STANCHI, CERTAMENTE. MA NON SFIDUCIATI!

 

LA POSTA DEI NAVIGATORI – n. 1

 

Il direttore di “dirigentescolastico.it” risponde

 

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Un collega dirigente di un Istituto superiore siciliano ha inviato in data 24 giugno 2001 la seguente lettera:

 

“Carissimo,

    da diverso tempo sono un tuo appassionato lettore, perché tu metti in rete il nostro pensiero, le nostre sofferenze, le nostre giuste rivendicazioni e le nostre speranze. Grazie.

    Non ho niente da aggiungere alle tue argomentazioni.Se vuoi concordare qualche iniziativa sono a tua disposizione. (…)

Mi sento come in un deserto. (…) Anche quelli che sinceramente ci credono e condividono la linea di giuste rivendicazioni si sentono stanchi e sfiduciati. 

    Ho visto il Comunicato dell'Esecutivo Nazionale dei DD.SS della CGIL e mi pare che sia una rettifica della linea punitiva della categoria finora pervicacemente seguita da quel sindacato e da te denunciata: che ne pensi ? Se il Governo si impegna  a mettere a disposizione,nella prossima Finanziaria,  il resto delle somma occorrente per l'equiparazione retributiva , mi pare che la cosa possa funzionare. Che ne dici ?

    Per ora ti saluto. Continua nella tua utilissima opera di informazione e se credi che io ti possa aiutare in qualche cosa , fammelo sapere. Ciao.”

                       

Caro collega,

il sentimento di stanchezza è naturale e legittimo, soprattutto per coloro che si impegnano fino in fondo nella sfibrante attività quotidiana della direzione di un Istituto scolastico e non dimenticano il dovere di difendere e rivendicare la propria dignità professionale di dirigenti.

La sfiducia, invece, va ricacciata e non deve impadronirsi di noi, altrimenti perdiamo in partenza - e senza combattere - una battaglia che pure è giusta.

L’obiettivo del pieno allineamento retributivo con le dirigenze pubbliche è non solo legittimo ma può essere ancora conseguito in questo primo contratto. Certo, occorre battere la posizione autolesionistica della Cgil, la cui linea giustamente definisci “punitiva della categoria” e confidare nella capacità di negoziazione dell’ANP che finora è stata ferma, lineare e coerente.

Anch’io ho visto il comunicato da te citato ma valuto che non introduca nulla di nuovo. Anzi conferma, purtroppo, la linea sciagurata del segretario nazionale Panini, espressa in precedenza durante la conferenza stampa del 7 giugno a Roma. In quella sede affermò in modo esplicito che anche noi DD.SS. dovevamo “battere il passo” e la richiesta della “firma immediata” ne è la logica conseguenza. Questa firma incondizionata alle vecchie condizioni ci costerebbe dai sette agli otto milioni netti annui in meno pro capite. Non solo ma sposterebbe al secondo contratto l’obiettivo dell’allineamento retributivo, obbligandoci ad una rincorsa delle altre categorie dirigenziali. Nel secondo contratto, invece, avremmo tutto il diritto e il dovere di rivendicare il miglioramento del trattamento accessorio e l’allineamento rispetto alle corpose indennità che sono riconosciute ad altre dirigenze pubbliche e – perché no – l’allineamento con le dirigenze scolastiche a livello europeo. Non si capisce perché questo allineamento debba valere solo per i docenti. Tuttavia se firmassimo alle condizioni penalizzanti che la Cgil cerca di imporre alla categoria, questa possibilità ci sarebbe preclusa in quanto nella prossima tornata contrattuale saremmo ancora alla rincorsa di quanto ci spetta già da ora.

Caro collega, non facciamoci distrarre dai comunicati. Hai visto come i Sindacati confederali e l’Andis dal 6 marzo u.s. (abbandono delle trattative di tutte le OO.SS. in sede ARAN) al 28 marzo (svolta di Palazzo Vidoni) hanno fatto carta straccia dei loro solenni comunicati e sono stati sostanzialmente conniventi con il voltafaccia del passato Governo?

Il comunicato dell’Esecutivo dei DD.SS. Cgil conferma sulla carta la richiesta dell’allineamento retributivo … ma lo sposta al prossimo contratto, perché la prossima Finanziaria avrà valore per il 2002. E’ proprio ciò che non vogliamo e che dobbiamo evitare. Se l’equiparazione retributiva ce la riconoscono nel nuovo contratto, non funziona. L’allineamento lo vogliamo ora, nero su bianco e soldi in tasca, in questo contratto d’ingresso, come era scritto del resto in modo inequivocabile nel primo atto d’indirizzo. Il nuovo Esecutivo, da questo punto di vista, dovrà solo tenere fede alle promesse esplicite della campagna elettorale, anche se la Cgil ha fatto, sta facendo e farà di tutto per sbarrare la strada. Credo, comunque, che nel prossimo DPEF atteso in questi giorni e nella successiva legge di assestamento del bilancio le istanze anche economiche della nostra categoria dovranno trovare un equo e doveroso riconoscimento.

Non è forse vero che abbiamo dato, stiamo dando e daremo al 100% in termini di doveri, impegni e responsabilità?

Chiediamo solo di essere pienamente riconosciuti come dirigenti pubblici, al pari di tutti gli altri. Coloro che non vogliono questo si sono messi e si stanno mettendo contro gli interessi fondamentali della nostra categoria. Pertanto meritano solo di essere sconfitti nel loro sciagurato disegno.

Caro collega, teniamo alto il livello delle giuste attese e non lasciamoci vincere dalla sfiducia. Per quanto mi riguarda non mi sarei messo in questa impresa da oltre un anno se non avessi fiducia che “le nostre giuste rivendicazioni e le nostre speranze”, come tu dici e le nostre giuste ragioni, alla fine, si possano affermare.

Ti ringrazio per le cortesi espressioni di stima per il mio lavoro. Cerco di fare semplicemente il mio dovere.

 

Paolo Quintavalla