DE PROFUNDIS PER IL PRESIDE MANAGER

 

Nuga n. 51 del 5 gennaio 2002

 

di Paolo Quintavalla

 

 

Ho avuto un “regalo” inaspettato prima di Natale. Ero contento perché avevo ricevuto un buon contributo ad un progetto scolastico da una banca cittadina. Ma sono rimasto lieto per poco tempo. L’Ufficio Scolastico Provinciale mi ha comunicato che il previsto finanziamento ministeriale al Circolo era ridotto, a consuntivo, da 28 a 19,3 milioni. Nello stesso giorno l’ASL di Parma mi ha comunicato che le visite fiscali operate per il controllo delle assenze erano a carico, con effetto retroattivo dallo scorso aprile 2001, del bilancio: 56.000 per ogni visita richiesta, con un aggravio non previsto di spesa di oltre 5 milioni annui. Nel corso di una giornata mi sono ritrovato con il bilancio ordinario praticamente dimezzato. E sono ancora in una condizione giuridica di morosità in quanto ho in sospeso due cartelle TARSU (Tassa sui rifiuti solidi urbani) per il 2000 e per il 2001 di oltre 38 milioni di lire.

Vorrei trovarmi di fronte all’inventore della geniale espressione “preside manager” che circolava qualche anno fa (attraverso lingue più veloci del pensiero) negli ambienti dirigenziali.

Giuro che mi abbandonerei ad un impulso poco nobile. Se qualcuno avesse il coraggio di ripeterla potrei reagire metaforicamente, mutatis mutandis, come quel famoso gerarca nazista che quando sentiva il termine “cultura” metteva mano alla fondina.

Recitiamo, per carità, un pietoso “de profundis” su quell’insulso luogo comune.