Scuola,
il valzer delle supplenze
Gazzetta
di Parma- OPINIONI - 18-12-2002
Le
riforme scolastiche volute dal ministro Moratti
sono state oggetto nei giorni scorsi di un attento
esame da parte dei capi istituto, o Dirigenti
scolastici come si dice adesso, riuniti in
assemblea nel salone dell'Itis.
Discussioni, spesso anche animate, su parecchi
problemi. Il professor Luciano Allegri, presidente
della Giunta dei Dirigenti scolastici, è un
esperto della materia.
E' opinione comune che con l'autonomia le scuole
debbano essere più snelle, più pronte ed
efficaci. Ma per le supplenze, ad esempio, qual è
la situazione?
Trenta _ chiarisce Allegri _ sono le scuole scelte
dai supplenti. Ampia ed esagerata possibilità.
Ogni istituto è costretto, vincolando personale
amministrativo incaricato solo per questo compito,
ad effettuare decine e decine di telefonate, quasi
sempre su cellulari anche con forte aggravio delle
finanze scolastiche, prima di reperire il docente
supplente disponibile, che può rinunciare senza
condizione alcuna e mantenere sempre lo stesso
posto di graduatoria. Così il giorno dopo se la
scuola deve cercare un altro supplente deve
ricominciare daccapo richiamando le stesse persone
che magari hanno rifiutato una supplenza il giorno
prima.
Qualche tempo fa succedeva che se un supplente
rinunciava senza giustificato motivo veniva
cancellato dalla graduatoria per l'anno in corso,
norma poi mitigata con la messa in coda della
graduatoria. Oggi resta dove è, anche senza
giustificato motivo di rinuncia alla supplenza.
E quali proposte concrete avete formulato?
Le associazioni dei dirigenti Anp, Andis e i
dirigenti aderenti alle Confederazioni sindacali
hanno presentato proposte, noi stessi abbiamo
inviato le nostre al Ministero, alla Direzione
Scolastica Regionale di Bologna, al Centro Servizi
Amministrativi di Parma ed ai Sindacati nazionali
e provinciali.
Un piccolo esempio di proposta?
Se parliamo di supplenze brevi, occorre ridurre la
facoltà di chiedere 30 scuole e nel caso di
scuole dell'infanzia ed elementare anche alla
possibilità di scelta di pochi circoli o istituti
comprensivi.
Ma in questo caso i supplenti non sarebbero
danneggiati?
E' vero il contrario, in quanto: è una pura
illusione ritenere che, aumentando il numero degli
istituti destinatari delle domande, aumentino
anche, per i singoli supplenti, le probabilità di
maggiore occupazione. Una migliore distribuzione
dei supplenti nei vari circoli e istituti consente
un'equa ripartizione delle risorse occupazionali
e, tra l'altro, consente agli stessi supplenti una
più semplice possibilità di controllo
sull'operato delle varie segreterie. Tra l'altro
si potrebbero individuare criteri di precedenza
per le supplenze indispensabili, necessarie ed
urgenti come avviene già per le zone di montagna.
Qualcuno pensa che il malumore dei dirigenti
nasconda la voglia di poter scegliere
autonomamente gli insegnanti.
A volte a pensare male ci si indovina, diceva
qualcuno. Quello che chiediamo, oggi, in un
sistema duale, in cui la scuola paritaria si
sceglie i propri insegnanti e la scuola pubblica
deve ricorrere alle graduatorie, è di rivedere
tutta la materia avendo di mira il servizio
pubblico ed una scuola che per competere ha
bisogno di garanzia di diritti ma nella direzione
certa di soddisfare le domande con efficacia ed
efficienza di famiglie e studenti.
In
conclusione, voi richiedete anche qualcosa d'altro
rispetto alle risorse?
Certamente l'utenza, i bisogni accresciuti, lo
sviluppo di progetti e di attività mirate al
miglioramento degli apprendimenti ed al
potenziamento delle eccellenze non devono trovare,
come sta purtroppo avvenendo, una riduzione
continua di trasferimento di risorse agli istituti
scolastici e quest'anno si aggira intorno al 20%.
Un dato che deve far riflettere e che ci
preoccupa.
L. C.
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