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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

NEWS 

 

 

 Dirigenti statali, sempre più rimozioni

Il Messaggero – 30 gennaio 2003  


Gli ultimi dati sugli effetti dello “spoils system”. Bressa (Margherita): è la prova che quella legge ha fatto grandi danni

Mazzella corregge le cifre di Frattini. E sono in arrivo le nomine degli enti
di PIETRO PIOVANI

ROMA — Un dirigente ministeriale su tre ha perso la poltrona in forza della legge sullo spoils system. Sono gli ultimi dati, forniti ieri dal nuovo ministro della Funzione pubblica Luigi Mazzella. Dati piuttosto diversi, in verità, da quelli che tre mesi fa furono presentati come «finali e definitivi» da Franco Frattini. Evidentemente in questi mesi la Funzione pubblica deve aver ricevuto nuove comunicazioni dai vari ministeri, perciò oggi può presentare cifre più complete. D’altra parte è noto che Mazzella ha della materia una visione abbastanza diversa da quella del suo predecessore, tanto da aver più volte parlato di una possibile correzione della legge. Va detto inoltre che i calcoli presentati ieri dal ministro lasciano il campo aperto a obiezioni di varia natura, compresa una contestazione aritmetica.
Dirigenti rimossi. Quante sono le direzioni generali che hanno visto un cambio di vertice? Secondo il rapporto di Mazzella, sono 115. Di cui 41 assegnati a un “incarico di studio" (cioè, di fatto, parcheggiati in attesa di nuovo incarico) e 74 spostati ad “incarico equivalente" (cioè posti a capo di un’altra direzione generale, che però nella maggioranza dei casi non è una direzione con compiti realmente operativi). Rispetto alle cifre annunciate da Frattini alla fine dello scorso anno ci sono 4 incarichi di studio e ben 34 incarichi equivalenti in più.
La percentuale. Stando al conteggio di Mazzella, i dirigenti non confermati rappresentano il 25,84% del totale. Ma quale totale? La tabella del ministro indica un totale di 445 incarichi. Il calcolo però nasconde un’insidia: ogni poltrona viene contata due volte, una volta per il dirigente che se ne va e un’altra per quello che lo sostituisce. Correggendo la svista: i posti di dirigente rilevati sono 359, e 115 dirigenti non confermati corrispondono al 30% del totale. Cioè quasi uno su tre.

Durata degli incarichi. E’ un’altro motivo di polemica. «Ci sono molti incarichi di durata inferiore ai dodici mesi: non si possono certo considerare delle conferme», dice Gianclaudio Bressa, deputato della Margherita. Colpisce una delle tabelle fornite da Mazzella: la durata media degli incarichi assegnati in questa tornata di nomine è di due anni. In certi dicasteri poi la media è ancora più bassa: un anno e mezzo alle Politiche sociali (il ministro è Maroni), poco più di un anno alla Difesa (Martino) e all’Istruzione (Moratti). Mazzella osserva che «nel caso di incarichi con durata inferiore ai dodici mesi, si è trattato o di esigenze specifiche dell'amministrazione o di incarichi presso amministrazioni dove è in corso un processo di ridefinizione della struttura organizzativa».
I confermati. Per Gian Paolo Patta della Cgil, i dati presentati ieri «non dicono tutta la verità». In particolare perché fra i dirigenti che risultano “confermati" ce ne sono molti che erano stati nominati dal governo Berlusconi poco prima che entrasse in vigore la legge dello spoils system: «alla Cgil risultano essere ben 86 dirigenti».
La controriforma. Per Gianclaudio Bressa «l’intervento di Mazzella è stato molto interessante perché ha confermato tutta la pericolosità della legge Frattini. D’altra parte — continua il parlamentare — il ministro sembra davvero intenzionato a riformare la riforma. Abbiamo accennato al tema durante i nostri interventi dai banchi dell’opposizione, e abbiamo visto Mazzella fare ampi segni di assenso con la testa».
Nomine in arrivo. La legge Frattini non ha ancora esaurito i suoi effetti. Il 7 febbraio scadono i termini per confermare o rimuovere i vertici degli enti pubblici. I posti in ballo sono qualche centinaio, fra i più importanti c’è quello di presidente dell’Istat (alcuni considerano a rischio Luigi Biggeri) e quello di presidente del Cnr (Lucio Bianco)

 

 

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