Addio presidi, arrivano i
dirigenti
Fonte:
KataWeb Scuola - 7 febbraio 2002
Via libera dal Consiglio dei ministri
alla sottoscrizione del contratto collettivo nazionale dei dirigenti scolastici
che, per essere afficace, dovrà adesso essere valutato dalla Corte dei Conti.
Si tratta del primo contratto collettivo
nazionale della dirigenza scolastica, che fa seguito all'attuazione dell'autonomia
scolastica ed ha decorrenza dal 1 settembre 1999 al 31 dicembre 2001 ed è stato
sottoscritto, dopo lunghe trattative, da tutte le organizzazioni sindacali. In
pratica i circa diecimila presidi e direttori didattici vedranno riconosciuta,
anche dal punto di vista economico la funzione di dirigente che era stata loro
attribuita dalla legge sull'autonomia. Sul piano economico permette il
riallineamento della retribuzione fondamentale dei dirigenti scolastici con
quella della dirigenza dello stato. La retribuzione accessoria sarà finanziata
da uno specifico fondo cui confluiranno apposite risorse previste dal
contratto.
L'ipotesi di accordo era stata siglata lo
scorso 10 gennaio all'Aran da tutte le organizzazioni presenti al tavolo delle
trattative: Anp, Cgil, Cisl e Uil scuola e dallo Snals, che non aveva, però,
sottoscritto la preintesa del 17 ottobre 2001.
In base all'ipotesi di accordo vi sarà un
aumento retributivo medio di 1.300.000 lire medie mensili per un incremento
retributivo annuo lordo di circa 17 milioni. Lo stipendio base sarà ora di
36,150 euro annui lordi, ad un passo dall'allineamento con la dirigenza
amministrativa.
La parte normativa è stata profondamente
innovata rispetto al contratto scuola, con un forte avvicinamento alla disciplina
della restante dirigenza pubblica, sia pure con il riconoscimento della
specificità delle funzioni svolte dai dirigenti scolastici, per impostare una
disciplina che ne valorizzi la qualità professionale con verifiche anche
"sul campo".
I dirigenti scolastici, pur mantenendo un
rapporto di lavoro a tempo indeterminato, ricopriranno un incarico specifico
relativo alla direzione di un singolo istituto, per un periodo di tempo che
varia dai due ai sette anni, dopo di che potranno ricevere altro incarico in
funzione dei risultati raggiunti.
Con il nuovo contratto, è stata
cancellata l'anzianità: nessun dirigente, fatta salva la retribuzione
individuale maturata nella vecchia carriera, avrà più la progressione
automatica della carriera. Infine, l'assunzione del dirigente avviene tramite
incarico temporaneo, da due a sette anni massimo, rinnovabile, conferito dal
dirigente regionale competente anche con criterio di rotazione.