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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

 

Scuola, più poteri ai presidi

Italia Oggi - 28 aprile 2003

Carriera di merito accantonata per gli insegnanti

Lo prevede l'ipotesi di contratto su cui sono iniziate le trattative per il
rinnovo.


Il contratto scuola fa saltare la contrattazione nelle singole scuole, attribuendo più poteri ai presidi. E accantona la carriera per gli insegnanti, che continueranno ad avere aumenti legati all'anzianità di servizio e non al merito. È quanto prevede l'ipotesi di contratto su cui sono iniziate martedì scorso le trattative per il rinnovo, che andranno avanti fino alla prossima settimana.

Il testo su cui i sindacati si sono confrontati con l'Aran, l'agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego, rafforza il potere dei dirigenti scolastici, riducendo le competenze del collegio dei docenti e la contrattazione con le Rsu.

Ai dirigenti scolastici spetterà il potere unilaterale di gestire le risorse del fondo di istituto, di attribuire incarichi aggiuntivi agli insegnanti e agli Ata, il personale ausiliario, tecnico e amministrativo, e di trasferire i dipendenti a eventuali sedi distaccate.

Il preside sarà tenuto infatti a fornire semplicemente un'informazione preventiva o successiva sulle attività e i progetti retribuiti con il fondo di istituto o con altre risorse, i criteri utili per la retribuzione e l'utilizzazione del personale impiegato in attività aggiuntive, sull'assegnazione a sezioni e plessi distaccati. Anche i nominativi dei dipendenti da utilizzare in progetti aggiuntivi saranno decisi esclusivamente dal preside. Per le funzioni obiettivo, inoltre, anch'esse legate a compensi aggiuntivi, l'attribuzione sarà decisa dal dirigente scolastico ´sentito il collegio dei docenti' (articolo 30). Tutte materie, queste, su cui finora il dirigente doveva confrontarsi con le rappresentanze sindacali scolastiche, oppure con il collegio degli insegnanti.

Il verticismo proposto dall'Aran è stato fortemente contestato dai
sindacati, che si battono per ripristinare un meccanismo di scelte condivise tra dirigente e rappresentanti dei lavoratori. La contrattazione d'istituto, se l'articolato non dovesse subire modifiche, avrebbe a oggetto l'utilizzazione dei servizi sociali, la modalità e i criteri di applicazione dei diritti sindacali, l'attuazione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro e la definizione della misura dei compensi accessori, di cui all'articolo 45 del decreto legislativo n. 165/2001. Materie giudicate dalla parte sindacale di residuale importanza per la gestione e il funzionamento delle istituzioni scolastiche.

Sul fronte retributivo, poi, l'ipotesi di accordo lascia gli aumenti in
busta paga legati all'anzianità di servizio e non al merito. E questo non
solo per la retribuzione base ma anche per la quota destinata alla
valorizzazione professionale.

Viste le risorse disponibili, le parti hanno infatti deciso di optare per
aumenti a pioggia, allo scopo di fronteggiare la perdita di potere
d'acquisto dei salari. La bozza prevede tra le norme comuni la necessità di sviluppare strumenti che valutino il raggiungimento dei livelli di apprendimenti da parte degli allievi e che questo ´deve anche costituire uno degli indicatori principali per valutare nel merito la qualità dell'insegnamento erogato dalle singole scuole, così come pure la costruzione di un percorso docente non dovrà prescindere dall'incidenza di questi stessi elementi qualitativi.

Ma il tutto è rinviato al contratto che sarà sottoscritto per il 2004/2005.
A questo scopo sindacati e Aran si impegnano a formare una commissione di studio con il ministero dell'istruzione, entro un mese dalla firma dell'intesa, per individuare ´le soluzioni possibili per istituire i meccanismi di carriera professionale e di valutazione. Per il momento,
insomma, si tratta di una ´linea programmatica che punta a innalzare
´progressivamente verso la media europea le retribuzioni, contestualmente, precisa l'articolo 9, comma 1, al raggiungimento della ´media delle prestazioni rilevabili nell'ambito della stessa Unione europea. Sempre che lo consentano le condizioni di finanza nazionale dei prossimi due anni.

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