Parafrasando Prévert:
forse che l'on. Acciarini non è capace di contare al di là del 4 ? (*)
di Italo Caré

- Dirigente scolastico Torino - 02.02.2001

Fonte: dal sito web "Pavone Risorse"

Nella giornata di oggi La Stampa pubblica - nella rubrica delle "Lettere ad Oreste Del Buono" ed in risposta ad una lettera dell'on. Chiara Acciarini uscita nella edizione di domenica 28 gennaio - un intervento di Italo Caré a proposito della riforma degli organi collegiali della scuola.
Sullo stesso argomento l'autore dell'intervento ci ha fatto pervenire una più ampia riflessione che noi pubblichiamo integralmente.

Prevert si chiedeva, in una sua poesia, che dinastia fosse mai quella dei re Luigi di Francia che non era stata capace di contare fino a venti (essendosi fermata, anche se non per propria volontà, a sedici); mi chiedo, per analogia, cosa dobbiamo pensare noi oggi di quei nostri deputati che non si avventurano, nel fare i conti, al di là del quattro.
Mi sembra sia questo il caso della on. Acciarini, che nel contare gli organi collegiali della scuola previsti dal progetto di legge di cui è prima firmataria non va, appunto, oltre tale numero, con la duplice aggravante, rispetto ai re francesi, di fermarsi molto prima di loro e di farlo per propria scelta anziché per costrizione altrui.

Si diceva una volta che "la matematica non è un’opinione" ma evidentemente, in tempi di revisionismo a tutto campo, non solo la matematica ma anche la semplice aritmetica diventano del tutto soggettive. Accade quindi che per la CGIL-scuola (fonte non sospetta, essendo tale sindacato addirittura intervenuto presso il Presidente della Camera perché il progetto di legge in questione, da tempo fermo anche per divergenze all’interno della stessa maggioranza, fosse portato all’esame dell’aula) gli organi collegiali previsti sono otto e sono troppi, mentre per il Corriere della Sera e La Stampa sono ventiquattro e per il Sole 24ore, che ne pubblica un elenco dettagliato e puntuale, si arriva, contando anche gli organi collegiali esterni al singolo istituto ma inseriti all’interno del sistema scolastico, a ventisette ! Per accertare come stanno le cose è comunque sufficiente una lettura attenta e obbiettiva del testo del progetto di legge per verificare facilmente l’esattezza sostanziale degli elenchi pubblicati dai giornali citati.

Tutta la vicenda impone però qualche breve considerazione:

- ha preso avvio l’autonomia scolastica, che è stata sempre motivata con la necessità di andare nella direzione dell’efficacia, dell’efficienza, della responsabilizzazione e della verifica

- esistono da tempo leggi, di carattere generale, che stabiliscono una progressiva diminuzione del numero degli organi collegiali nella Pubblica Amministrazione

- negli altri servizi pubblici si tende, da anni, a semplificarne, snellirne e renderne tempe- stiva la gestione, ritenendo questa scelta indispensabile per assicurarne il buon funzionamento e la qualità

Siamo dunque in presenza di un progetto di legge che appare davvero in totale antitesi con le reali esigenze sia degli utenti sia degli operatori della scuola e che si presenta come un "mixing" di vetero-ideologismi (superati solo a parole), di demagogia e della volontà, malamente celata, di impedire che anche nella scuola operi, come peraltro prevede la normativa, un capo d’istituto che sia un dirigente scolastico vero, che insieme alla responsabilità dei risultati dell’attività scolastica abbia anche gli strumenti per poterla indirizzare al meglio ed assicurare la qualità del servizio. C’è da augurarsi che il Parlamento (come del resto appare probabile) non approvi la proposta e che in futuro si operino, finalmente, anche a livello legislativo scelte che pongano la scuola italiana in condizioni di svolgere in modo adeguato la propria fondamentale funzione.

Italo Carè – Preside del Liceo Scientifico Gobetti di Torino

(*) la responsabilità della titolazione va ascritta come di consueto alla direzione di PavoneRisorse

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