L’ARTE DI CAMBIARE LE CARTE IN TAVOLA

 

Nuga n. 49 del 7 dicembre 2001

 

di Paolo Quintavalla

 

Il cancelliere prussiano Von Bismarck che, evidentemente, si intendeva tanto delle miserie dell’animo umano quanto delle falsità insite negli orientamenti collettivi sosteneva che “Non si mente mai così tanto come prima delle elezioni, durante la guerra e dopo la caccia”.

Ora, delle menzogne dei due governi di diverso colore – soprattutto dell’attuale durante la fase preelettorale - che si sono succeduti  nei quasi due anni delle vicende contrattuali la nostra categoria ha fatto largamente le spese. Possiamo solo prenderne atto con amarezza: si vede che sono ineluttabili come i terremoti e che fanno inevitabilmente parte della concezione miserevole e della bassa cucina della politica.

Ciò che davvero sconcerta sono, invece, le menzogne di certi “cacciatori” dopo l’evento venatorio. Se sostituiamo al termine “caccia” l’espressione “firma del preaccordo” sul contratto vediamo che una parte dei sindacati, quella che rappresenta anche la categoria dei docenti, si è esercitata e si sta esercitando nella poco nobile arte di cambiare le carte in tavola.

Prima sostenevano che i dirigenti scolastici dovevano essere parsimoniosi e ritenersi soddisfatti con il carniere a metà. Anzi, per essere ancora più convincenti, ad un certo punto si sono messi a sparare non contro le lepri che intanto scappavano ma contro coloro che volevano continuare la caccia per cercare di portare a casa, legittimamente, il carniere pieno.

Ora che questo carniere è un po’ più gonfio per tutti – ma non per merito loro - cercano affannosamente di dimostrare, contro ogni evidenza, che non si è aggiunta nemmeno una quaglia e che, pertanto, conveniva interrompere la battuta già a maggio.

Per dirimere la stucchevole questione avanzo una modesta proposta: si formi un tavolo indipendente di arbitrato che decida, conti alla mano, se ci siano e quanto siano gli aumenti contrattuali attuali rispetto all’ipotesi di firma formulata a maggio presso l’Aran. Coloro che si ostinano ancora oggi a credere che non ci siano aumenti aggiuntivi dovrebbero essere disposti, naturalmente, una volta che siano imparzialmente accertati, a versare questi soldi in più in beneficenza. Per questo scopo posso fornire a richiesta, se occorre, anche il mio numero di conto corrente.