NOI,
IMMODESTI E VENALI!
di Paolo Quintavalla
Mi
pento e mi dolgo: sono stato immodesto e venale. Lo confesso: aspiravo
ingenuamente al completo allineamento retributivo con gli altri dirigenti
pubblici. Ma adesso conosco il mio peccato. Ora, come nel passato, gli amici
dell’ANDIS mi riportano sulla retta via della modestia, dell’altruismo e del
disinteresse.
Dopo
aver predicato rassegnazione e rinuncia per tutto il corso delle trattative
contrattuali (era troppa per loro - che diamine –la misura richiesta dagli
avidi ed assatanati confratelli dell’ANP) ora tentano la quadratura del
cerchio.
Non
potendo continuare a voler dimostrare, contro ogni evidenza, come hanno fatto
nei mesi scorsi, che dal maggio 2001 alla firma del contratto non ci siano
stati aumenti aggiuntivi, ora ripiegano sul fatto che questi aumenti aggiuntivi
“non sono favolosi”.
Non
dicono i cari confratelli e del resto non l’hanno mai detto né scritto quale
fosse la misura del completo allineamento retributivo. E, soprattutto, non
dicono che tra marzo e maggio 2001 dichiaravano “soddisfazione” ed erano
disposti a chiudere il contratto con aumenti umilianti per la categoria, visto che
non raggiungevano nemmeno la metà di quanto dovuto.
Non
li volevano proprio questi 160 euro netti mensili medi pro capite in più che, a
conti fatti, entreranno – bisogna dire contro la loro volontà - anche nelle
loro tasche.
Ma
visto che comunque ci saranno - e certamente non per merito loro – non costa
nulla, tranne che calpestare l’onestà intellettuale che notoriamente è un
optional, diminuire i meriti altrui che pure avvantaggiano!