SIGLATO IL PRIMO CONTRATTO

I presidi potranno essere licenziati
 
Verifica sul loro rendimento ogni anno: via se i risultati sono deludenti. L’incarico durerà da due a sette anni

Fonte: Corriere della Sera – 11 gennaio 2002

ROMA - E’ stato definitivamente siglato all’Aran il primo contratto nazionale di lavoro dei dirigenti scolastici. I capi di istituto hanno ottenuto i galloni, ma anche un maggior carico di responsabilità. Ricopriranno l’incarico per un periodo di tempo che può variare dai due ai sette anni. Se i risultati saranno deludenti potranno essere licenziati. La loro attività sarà sottoposta a verifica ogni anno. Dovranno anche dire addio agli automatismi di carriera. La dirigenza scolastica è stata istituita il primo settembre 2000, in contemporanea al decollo dell’autonomia scolastica. In circa 10 mila, tra presidi e direttori didattici, si sono visti attribuire per legge la nomina, senza però godere di alcun beneficio. Ora, dopo il via libera da parte della Corte dei Conti, il nuovo status verrà riconosciuto anche sotto il profilo economico, con una busta paga abbondantemente superiore a quella dei professori. Il loro stipendio base sarà di 36.150 euro annui lordi (70 milioni di lire), poco sotto la media dei dirigenti amministrativi statali. Soddisfatta l’Anp, l’associazione dei presidi, che ha sottolineato come l’accordo garantisca l’equiparazione delle retribuzioni con quelle degli altri dirigenti pubblici. «Abbiamo investito in questo contratto 40,03 milioni di euro (77,5 miliardi di lire) - ha dichiarato il sottosegretario all’istruzione, Valentina Aprea -. Il riconoscimento della piena dirigenza per i presidi e i direttori didattici rappresenta una svolta ed un passaggio fondamentale per l’attuazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche». L’incarico di dirigente sarà conferito dal dirigente regionale competente. La mobilità sarà concessa solo in casi limitati. La retribuzione dipenderà essenzialmente da due fattori: la «difficoltà» dell’istituto da guidare e i risultati ottenuti. Per la prima volta in un contratto della scuola viene inserito l’istituto del licenziamento («revoca dell’incarico»), per giusta causa e giustificato motivo (scarso rendimento o valutazione negativa). I dirigenti scolastici, in caso di contestazioni, non saranno «giudicati» dalla commissione di disciplina presso il Consiglio Nazionale della Pubblica istruzione. Il nuovo sistema disciplinare introduce procedure di conciliazione ed arbitrato.

G. Ben.

 


Più soldi ai presidi
ma sono licenziabili

Chiuso il contratto della categoria
Previsti incarichi " a tempo"



Fonte: sito web “La Repubblica”


ROMA - Presidi più pagati ma anche "licenziabili". Si è conclusa così - dopo mesi di stallo - la trattativa sul contratto dei dirigenti scolastici. I sindacati e l'Aran (l'agenzia che rappresenta le pubbliche amministrazioni nei negoziati) hanno infatti sottoscritto il primo contratto della nuova categoria, che raccoglie diecimila tra presidi e direttori didattici. L'intesa prevede anzitutto un aumento di stipendio di 465 euro netti mensili (circa 900mila lire). Ma anche un riavvicinamento del trattamento dei capi d'istituto rispetto agli altri dirigenti pubblici.

I presidi - pur mantenendo un'assunzione a tempo indeterminato - riceveranno l'incarico di dirigere una scuola per un periodo di tempo variabile tra i due e i sette anni. Ogni dodici mesi il loro lavoro sarà oggetto di una valutazione. L'incarico sarà revocabile per giusta causa (cioè in caso di rendimento non soddisfacente). Per il contratto, il governo ha stanziato 48,03 milioni di euro (930 miliardi di lire).

"Il riconoscimento della piena dirigenza per i presidi e i direttori didattici rappresenta una svolta e un passaggio fondamentale per l'attuazione dell'autonomia delle istituzioni scolastiche", ha commentato il sottosegretario all'Istruzione Valentina Aprea. Aggiungendo: "Il contratto dei dirigenti scolastici innova gli istituti contrattuali fondamentali e rappresenta uno strumento essenziale in vista dell'avvio dei nuovi ordinamenti scolastici". Soddisfatti anche i sindacati, che però sottolineano il ritardo con cui si è arrivati all'accordo: "Oggi abbiamo firmato quello che sarebbe stato possibile firmare il 7 maggio 2001", ha spiegato Enrico Panini, segretario generale della Cgil scuola.

La vicenda ha avuto una forte accelerata dopo l'atto di indirizzo del ministero - emesso martedì - che ha sbloccato le risorse previste nella Finanziaria e che ha indotto i sindacati a revocare lo sciopero proclamato per oggi. Sempre ieri, Letizia Moratti ha partecipato all'insediamento del consiglio di amministrazione dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'Istruzione: l'organismo è presieduto da Giovanni Trainito e composto da Antonio Augenti, Giuseppe Bertagna, Giacomo Elias e Guido Fiegna.

(11 gennaio 2002)
 

 

 

Verso il traguardo la riforma Moratti
Nuovo contratto: ora i presidi sono licenziabili

Fonte: Resto del Carlino – 11 gennaio 2002

ROMA — Potrebbe arrivare addirittura oggi in Consiglio dei ministri la proposta di riforma del sistema scolastico messo a punto dal gabinetto di Letizia Moratti. Dopo l'accordo con i rappresentanti dei partiti di governo, ieri il ministro ha incontrato i rappresentanti delle Regioni e i sindacati e, sempre ieri, è stato firmato il contratto per la dirigenza scolastica che ha scongiurato le agitazioni dei presidi già proclamate.
Ma la materia resta ancora bollente e se An ha incassato vittorie sostanziali su alcuni punti base come il liceo fermo a 5 anni, l'anno di integrazione per l'accesso all'università per quanti provengono dal percorso di formazione, l'introduzione dello studio di una seconda lingua straniera nelle medie, qualche perplessità resta sul passaggio in blocco alle Regioni delle competenze sugli istituti professionali.
A dare l'annuncio di questo aspetto è stato lo stesso ministro nell'incontro con i rappresentanti regionali. Il piano prevede un progressivo travaso di competenze, ma il senatore Giuseppe Valditara di An ha tenuto a precisare che si «dovrà distinguere da caso a caso e comunque la materia dovrà essere ulteriormente approfondita anche perché alcuni istituti rientreranno in quello che sarà il futuro liceo tecnologico».
Gli esponenti regionali si sono detti delusi dall'incontro e hanno lamentato il mancato coinvolgimento degli enti locali nelle fasi preparatorie del progetto.
Sul fronte dei presidi ieri è stata firmata la prima ipotesi di accordo della categoria. L'articolato prevede verifiche sul campo e incarichi a tempo (da due anni ad un massimo di 7) per i dirigenti e dovrebbe diventare operativo già dal biennio in corso. Ai presidi e ai direttori didattici verrà riconosciuta la funzione di dirigente loro attribuita ex lege anche dal punto di vista economico. E per la prima volta in un contratto della scuola viene inserito l'istituto del licenziamento per giusta causa e giustificato motivo (scarso rendimento o valutazione negativa).
s. m.