O TEMPORA, O
MORES
Nuga n. 43 del 6 ottobre 2001
di Paolo Quintavalla
Sarà forse
perché ho già varcato l’età del disincanto, sarà perché si moltiplicano le dure
smentite della storia, ma mi scopro sempre più “laudator temporis acti”.
Confesso che
ho nostalgia per i tempi in cui bastava soltanto una stretta di mano tra
galantuomini per rendere sacra la parola data e per sancire i patti.
Che la lealtà
e la coerenza non siano più oggi delle virtù si può rilevare, purtroppo, dai
comportamenti di quei politici, parlamentari, ministri che strappano i patti da
loro stessi istituiti e non mantengono fede alle promesse solennemente e
pubblicamente sottoscritte.
Che dire di
uomini pubblici che ad una categoria promettono il tutto come dovuto e, al
momento decisivo, danno letteralmente il nulla?
E sono ben
tristi i tempi in cui intere categorie professionali e i cittadini sono
costretti a riscontrare la slealtà e l’incoerenza di chi li governa e
rappresenta.
Che pessimo e
assai poco edificante esempio per tutti deriva da questi comportamenti!
Che
mortificante violazione dell’etica pubblica a cui alcuni, ancora, si sforzano
di credere!