NOI, IMMODESTI E VENALI!

 

Nuga n. 55 del 7 maggio 2002

 

di Paolo Quintavalla

 

Mi pento e mi dolgo: sono stato immodesto e venale. Lo confesso: aspiravo ingenuamente al completo allineamento retributivo con gli altri dirigenti pubblici. Ma adesso conosco il mio peccato. Ora, come nel passato, gli amici dell’ANDIS mi riportano sulla retta via della modestia, dell’altruismo e del disinteresse.

Dopo aver predicato rassegnazione e rinuncia per tutto il corso delle trattative contrattuali (era troppa per loro - che diamine –la misura richiesta dagli avidi ed assatanati confratelli dell’ANP) ora tentano la quadratura del cerchio.

Non potendo continuare a voler dimostrare, contro ogni evidenza, come hanno fatto nei mesi scorsi, che dal maggio 2001 alla firma del contratto non ci siano stati aumenti aggiuntivi, ora ripiegano sul fatto che questi aumenti aggiuntivi “non sono favolosi”.

Non dicono i cari confratelli e del resto non l’hanno mai detto né scritto quale fosse la misura del completo allineamento retributivo. E, soprattutto, non dicono che tra marzo e maggio 2001 dichiaravano “soddisfazione” ed erano disposti a chiudere il contratto con aumenti umilianti per la categoria, visto che non raggiungevano nemmeno la metà di quanto dovuto.

Non li volevano proprio questi 160 euro netti mensili medi pro capite in più che, a conti fatti, entreranno – bisogna dire contro la loro volontà - anche nelle loro tasche.

Ma visto che comunque ci saranno - e certamente non per merito loro – non costa nulla, tranne che calpestare l’onestà intellettuale che notoriamente è un optional, diminuire i meriti altrui che pure avvantaggiano!