RASSEGNA STAMPA SUL CONTRATTO DEI DD.SS.

Fonte: Sito web UIL SCUOLA

ITALIA OGGI

11 maggio 2001


Stop alla trattativa dopo la chiusura del sindacato per l’esiguità delle risorse

Contratto presidi nel limbo
L’Aran: proseguiamo anche senza le direttive

Di Alessandra Ricciardi

Contratto presidi rinviato al prossimo governo. Mobilità, affidamento degli incarichi, ma soprattutto aumenti retributivi legati al passaggio dei 10 mila dirigenti scolastici dal settore della scuola all’area dirigenziale pubblica saranno discussi solo dopo le elezioni politiche del 13 maggio.
Ed è possibile, anzi probabile, che, in caso di vittoria dello schieramento di centro-destra, i sindacati debbano ricominciare daccapo con un nuovo atto di indirizzo da parte del governo, anche se il presidente dell’Aran, Guido Fantoni, difende il lavoro finora fatto e annuncia a Italia Oggi che, senza nuove direttive, le trattative riprenderanno la prossima settimana secondo le indicazioni date dall’esecutivo di Giuliano Amato. (…)
Il no netto dell’associazione guidata da Giorgio Rembado si accompagna alla posizione di Snals e Cisl che si sono dichiarati d’accordo con il testo finora concordato, anche se con alcune riserve sul riconoscimento dell’anzianità di servizio, ma dichiarano di dover sottoporre la bozza di contratto alla valutazione dei rispettivi organi statutari prima del via libero definitivo. E lo Snals precisa che ‘non ritiene opportuno procedere alla loro convocazione prima delle prossime elezioni’.
Insomma, di contratto non è il caso di parlare, contrariamente a quanto richiesto dalla Cgil scuola di Enrico Panini e dalla Uil Scuola guidata da Massimo Di Menna, che parlano del mancato accordo come di "un’occasione perduta".
(…)

ITALIA OGGI

9 maggio 2001


Raggiunta lunedì notte un’intesa tra governo, sindacati e Aran per il primo Ccnl dei dirigenti
Presidi scuola, pronto il contratto
Aumenti di circa 1,5 milioni di lire lordi per 13 mensilità

di Roberto Miliacca

Un milione quatrocentomila lire lorde in più in busta paga per i dirigenti scolastici. Per i capi d'istituto è su questa somma che lunedì notte si è raggiunto un primo parziale accordo tra governo, Aran e sindacati di categoria, cioé Cgil scuola, Cisl scuola, Uil scuola e Snals. Accordo parziale, perché comunque la trattativa per il primo contratto della dirigenza scolastica, per quanto riguarda almeno la parte economica, resta ancora aperta. E non solo per consentire le verifiche interne alle organizzazioni sindacali, ma soprattutto per via dell'altolà imposto alla trattiva dai presidi iscritti all'Anp, l'Associazione nazionale dei presidi, che rappresenta circa il 48% dei capi d'istituto, che chiede molti più soldi. Secondo l'Anp, insomma, la preintesa raggiunta in sede Aran è completamente insufficiente: "non ci sarà nessuna chiusura del negoziato per il rinnovo contrattuale dei presidi con un colpo di mano. Alla categoria va assicurato un trattamento corrispondente a quello degli altri dirigenti pubblici. Chiudere alle condizioni che erano state prospettate avrebbe significato accettare l'uguaglianza solo dei doveri e dei carichi di lavoro, rimandando ad un futuro indeterminato l'equiparazione dei diritti".
Su questo punto, però, il ministro della funzione pubblica, Franco Bassanini, ha fatto capire che ci sono pochi margini di trattativa. Almeno con questo governo e sulla base di quanto stabilito dall'ultima Finanziaria. "L' obiettivo finale del completo riallineamento retributivocon la dirigenza dello stato, che ha avuto di recente incrementi retributivi consistenti connessi alle responsabilità e al merito è pienamente condiviso dal governo", ha scritto in una nota il dicastero. "Ma esso potrà essere raggiunto solo dal gennaio 2002, col prossimo contratto utilizzando le risorse che saranno stanziate nella prossima Finanziaria. Ciò perché, come è noto, solo la legge Finanziaria può modificare il quadro dei mezzi finanziari destinati alla contrattazione pubblica". Divisi i sindacati sull'esito della trattiva.
Per il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna, si tratta di un'"occasione perduta". Lo stato di stallo della trattativa per il primo contratto dei dirigenti scolastici, per Di Menna, è infatti una cosa negativa: "Pur in presenza di un quadro di garanzia per i capi d'istituto, ampiamente condiviso da tutti i sindacati e con risorse finanziarie per aumenti medi di venti milioni, il contratto è stato rinviato a chissà quando. Un gran bel risultato!".
La Cgil scuola, per bocca del suo segretario Enrico Panini, "esprime un giudizio positivo sull'insieme dei risultati raggiunti, che registrano significativi passi avanti rispetto alle richieste presentate nella piattaforma confederale". La questione ora, secondo il leader sindacale, "si sposta dal merito del confronto contrattuale, che ormai ha delineato i diversi argomenti, alla valutazione politicacomplessiva: cioé se chiudere definitivamente a breve o meno il contratto". Per Cisl Scuola, invece, un giudizio "complessivamente positivo" sulla trattativa, ma "pesantemente negativo" su un governo che "non ha voluto mettere a disposizione le risorse necessarie".

IL SOLE 24 ORE

9 maggio 2001


Affonda la trattativa sul rinnovo dei presidi

Roma - Affonda la trattativa per il contratto presidi. I sindacati, dopo l’ultimo incontro di martedì all’Aran, hanno concluso che non ci sono le condizioni per firmare e ora tutto è rinviato a data da destinarsi. Ha vinto così la linea dura di Giorgio Rembado, leader dell’Anp-Cida, l’associazione nazionale presidi e direttori didattici. Rembado, infatti, ha spiazzato i confederali , che avrebbero voluto chiudere: ha detto che non avrebbe mai sottoscritto l’offerta economica del Governo, pari a 240 miliardi, ma poi ha partecipato alla trattativa fino a rallentarla e bloccarla. Il ministro della Funzione pubblica, Franco Bassanini, dice che "al di là delle posizioni dell’Anp, tutte le parti si sono adoperate per poter assicurare alla dirigenza scolastica un nuovo status". Ma la Cisl dà un giudizio "pesantemente negativo su un Governo che non ha saputo mettere a disposizione le risorse necessarie per un contratto di perequazione con le altre figure dirigenziali". I dirigenti scolastici "hanno diritto a un buon contratto subito - afferma il segretario generale della Cgil scuola, Enrico Panini -. Noi esprimiamo un giudizio positivo sull’insieme dei risultati raggiunti, che registrano significativi passi avanti rispetto alle richieste presentate nella piattaforma confederale". Polemico Massimo Di Menna (Uil): "In presenza di un quadro di garanzia per i capi d’istituto, ampiamente condiviso da tutti i sindacati e con risorse finanziarie per aumenti medi di venti milioni, il contratto è stato rinviato a chissà quando. Un gran bel risultato!"

ITALIA OGGI

8 maggio 2001


Cgil, Cisl, Uil Snals e Anp prendono tempo, mentre Bassanini spinge per chiudere prima del 13 maggio.
Dirigenti, contratto ancora al palo
Non si riesce a superare lo scoglio degli incrementi retributivi

di Alessandra Ricciardi

Nuovo rinvio per il contratto presidi. La giornata di ieri, che doveva essere quella decisiva, non è invece servita a mettere la parola fine alla trattativa per il primo contratto da dirigenti dei presidi e dei direttori didattici. Cgil, Cisl, Uil, Snals e Anp hanno rivisto fino a tarda serata l'articolato messo a punto dall'Aran, l'agenzia governativa per la contrattazione nel pubblico impiego. Ma dopo la parte normativa, sulla quale neanche l'Anp ha avuto molto da eccepire, l'esame si è nuovamente bloccato sulla parte retributiva, con la richiesta caldeggiata dalla Uil scuola di Massimo Di Menna di avere un quadro chiaro e riepilogativo sulla redistribuzione delle risorse aggiuntive in base all'anzianità di servizio. Sono poi riemerse in modo drastico le critiche dell'Associazione nazionale presidi, che ha definito del tutto insoddisfacenti i 240 miliardi di risorse messe a disposizione dalla legge finanziaria per far salire le retribuzioni dei presidi a livello di quelle degli altri dirigenti pubblici. E così, quello che doveva essere l'incontro definitivo secondo le intenzioni di Cgil, Cisl e Uil (o si firma o si rinvia tutto di un anno) si è trasformato nell'ennesimo slittamento. Un rinvio, questo, che però avrà vita breve. Le elezioni politiche di domenica prossima, infatti, rappresentano la scadenza naturale di tutte le trattative in corso. Il ministro della funzione pubblica, Franco Bassanini, sta facendo pressioni perché anche il capitolo dirigenti scolastici sia chiuso. "Con la firma dell'intesa sul contratto del comparto della sanità, il 98% dei tre milioni dei dipendenti pubblici ha ottenuto il rinnovo del contratto nazionale di lavoro", ha puntualizzato in una nota inviata ai rappresentati della Casa delle libertà. "Mancano solo gli 800 mila dipendenti del comparto università e ricerca e della dirigenza scolastica", ha concluso Bassanini, "per i quali questa settimana si cercherà di raggiungere un'intesa". La scuola e l'università, dunque, resterebbero i due nei di una stagione di rinnovi contrattuali che ha visto definite le intese di tutto il pubblico impiego.

GLI SPAZI PER L'INTESA
E' ormai pacifico che l'accordo potrà essere firmato solo trovando un accordo interno ai sindacati confederali e allo Snals. L'associazione nazionale di categoria, guidata da Giorgio Rembado, ha confermato che nonostante la sua partecipazione al tavolo contrattuale non firmerà nessuna intesa con le risorse messa a disposizione dal governo. Si tratta di 240 miliardi di lire di finanziamento aggiuntivo stanziati nella Finanziaria 2001 per consentire il passaggio dei presidi dai livelli retributivi della scuola a quello dei dirigenti. Secondo l'Anp sono briciole, servono altri 200 miliardi per far sì che la dirigenza scolastica sia tale non solo sulla carta. Rembado intanto ha già inviato la sua piattaforma rivendicativa agli schieramenti di centro-destra e centro-sinistra, ottenendo risposta da Silvio Berlusconi, che ha condiviso le preoccupazione dell'Anp e si è dichiarato disposto a dare maggiori finanziamenti per la categoria in caso di vittoria elettorale. Gli altri sindacati, invece, ritengono prioritario l'obiettivo di dare un contratto da subito alla categoria, che "già da settembre scorso ha incarichi e responsabilità nuove senza avere l'adeguata retribuzione", puntualizza il segretario della Cgil scuola, Enrico Panini. Il numero uno della UIl scuola, Massimo Di Menna, sottolinea come questo sia un contratto di ingresso e "la piena equiparazione potrà essere raggiunta il prossimo anno. Si tratta in fondo", precisa Di Menna, "di aspettare solo qualche mese. Intanto, però, non si capisce perché perdere soldi già disponibili. Il contratto va firmato subito, tra chi lo condivide".

 

 

IL SOLE 24 ORE

30 aprile 2001

PRESIDI
Il contratto ora si gioca sulla parte normativa

Marco Ludovico

Il braccio di ferro tra Aran e sindacati per il rinnovo del contratto presidi si tiene ora sulla parte normativa dell’accordo. Sull’intesa i rappresentanti di categoria stanno giocando il tutto per tutto con l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, per concludere prima della fine della legislatura e di questo Governo. La posta economica è già chiusa: 240 miliardi, destinati all’intero 2001, pari a un aumento lordo annuo di quasi 20 milioni per ognuno dei 10mila capi di istituto.
Quello che si sta discutendo adesso è un cosiddetto "contratto di ingresso" perché presidi e direttori didattici entrano, appunto, per la prima volta nell’area della dirigenza pubblica. Tanto che l’eventuale accordo riguarderà soltanto 14 mesi: dal 1º settembre 2000, data di avvio dell’autonomia degli istituti scolastici, fino al 31 dicembre di quest’anno. Il contratto successivo, invece, avrà una durata tradizionale, quadriennale per la parte normativa e biennale per quella economica.
Dal 1º settembre scorso, dunque, i capi di istituto sono già formalmente dirigenti scolastici. Ancora oggi, però, senza contratto. E non è un caso che la nuova disciplina da mettere a punto incontri contrasti e difficoltà da parte delle organizzazioni sindacali. L’estensione delle norme sulla dirigenza pubblica, infatti, potrebbe rivoluzionare la vita dei neodirigenti degli istituti scolastici. I nodi principali al pettine della trattativa sono la regolamentazione degli incarichi, la mobilità, i procedimenti disciplinari e i rapporti con le Rsu. Tutte questioni sulle quali Cgil, Cisl, Uil, Snals e Anp-Cida hanno posto le loro obiezioni.
La regolamentazione degli incarichi, per esempio, è un fatto delicato. Con le nuove disposizioni contrattuali un capo di istituto riceverà un incarico di dirigente, appunto, che, come nel resto del pubblico impiego, avrà una durata limitata (ma rinnovabile). Oltre al limite del tempo, c’è anche la possibilità della revoca dello stesso incarico, motivata dal mancato raggiungimento dei risultati previsti.
Un fatto eccezionale, dunque, ma possibile. Chi ha il potere di revocare l’incarico? Il direttore regionale da cui dipende il capo di istituto. Con la nuova configurazione sul territorio del ministero della Pubblica istruzione, che prevede tra l’altro la scomparsa dei provveditorati, i dirigenti scolastici adesso fanno capo a questi "governatori" ministeriali presenti in ogni regione. E tra i sindacati circola il timore che il potere del direttore regionale possa essere eccessivo, in termini di revoca degli incarichi.
Ma anche in materia di mobilità: a parte l’intesa già firmata (si veda l’articolo a fianco), con il nuovo contratto occorrerà disciplinare i trasferimenti in modo del tutto nuovo. Tanto che c’è chi vede come un incubo una disciplina più serrata della mobilità d’ufficio, cioè quella non richiesta dall’interessato. Da notare che la mobilità d’ufficio può essere disposta per le esigenze dell’amministrazione, come è già accaduto nel caso del dimensionamento degli istituti. Può essere decisa, però, anche per motivi di incompatibilità ambientale. Per i presidi e i direttori didattici, insomma, è davvero la fine del posto fisso.
Nella trattativa, infine, si discuterà dei rapporti con le Rsu. Il ruolo delle rappresentanze sindacali unitarie dei docenti e degli Ata, elette in ogni istituto nel dicembre scorso, è stato disciplinato nell’ultimo contratto del personale della scuola firmato di recente. Ma alcuni sindacati - lo Snals, in particolare - hanno contestato il peso eccessivo che le Rsu avrebbero adesso nella vita degli istituti. Non è escluso, insomma, che anche questa partita venga nuovamente affrontata nella trattativa sui presidi. Sempre tenendo conto che la possibilità di una firma dell’intesa ha ormai i minuti contati.

KATAWEB

27.04.2001


Contratto presidi


Il segretario generale della Cgil scuola, Enrico Panini, minaccia lo sciopero contro l'impasse nella trattativa per il contratto dei dirigenti scolastici, in corso in questi giorni all'Aran.
"I tempi si stanno allungando oltre ogni ragione" ha affermato Panini.
Il segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna, ha posto invece un ultimatum. Il prossimo incontro all'Aran è stato fissato per il 2 maggio e secondo Di Menna, "questa data deve essere decisiva per dare un contratto ai dirigenti scolastici, poiché oltre quella data, con l'avvicinarsi delle elezioni, la trattativa sarebbe improseguibile e non si possono prendere in giro gli 11 mila presidi e direttori didattici. Dopo la definizione della parte retributiva ci sono infatti le condizioni per chiudere".
Con la definitiva ricognizione delle risorse disponibili, la scorsa settimana, l'Aran aveva avanzato la proposta di un incremento retributivo di 20 milioni di lire annui lordi. Su queste basi, Cgil, Cisl, Uil e Snals si sono detti disponibili alla trattativa.
Posizione di rottura, invece, da parte dell'associazione nazionale presidi, l'associazione più rappresentativa della categoria. Rispetto alla proposta dell'Aran (che porterebbe ad un aumento di circa 850.000 lire nette mensili), il presidente dell'Anp Giorgio Rembado ha infatti rilevato come si sia ancora "in deficit di circa 16 milioni di lire lordi annui per raggiungere l'obiettivo del pieno allineamento retributivo con le altre categorie della dirigenza pubblica". (Mar)