sovrapposizione
rispetto ai luoghi di culto. Meditazione e
raccoglimento non sono tra le finalità della
scuola».
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