A proposito del contratto dei Dirigenti scolastici
Troppa enfasi sulla valutazione
qualche problema sulla mobilità

di Girio Marabini - (24.01.2000)

Fonte: Sito web del Circolo didattico di Pavone Canavese

Eccoci arrivati al dunque: la trattativa per il contratto dei dirigenti scolastici è stata avviata e proseguirà, salvo ripensamenti, il 25 gennaio prossimo. Siamo tutti con il fiato sospeso: i sacrifici compiuti e il silenzio che ci siamo imposti hanno provocato risultati benefici. L'atto di indirizzo carico di buone intenzioni conferma l'ipotesi che la nostra, al di là di ogni pur rosea aspettativa , sarà una dirigenza simile (ma non eguale!) a quella delle altre aree.
E tanto è vero che l'ANP ha inteso proclamare uno sciopero sicuramente per esprimere solidarietà ai nostri "simili" della prima area: per solidarietà perché altrimenti come giustificare uno sciopero a trattativa aperta e senza immediati ostacoli pregiudiziali?
Cerchiamo in questa sede tuttavia di sottolineare alcuni aspetti che ci lasciano comunque perplessi e dell'atto di indirizzo e della conseguente trattativa in corso.

Ci lasciano perplessi perché riteniamo che in gioco non è soltanto semplicemente la nostra personale collocazione giuridica ed economica, ma soprattutto la libertà d'insegnamento e l'autonomia delle singole scuole.

Vediamo.

Primo aspetto: l'enfasi sulla valutazione.
Pare proprio che la valutazione sarà una valutazione di tipo formativo e non sarà considerata come uno strumento fiscale ed inquisitorio. Sarà proprio così? Anche la prima, famigerata, valutazione sperimentale (ve lo ricordate?) avrebbe dovuto essere così. una valutazione di tipo formativo attraverso il colloquio di restituzione degli esiti.
Quanti di voi hanno sostenuto il colloquio ?
Io, l'ho fatto. Mi sono trovato di fronte (e comunque non posso generalizzare perchè è solo la mia esperienza) ad una serie di ...ma, si d'accordo...però...a nostro parere. Questo ..a nostro parere mi ha fatto veramente..(tralascio il termine volgare). Ma come non doveva essere una valutazione oggettiva fondata su indicatori precisi?
Di colloquio formativo neppure l'ombra...
Non poteva essere che così.
C'è una enorme differenza tra chi quotidianamente "milita" nella scuola e si arrabatta tra mille difficoltà riuscendo comunque a tirar fuori un prodotto di qualità e chi invece valuta dall'esterno secondo indicatori precostituiti ma non comunicati tempestivamente all'inizio dell'a.s. di riferimento e senza aver potuto "visitare" l'Istituto; pensiamo poi alla figura dell'"esperto" esterno... il quale naturalmente valuta secondo i propri criteri e i propri contesti. I risultati ottenuti , sono sotto gli occhi di tutti. Province con una media di punteggio di 50 ! Province con 87,7 e così via. Un generale senso di sconfitta e di scoraggiamento, anche di quelli che pure hanno avuto un punteggio alto...Un generale coro del tipo... ma chi me lo fa fare? ecc.ecc...
Valutazione formativa dunque ...ma non inquisitoria. Eppure c'è qualcosa che non va... se la valutazione sarà formativa perchè dai suoi risultati discenderanno comunque esiti diciamo così "fiscali"?
Si terrà conto della valutazione infatti per la cosiddetta retribuzione di risultato e si terrà conto della valutazione per gli incarichi e si terrà conto della valutazione anche per la mobilità...
Allora anche se il lavoro del dirigente sarà stato estremamente produttivo e funzionale alla realizzazione dell'autonomia della propria scuola ma sarà stato valutato in modo negativo, perchè non corrispondente ai parametri e ai metri di giudizio dell'amministrazione , quale sarà la possibile conseguenza ?
Permettetimi di dare una risposta che potrà sembrare semplicistica a molti, o di fanta-politica, ma che sento di dover dare.
In futuro quel dirigente cercherà ad ogni costo, per evitare conseguenze spiacevoli in ordine allo stipendio di risultato, all'incarico, alla mobilità di eseguire pedissequamente le "desiderata" dell'amministrazione neanche poi tanto nascoste in quanto espresse negli indicatori che verranno scelti (esperienza insegna), piuttosto che dare corso alla propria libera formazione ed espressione culturale.
E allora auguriamoci che coloro che ci rappresentano alle trattative sappiano concordare criteri e modalità di valutazione veramente significativi e che garantiscano il massimo possibile di obiettività e di libertà. Auguriamoci inoltre che la valutazione venga legata soprattutto e concretamente all'operato possibile del dirigente e non all'operato condizionato da altri (vedi Organi collegiali) a meno che qualcuno non pensi che il dirigente scolastico sia un plenipotenziario....

Secondo punto. l'enfasi sulla formazione e sulle esperienze pregresse.
Anche per questo aspetto occorre fare dei distinguo. Quale formazione ? La solita formazione? La formazione che discende dall'apprendimento organizzativo in situazione contestuale, attraverso il lavoro quotidiano, lo scambio di esperienze e il confronto con i colleghi, con gli insegnanti con l'Ente Locale e le associazioni o quella che discende dai corsi di aggiornamento che vengono organizzati dai vari enti accreditati anche con con libertà di scelta o la formazione dell'Amministrazione che mi pare vada in unica direzione: la formazione dei manager per la scuola azienda ?
I segnali vanno infatti in questa direzione. L'ultima direttiva del Ministro enfatizza il discorso della "qualità" e le esperienze realizzate con la Confindustria.
Questo interesse poi della Confindustria per il mondo della Scuola è davvero sconvolgente.
E' forse un interesse determinato dalla ferma volontà di contribuire alla crescita di persone che pensano con la propria testa oppure l'interesse del sistema produttivo di formare individui funzionali al sistema stesso: flessibili ma non liberi.?
Eppure ero e sono convinto che il dirigente scolastico proprio per la specificità della sua funzione tanto propugnata quanto di fatto osteggiata, debba essere depositario di una libera espressione culturale: libera espressione culturale come "piena autonomia di giudizio e conseguente libertà decisionale in rapporto alle proprie acquisizioni, cognizioni ed esperienze che costituiscono unitariamente la cultura stessa" (L. Molinari, in "la funzione docente, Dirigente e Ispettiva nella Scuola di stato" Giuffrè Editore , 1994) Libera espressione culturale che interagisce con la libertà d'insegnamento e più in generale con l'autonomia della Scuola.
Parliamo inoltre delle esperienze pregresse. Mi preoccupa la situazione ad esempio di quel dirigente che io chiamo dirigente-operaio, che non ha neppure il tempo di alzare la testa , sempre presente a scuola, una reale risorsa per tutti gli insegnanti. Quali attestati potrà mai presentare quando il Dirigente regionale lo chiamerà a sottoscrivere il contratto?
Ha potuto frequentare pochi corsi, ha sentito ed incontrato pochi "esperti". Eppure ha saputo lavorare con diligente passione : ha messo cuore e anima e intelletto e professionalità nel fare quotidiano. Potrà presentare pochi attestati e sarà per questo un "perdente". E, sempre questo dirigente, è stato escluso sistematicamente dagli incarichi: non ha mai fatto parte ad esempio del nucleo di supporto dell'autonomia (del resto come avrebbe potuto?), non ha mai fatto parte di un comitato o di una commissione... Non potrà presentare alcunché a sostegno della sua professionalità e dei risultati comunque conseguiti nel proprio istituto. Le capacità di comprendere, di dialogare con i docenti, i genitori, gli alunni, di creare un ambiente sereno dove tutti abbiano la possibilità di lavorare e di esprimere il proprio valore non sono documentabili e quindi non potranno essere prese in considerazione.

Terzo punto: la mobilità verticale
L'atto d'indirizzo ad un certo punto recita "fatti salvi, quindi, i principi previsti dal citato art. 19, che regolano l'attribuzione degli incarichi di funzioni dirigenziali, apposita disciplina verrà prevista per la mobilità verticale. Tale disciplina dovrà tenere conto della necessità di dettare regole relative alla mobilità, tra settori formativi diversi (scuola elementare e media - scuola secondaria superiore - istituti educativi), prevedendone i relativi requisiti. A tale specifico riguardo, si ritiene necessario tenere conto che fra di essi dovrà essere ricompresa la partecipazione a specifici moduli formativi con connesso esame finale."
Come? Ma non abbiamo fatto già un corso di formazione che ci ha visto fianco a fianco capi d'Istituto delle elementari, medie e superiori presupponendo che il ruolo di dirigente fosse unico? E' un fatto grave: siamo al solito Dividi et impera.
Vi saranno dunque dirigenti di serie A e Dirigenti di serie B con logica e conseguente disparità di trattamento economico?
Non riesco a capire perché se un futuro dirigente chiedesse di passare ad un Istituto superiore dovrà affrontare una sorta di corso abilitante con esame finale ed invece un dirigente di Istituto superiore se decidesse, cosa davvero improbabile, di passare alla scuola di base lo potrà fare liberamente. Noi della Scuola di base saremo allora considerati un pò meno professionisti. Dovremo allora di fatto ritenere che la nostra competenza pedagogica e didattica non valga nulla di fronte alla competenza amministrativa di un manager di un Istituto superiore?
E' un ulteriore conferma dell'ipotesi che ci vogliono trasformare in dirigenti, sic et sempliciter, senza la specificità di dirigenti scolastici
Ritengo sia questo un fatto grave e da non sottovalutare!
Ed ecco il pezzo dell'atto di indirizzo che conferma quanto si diceva sopra:
"Il contratto, nel disciplinare la mobilità orizzontale e verticale dei dirigenti scolastici, prevederà che l'amministrazione proceda nel conferimento degli incarichi e della relativa assegnazione della sede sulla base delle attitudini e delle capacità professionali del dirigente scolastico, anche in relazione ai risultati conseguiti in precedenza (leggi la valutazione già effettuata nell'a.s.1999/2000) nonché, per quanto possibile, delle preferenze ove espresse."
Ogni ulteriore commento è superfluo.

Conclusione

Appare evidente da una prima lettura dell'atto di indirizzo che si sta preparando un contratto che porterà gradualmente alla formazione di dirigenti - burocrati che perderanno la specificità professionale : dirigenti buoni per ogni settore statale anche non scolastico e funzionali all'amministrazione .
Dobbiamo cercare di vigilare perché il contratto sia invece strumento che valorizzi la nostra professionalità e la nostra libera espressione culturale acquisita in tanti anni di studio e di lavoro nel mondo della scuola.
Lo dobbiamo a noi stessi ma soprattutto alla scuola : la libertà dei dirigenti è uno degli strumenti fondamentali per garantire una scuola veramente autonoma e libera.
Per questo e solo per questo varrebbe la pena di scioperare...

Girio MARABINI

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