FACCIAMO LO SCIOPERO DELLA FAME, INCATENIAMOCI…

SPERIAMO… CHE CE LA CAVIAMO!

 

Il lamento e la protesta – n. 5 del 25 settembre 2001

 

Lettera di Emilio De Simone

 

 

Caro Paolo, ti scrivo per incoraggiarti a perseverare nella tua opera di divulgazione di notizie e informazioni relative al nostro contratto, nonostante i lamenti di alcuni colleghi.

Non poso fare a meno, però, di osservare che questa tua "missione" sarebbe dovuta essere/dovrebbe essere prerogativa della A.N.P., attraverso il sito ufficiale.

La nostra associazione sembra, invece, marciare "col freno a mano tirato", a discapito delle prestazioni e delle potenzialità del "motore"  , che dovremmo essere noi.

L' A.N.P. dovrebbe, a mio modesto parere "darsi una mossa".

Non e' più possibile/concepibile aspettare.

Tutti siamo consapevoli della nostra misera situazione e delle nostre vecchie e nuove responsabilità, ma non possiamo più permetterci di aspettare fino a chissà quando il riconoscimento di uno status che già ci appartiene, soprattutto per la dedizione che  ci contraddistingue come categoria e come singole persone.

Ognuno di noi (questo è forse l'esempio più emblematico) ha dovuto imparare (a proprie spese) l'uso dello strumento informatico ed è riuscito a contagiare in tale direzione (a loro spese)  i docenti di ogni scuola e in ogni area geografica.

Ognuno di noi ha contribuito (gratis) a qualificare al meglio la scuola affidatagli.

Questo non ce lo vuole riconoscere nessuno, in modo particolare la triplice sindacale & compagnia bella, che ci hanno considerato, unitamente alla ultima compagine governativa, una categoria superflua.Non sto vaneggiando.

Ti ricordi quando il prof. Frabboni dichiarò, oltre un anno fa, sulla stampa nazionale, che noi eravamo una categoria strapagata?

Ti ricordi quando, lo scorso anno, hanno concesso, con grande facilità (a mezzo di una semplice nota dell'ufficio di gabinetto), agli insegnanti di scuola elementare e materna (anche se privi di titoli universitari) di presiedere le sottocommissioni dei concorsi ordinari, mentre la normativa prevedeva che tale presidenza era dovuta, nell'ordine a  ... docenti universitari, ispettori, direttori didattici? Che cosa significa questo?

Che l'ex governo e i sindacati tradizionali non ci volevano riconoscere nemmeno come personale direttivo, altro che dirigenti.

L'A.N.P.ha scritto, dopo le  note polemiche sulla presunta corruzione di alcune commissioni, se non vado errato, che occorreva, per il futuro, formare un " albo dei valutatori" ......

Sì, d'accordo, ma lo sanno i dirigenti dell' A.N.P. quanto si guadagna  a presiedere una commissione di un concorso ordinario?

Solo poche, lorde e miserabili lire, per le quali nessuno dovrebbe i più chiedere di presiedere tali commissioni.

 

Muoviamoci, caro Quintavalla , cara A.N.P. ed egregi colleghi tutti! Rischiamo qualcosa. Consegnamo, magari, le chiavi degli istituti e facciamoci sostituire dalle RSU -RSA , dai segretari sindacali( quelli sono veri dirigenti), dagli insegnanti distaccati ecc. ecc., facciamo lo sciopero della fame, incateniamoci...., ma non facciamo lo "scioperino "di un giorno o di un'ora ( vedi Cgil-Cisl-Uil ecc...).

Quale disagio creeremmo?Tanto ci sono le RSU-RSA!

Ah! dimenticavo! ci sono anche gli ATA, gli LSU, i LPU ( sembra, scorrendo le pagine dei siti dei Confederali, che la riforma della scuola dipenda esclusivamente da loro). Quanto a noi ... ( non vorrei sembrare banale ) ...speriamo che ce la caviamo!

 

Un grazie e un saluto all'amico Quintavalla

 

                                       da

 

Emilio De Simone

Ist. Comp. CASABONA – CROTONE

 

Caro collega,

la critica verso l’ANP è ingiusta, anche perché proprio oggi l’ANP ha fatto la mossa giusta. Mentre i sindacati dei docenti minacciano uno sciopero di facciata, per compiacere la platea e per rifarsi la verginità perduta, il presidente Rembado ha scritto ufficialmente ai Ministri competenti per ricordare il principio essenziale dell’allineamento retributivo con le altre dirigenze pubbliche, richiamandoli alla coerenza e al  mantenimento delle promesse, attraverso lo stanziamento nella Finanziaria 2002 dei fondi necessari. Francamente dagli altri sindacati e dall’Andis ho solo ascoltato ambigui bla-bla-bla e non posso dimenticare due date: 28 marzo (la loro connivenza con il voltafaccia del passato Governo) e 7 maggio (il tentativo di imporci la firma di un contratto economicamente dimezzato).

Io la mia parte la sto facendo da oltre un anno e mezzo. Non posso dire altrettanto, purtroppo, di quella parte ancora consistente della categoria che è stata sempre a guardare dalla finestra.

Nei prossimi giorni, comunque, il quadro della situazione sarà più chiaro e definito. Se sarà necessario non escluderemo, al limite, anche le forme di lotta che propugni. Per l’eventualità dello sciopero della fame c’è un piccolo inconveniente, anzi una decisiva controindicazione: fra le passioni del tempo libero rientrano, mio malgrado, anche quelle del gourmet e del sommelier. Se qualche altro collega vorrà emulare Ghandi avrà tutta la mia solidarietà di digiunatore virtuale.

 

Paolo Quintavalla