IL
CONVITATO DI PIETRA
Nuga n. 34 del 29 agosto 2001
di Paolo Quintavalla
Da quando nei
primi decenni del Seicento Tirso de Molina scrisse il dramma “El burlador de
Sevilla y convidado de piedra” la fortuna di quest’ultimo insospettato personaggio
è stata crescente e ininterrotta. Moliere, Mozart, Byron, Puskin, Tolstoi,
Kierkegaard, De Unamuno e tanti altri autori meno noti hanno ripreso e
variamente interpretato il fascino tenebroso dell’ospite insolito, invitato
beffardamente a cena da Don Giovanni. Si sa come andò a finire: il convitato
marmoreo invitò a sua volta l’ospite e, alla fine, lo sprofondò nell’inferno.
Il mito sembra
rinverdire oggi tra le quinte del nostro contratto. Non sembri irriverente la
trasposizione dal piano letterario a quello sociologico ma sono molti coloro che si sono accorti
dell’ingombrante presenza, nel retroscena del nostro contratto, di un convitato
di pietra.
Volete sapere
chi è? Volete conoscere il suo volto? Basta andare a rileggersi i comunicati
emessi dai sindacati dei docenti dopo l’annuncio che i dirigenti avrebbero
avuto gli aumenti richiesti. E, purtroppo, lo vedremo ancora all’opera, figlio
di un insano corporativismo rovesciato e ai nostri danni, nelle prossime fasi
conclusive del contratto!
La prossima
volta, se non si vuole proprio finire male, converrà declinare l’invito a cena
con un cortese ma fermo “No, grazie! Cuciniamo da soli!”.