Scuola,
protestano i dirigenti
Il
Nuovo - 2 aprile 2003
Assemblea
nazionale con il sapore di manifestazione. Uil:
"Siamo stanchi del silenzio della Moratti".
Si agita la possibilità di uno sciopero. Anche se
non tutti sono d'accordo. "Il nostro
contratto è scaduto nel 2001".
di Simone Navarra
ROMA - Un'assemblea nazionale con il sapore di
manifestazione, di "ultimo grido contro chi
non ascolta". Il coordinamento nazionale
dirigenti scolastici di Cgil, Cisl e Uil si
incontrano di nuovo per discutere del federalismo
che ne minaccia l'autonomia, del contratto di
categoria che continua a languire scaduto com'è,
e del fantasma di un altro possibile sciopero
generale dell'intero settore che agita i sonni di
tutti. "Si chiederebbe troppo ai
lavoratori", spiega il cauto Massimo Di Menna
della Uil. Dalla Cgil, invece, sono più disposti
al muro contro muro. "Perché con questo
governo...".
L'appello al dialogo è in primo luogo per il
Ministero dell’Istruzione poi per quello
dell’Economia e insieme della Funzione Pubblica.
"Si sono tutti ritirati dal tavolo e
continuano a far mancare la loro voce - spiega Di
Menna - Le nostre richieste rimangono inascoltate
e noi non sappiamo come spiegare un tale silenzio.
Perché dietro non credo ci voglia essere un
disegno di creare un deserto per poi poter
ricostruire qualcosa. Visto anche i progetti che
vengono sventolati a ogni passo".
Lo spauracchio del "federalismo
scolastico", in pratica di una ingerenza
delle regioni nei programmi delle diverse scuole,
è il tema che i responsabili degli istituti
sostengono e rifuggono. "Non ci possiamo
trovare soli quando la riforma partirà - dicono
dall'organizzazione del meeting - perché a quel
punto sarà troppo tardi per avere anche un minimo
margine di trattativa". I tagli al personale
e alle risorse, oltre alla "richiesta di
stabilizzazione dei precari" sono gli
ingredienti che completano un piatto di sicuro
indigesto. "Il settore ha bisogno di certezze
e queste mancano".
Di
Menna, anche per questo ritorna sulla questione
soldi: "Il 31 dicembre 2001 è scaduto il
contratto e non sono state stanziate le risorse in
Finanziaria, non essendo stato emanato l’Atto di
Indirizzo. Inoltre le passate spettanze ancora
sono appese a un filo". A rinfocolare il
dibattito, qualora ce ne fosse bisogno, concorre
anche l'associazione Astrid, associazione studi e
ricerche riforma istituzioni democratiche, che
lancia un allarme sul rischio devolution e stila
un libro bianco firmato e presentato dai senatori
dell'Ulivo Giuliano Amato e Franco Bassanini.
"L'istruzione - dice Bassanini - è un
sistema nazionale che sarebbe disarticolato dalla
devolution. C'è bisogno invece di un sistema
scolastico dell'intero nostro paese inquadrato nel
sistema europeo". Con il federalismo
applicato si potrebbe verificare il rischio, ha
aggiunto, di "tanti sistemi regionali di
istruzione che potrebbero dare dignità di stato
nazionale alle regioni che non ce l'hanno perche'
la Lombadia - ha esemplificato - non è la
Catalogna".
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