TRE VERITA’ DALLA TELENOVELA CONTRATTUALE

 

Lettera di Gaetano D’Antona – dicembre 2001

 

Carissimo,

ti leggo volentieri e vorrei spegnere simpaticamente i tuoi entusiasmi in merito al contratto con queste mie riflessioni:

Dalla telenovela del nostro contratto di lavoro ho appreso le seguenti tre verità:

·         il governo, l’on. Aprea e compagnia che hanno firmato la lettera d’intenti prima delle elezioni, hanno agito in malafede

·         l’ARAN ed i rappresentanti del governo che hanno proposto e sottoscritto l’ipotesi d’accordo del 17/10 hanno agito in malafede, o forse hanno fatto il loro mestiere di prendere per il naso i Sindacati, che sono caduti nella trappola, raccontando la favola della possibilità di finanziare l’anno 2001 con gli introiti del 2002 (mi devi credere, io che non ne capisco nulla ho espresso scetticismo sulla fattibilità dell’accordo sottoscritto)

·         comportamento ingenuo (?) dell’A.N.P. per aver creduto alla suddetta favola.

        Uscire dalla trappola in cui sono caduti sarà un bel problema.

    Apprendo che i confederali hanno dichiarato sciopero per il 11/01/02 e non capisco per quale motivo visto che quello che si chiede non è previsto dalla leggi generali dallo Stato.

    Secondo me l'unica cosa che rimane da fare è quella di chiedere le dimissioni dei sindacalisti che hanno firmato il preaccordo per incompetenza o se vuoi per dabbenaggine.

    Ti saluto

Gaetano D'Antona

ITIS "Bernocchi"

Legnano (MI)

Caro Collega,

staremo a vedere gli sviluppi finali della ormai stucchevole telenovela. In effetti sono avvenute lesioni intollerabili di principi elementari dell’etica pubblica per i quali i patti pubblicamente sottoscritti sono da onorare. Per i galantuomini- per usare un termine purtroppo desueto - “pacta sunt servanda”. Per gli altri si possono anche tradire. Quando i patti non vengono onorati si ha che fare, purtroppo, con individui o gruppi bugiardi, disonesti e inattendibili. E sono stati troppi, francamente, i tradimenti a cui abbiamo dovuto assistere durante le travagliate vicende contrattuali. Il tentativo del Ministero del Tesoro di rimettere in discussione i 40 miliardi aggiuntivi della Finanziaria 2002 per il contratto squalifica ulteriormente il Governo, delegittima l’Aran e gli indirizzi che ha ricevuto dal Ministro dell’Istruzione, rompe il preaccordo faticosamente raggiunto il 18 ottobre 2001, mortifica le parti sindacali e umilia profondamente la categoria. E’ augurabile per il bene di tutti che non abbia effetto e che resti lettera morta. Credo che un livello ancora più alto di frustrazione per i dirigenti scolastici sarebbe assolutamente intollerabile.

Quando hai scritto la lettera, tuttavia, non potevi ancora conoscere la proclamazione da parte della CIDA dello stato di agitazione di tutta la dirigenza del pubblico impiego, con manifestazione a Roma e sciopero il 30 gennaio 2002.  Mi sembra una iniziativa senza precedenti che offre una risposta adeguata anche alla esasperazione e alla volontà di protesta molto diffusa nella nostra categoria. (p.q.)