ITALIA

I Capi di Istituto in Italia (1996)

Denominazione

Istruzione obbligatoria dai 6 ai 14 anni. Le funzioni e la carriera sono simili per le due denominazioni:

Primaria: Direttore didattico

Secondaria: Preside

Autorità competente

Il sistema educativo è centralizzato. Il Ministero della Pubblica Istruzione stabilisce i programmi e gli orari; nomina gli insegnanti, il direttore didattico, il preside ed il personale amministrativo; è responsabile delle modifiche di incarico del personale e degli esami di diploma; distribuisce le risorse finanziarie; organizza la formazione e controlla il servizio di ispezione.

Dal momento che risulterebbe difficile gestire personalmente tutte queste funzioni, il ministero ne delega alcune ai provveditori agli studi, organi amministrativi provinciali di intermediazione. Oltre alle funzioni loro delegate, ai provveditori agli studi è affidata la gestione del personale in carica e supplente, lo stanziamento dei fondi di funzionamento alle scuole e l'accertamento del modo in cui vengono utilizzati ed il controllo delle attività scolastiche.

In aggiunta a questa struttura amministrativa, è stata creata nel 1974 una struttura rappresentativa composta da organi collegiali presenti a tutti i livelli (ministeriale, provinciale, distrettuale, scolastico e di classe). Tali organi sono formati da rappresentanti dei direttori didattici e dei presidi, degli insegnanti, del personale non docente, dei genitori e degli alunni delle scuole secondarie superiori.

All'interno della scuola, l'organo principale è il consiglio di istituto (formato da rappresentanti degli insegnanti, dei genitori e degli studenti, che ha potere su quasi tutti gli aspetti del funzionamento scolastico, a parte le questioni strettamente didattiche, di competenza degli insegnanti). Il consiglio di istituto amministra il bilancio, autorizza tutte le spese ed è presieduto da un genitore, non dal preside.

Nelle scuole primarie, tale organo è chiamato consiglio di circolo ed ha le stesse competenze del consiglio di istituto per tutte le scuole appartenenti ad un determinato distretto.

Titolo di studio e formazione iniziale richiesti

Le stesse qualifiche richieste per insegnare nella scuola in questione. Per le scuole primarie, i candidati devono possedere un certificato di abilitazione all'insegnamento o un diploma universitario.

Esperienza professionale richiesta

I candidati devono avere almeno cinque anni di anzianità di insegnamento. Non è prevista alcuna formazione iniziale, né prima né dopo il concorso.

Procedure di assunzione

Viene bandito un concorso nazionale per ciascun tipo di scuola. Possono parteciparvi soltanto gli insegnanti in possesso dei titoli richiesti per il grado di istruzione in questione. L'esame consiste in una prova scritta, che serve da filtro (passa in media il 25%), e in un colloquio che verte su tutti gli aspetti della posizione (legislazione scolastica, diritto amministrativo, bilancio, gestione del personale, organi collegiali, organizzazione dei gruppi di lavoro, ecc.). I candidati che superano la prova orale vengono classificati per meriti e sulla base dei titoli precedentemente acquisiti.

Il ministro utilizza tale elenco per assegnare i posti vacanti nei successivi tre anni. La nomina e l'assegnazione dei posti viene effettuata seguendo la graduatoria ed in base alle preferenze dei candidati. Non esiste alcun margine di potere discrezionale sulla scelta di assegnare un candidato ad una determinata sede. Un candidato può ricevere una nomina per qualsivoglia parte del Paese.

Nomina

Dopo un periodo di prova di un anno, il direttore didattico ed il preside sono nominati dal ministro ad vitam aut culpam. Il candidato può essere trasferito in un altro posto (sede) dal ministro per ragioni di incompatibilità con l'ambiente.

Competenze e sfera d'azione

Il direttore didattico e il preside rappresentano la scuola di fronte al mondo esterno, sono responsabili della gestione e della disciplina scolastica e coordinano le attività svolte all'interno della scuola.

Per quanto concerne la gestione amministrativa, la situazione cambia a seconda del tipo di scuola. Alcuni tipi di scuole (licei classici, scientifici e artistici) hanno un minor grado di autonomia rispetto alle scuole tecniche, professionali e artistiche, che hanno una propria personalità giuridica.

Responsabilità amministrative

Il direttore didattico e il preside gestiscono le proprie scuole nel rispetto delle direttive ministeriali e delle delibere del consiglio di circolo/di istituto, di cui sono membri ma non presidenti.

Essi hanno la responsabilità legale della scuola, firmano tutti i più importanti certificati e documenti amministrativi ed applicano le decisioni degli organi collegiali. Sono responsabili della salute, della sicurezza (ma possono chiedere aiuto agli enti locali competenti) e dell'osservanza del regolamento.

Per le questioni amministrative, sono coadiuvati da un amministratore e da diversi assistenti, il cui esatto numero dipende dalle dimensioni della scuola.

Responsabilità finanziarie

Il direttore didattico e il preside gestiscono il budget insieme all'amministratore competente, secondo le decisioni prese dal consiglio di circolo/di istituto. Insieme ad un membro del consiglio di circolo/di istituto e all'amministratore, firmano tutti i documenti relativi alle spese di gestione della scuola e del personale.

Il ministero finanzia il funzionamento didattico, un ente locale (comune o provincia) copre le spese generali (manutenzione, forniture per gli uffici, illuminazione, riscaldamento, telefono, ecc.), mentre le famiglie degli alunni possono contribuire ai costi dei laboratori o delle spese legate ad attività extrascolastiche (ad esempio gite o eventi culturali).

Responsabilità didattiche

Il direttore didattico e il preside formano le classi ed organizzano l'orario delle lezioni, ripartiscono gli insegnanti (che non possono né scegliere né licenziare) tra le classi e controllano la disciplina. Presiedono i consigli di classe e i collegi dei docenti. Promuovono e coordinano le attività di insegnamento, nel rispetto della libertà degli insegnanti. Sono responsabili della guida e del coordinamento del personale docente. I conflitti vengono risolti da un Ispettore.

Il direttore didattico e il preside decidono le misure disciplinari (e possono sospendere gli alunni per un massimo di cinque giorni). All'interno della scuola, organizzano e possono dirigere corsi di recupero autorizzati dal ministro. Tramite accordi presi a livello locale, possono garantire, con progetti didattici specifici, un insegnamento aggiornato, che possa interessare le famiglie e favorire la partecipazione degli alunni.

Per mansioni specifiche legate all'organizzazione didattica ed al coordinamento, il direttore didattico e il preside possono avvalersi della collaborazione di alcuni insegnanti.

Pubbliche relazioni

Il direttore didattico e il preside tengono i contatti con gli enti e le autorità locali e con le famiglie degli studenti.

Attività di insegnamento

Nessuna. La posizione richiede 36 ore settimanali, cui vanno aggiunte le eventuali riunioni.

Sistemi di valutazione

I direttori didattici e i presidi sono sottoposti a valutazione annuale da parte dei provveditori agli studi. A condizione che il risultato non sia completamente negativo, tale valutazione non ha effetto sulla carriera.

Associazioni di capi di istituto

Il decentramento delle competenze delle autorità centrali alle scuole e la richiesta di un maggior coinvolgimento della scuola in molti campi non ancora definiti (educazione sanitaria, prevenzione della tossicodipendenza, integrazione di alunni disabili ed i problemi derivanti da alunni appartenenti a certi gruppi etnici) hanno reso il lavoro di direttori didattici e presidi sempre più complesso e impegnativo, mentre i salari ed i mezzi sono rimasti immutati.

Questa situazione ha generato un crescente malcontento in seno alla professione, che sta prendendo sempre più coscienza dell'importanza del suo ruolo e, contemporaneamente, dell'inadeguatezza della sua autorità legale ed economica. Per questa ragione sono state create molte associazioni di capi di istituto, che contribuiscono alla crescita professionale ed esercitano una forte pressione per ottenere una riforma del ruolo svolto dai direttori didattici e dai presidi, una maggiore autonomia della scuola e delle misure che la rendano più valida.

Formazione continua

Durante l'anno di prova, i direttori didattici e i presidi frequentano dei corsi di formazione (della durata di una settimana circa). Corsi simili vengono offerti per tutta la durata della loro carriera. Non essendo quasi mai obbligatoria, la frequenza viene lasciata alla discrezione dei capi di istituto.

I temi trattati attualmente riguardano l'innovazione dei metodi didattici e lo sviluppo dei progetti educativi.

 


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