Libri
di storia, il governo frena ma la maggioranza è
divisa
Giovanardi:
irricevibile la proposta di controllare i testi.
An: il problema resta
L´Ulivo: la Moratti venga in aula a spiegare
Il relatore Garagnani attacca i centristi del Polo
Il ministro udc: "Non spetta all´esecutivo
vigilare sull´obiettività dei manuali
scolastici"
Il sottosegretario all´Istruzione Aprea (Fi)
aveva accettato la risoluzione
La
Repubblica - 13 dicembre 2002
SILVIO BUZZANCA
ROMA - "Irricevibile". Proprio così:
"irricevibile". Carlo Giovanardi,
ministro per i Rapporti con il Parlamento,
rispedisce così al mittente la risoluzione della
commissione Cultura che imponeva al governo di
controllare l´oggettività dei libri di storia. E
lo fa a nome del governo, di tutto il governo.
Precisazione obbligatoria dopo che Fabio Garagnani,
il forzista padre del documento, e buona parte di
Alleanza nazionale lo avevano accusato di
esprimere una posizione personale. Al massimo dell´Udc.
An insiste invece sulla validità della
risoluzione e il senatore Riccardo Pedrizzi spiega
che molti libri di testo sono «ricolmi di
falsificazione e propaganda di impronta marxista o
cattocomunista» Quanto basta per «intraprendere
una grande battaglia in difesa della libertà
della scuola dall'egemonia della cultura di
sinistra».
Lo scontro nella maggioranza è però aperto e il
centrodestra è alle prese con un´altra bella
grana. Le opposizioni, invece, plaudono al
ministro centrista. Ma qualcuno gli fa notare che
il suo no alla risoluzione è arrivato troppo
tardi: quanto meno dopo che il sottosegretario
Valentina Aprea aveva dato il via libera alla
risoluzione. Con l´accordo, si presume, del
ministro dell´istruzione Letizia Moratti.
Ministro che molti adesso vorrebbero sentire dare
una interpretazione "autentica" davanti
al Parlamento. E per questo i capigruppo dell´Ulivo
hanno presentato un´interrogazione al presidente
del Consiglio.
Un
chiarimento che dovrà necessariamente partire
dalle parole di Giovanardi che ieri mattina ha
detto: «La risoluzione per quanto riguarda il
governo è semplicemente irricevibile». Per il
semplice motivo che «non spetta certamente all´esecutivo
vigilare sulla obiettività dei libri di storia».
Il ministro ha anche aggiunto di essere «sorpreso
da polemiche pretestuose tese a coinvolgere il
governo in un dibattito su una questione
importante sulla quale il governo non può e non
deve intervenire in via amministrativa».
Una risposta apprezzata da Luciano Violante e
altri dirigenti del centrosinistra. Molto meno da
An. La deputata Angela Napoli dice che il «governo
ha sbagliato a dichiarare irricevibile la
risoluzione». Il consigliere regionale Fabio
Rampelli, che nel 2000 ha provato nel Lazio a
creare una commissione di controllo sui libri,
aggiunge che «il governo italiano dovrebbe farsi
una ragione, una volta per tutte, dell´esistenza
di una fortissima domanda di pluralismo culturale».
Rampelli critica la reazione della sinistra, ma
punta l´indice anche contro «la stucchevole coda
di "pompieri" del centrodestra
governativo». Colpevoli di disattendere il
mandato elettorale. Il nome di Giovanardi aleggia
e alla fine lo tira fuori il forzista Garagnani
che accusa il ministro. «Di risoluzione
irricevibile ha parlato solo il ministro
Giovanardi e non il governo che era presente in
sede di discussione della risoluzione».
Giovanardi a questo punto replica che «la
posizione che ho espresso sulla risoluzione
relativa ai libri di testo di storia è la
posizione del governo». E in soccorso del
ministro accorrono Marco Follini e Rocco
Buttiglione. Il segretario dell´Udc definisce la
risoluzione «una baggianata sesquipedale». Il
ministro aggiunge che non si può affidare ad un
ministro «l´accertamento della verità
storiografica». Lo scontro è ormai aperto e a
poco serve la mediazione serale di Ignazio La
Russa. Il capogruppo di An dice che Giovanardi ha
ragione sul metodo, ma il problema libri resta
aperto. Idea che condivide anche Ferdinando
Adornato, il presidente della commissione cultura.
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